12/14/2008

In ricordo di Franco

Addio Franco, uomo delle montagne

a cura di Ottorino Tosti*
Componente del progetto Carta dei Popoli Artici e membro della spedizione SAXUM


L'altra notte il Corvo, che secondo gli inuit ha creato tutte le cose viventi, è venuto in sogno a trovarmi, e mi ha strappato il cuore. Lo ha portato in volo sopra l'oceano, e lo ha deposto sulle rive ghiacciate del Sermilik.

In quel mondo magico, dove il tempo non ha origine né fine e tutto è possibile conoscere, mi è stato dato di osservare un'Ombra mentre scorrevano gli attimi finali della sua vita, e questo è stato per me un grande privilegio.

L'ho vista salire con passo fermo gli ultimi contrafforti che la conducevano alla vetta più alta, giaciglio designato per il suo sonno eterno.

Su giunta, s'è fermata un istante. Con movimenti misurati, contando gli ultimi istanti di vita, ha volto ancora uno sguardo intorno.
Mi ha visto, e in quel momento mi ha riconosciuto.
Ti aspettavo, mi ha detto.
Sapevo saresti venuto.Non servo a nulla, ho risposto.Non è vero. Mi tieni compagnia.

Era felice della mia presenza.
Poi ha cercato il suo posto, designato fin dal tempo in cui il mondo era solo Pensiero, e lì si è accomodata, sdraiandosi su di un fianco.
Ha posato il gomito ad angolo, e sulla mano ha posato la guancia. Con il capo rivolto verso il Sermilik, ha avuto un ultimo sussulto - forse un gesto di rimpianto per la vita fuggita? - e si è fatta sasso.
È rimasta così, Ombra pietrificata, uno dei mille fantasmi che si agitano inquieti fra le montagne e i ghiacci eterni del Sermilik.
Sono passati trenta giorni da quando Franco Varrassi è morto precipitando sul Corno Grande del Gran Sasso.

Quel Momento, gli spiriti inquieti che popolano il Sermilik si sono sollevati sui loro giacigli di pietra, e hanno lanciato un grido di orrore, vedendolo cadere.

Quando è stato il giorno del suo funerale, il Gran Sasso era presente, ma se ne stava nascosto sotto un cappuccio di nuvole.
Aveva paura a farsi vedere, sapeva di aver combinato un bel guaio, due giorni prima, quando non lo aveva trattenuto mentre precipitava nel vuoto, e osservava tutto cercando di non farsi scorgere.
Ma quando è stato il momento del saluto finale, non ce l'ha proprio più fatta a stare nascosto. Allora si è scoperto il capo, e si è fatto avanti in prima fila, presentandosi in tutta la sua fierezza di vero signore delle montagne, offrendo in omaggio un maestoso tramonto rosso porpora.

Nessuno ha osato accusarlo, nessun dito si è puntato su di lui.
Franco amava questa montagna. È la montagna più bella del mondo, diceva.

Franco era stato con me in Groenlandia nell'estate di quest'anno, e avevamo lavorato insieme nella Spedizione Saxum 2008.Con lui a Tiniteqilaaq abbiamo passato tre giorni portando bambini in giro per il paese sulle nostre spalle, come fossimo dei cavallucci.

Franco era un amico. Insieme, abbiamo parlato spesso del nostro lavoro, della nostra famiglia, dei nostri bimbi. In questi giorni stiamo pensando ad una nuova spedizione al Sermilik.

Nel credo degli Inuit il cielo è una cupola che avvolge la Terra, ed ha un'apertura attraverso la quale le anime salgono al Regno della Luce. Chi ha avuto una morte violenta deve invece percorrere uno stretto e pericoloso sentiero, ma è aiutato dagli Spiriti Celesti, che fanno luce con delle torce lungo tutto il suo percorso: è la luce dell'Aurora.
Questa volta saremo in sei, e avremo con noi uno Spirito Celeste.


*articolo pubblicato su mentelocale.
Nella foto: da sinistra Franco Varrassi e Ottorino Tosti.
L'alpinista ed esploratore polare Franco Varrassi era nato a Colledara, in provincia di Teramo, e aveva cinquant'anni.

12/05/2008

finanziamento progetto

Oggi è arrivata la notizia che è stato approvato un bel finanziamento per una ricerca sulle tradizioni popolari nelle montagne marchigiane.

Abbiamo scritto il progetto con la mia collaboratrice Laura Bacalini e presto metterò online ulteriori notizie.

12/03/2008

Mostra I Signori della Tundra



La mia mostra fotografica "I Signori della Tundra" continua ad esser esposta in tante città italiane, ora si trova a Bergamo...

"Dal 28 novembre 2008 al 6 gennaio 2009, in piazza della Libertà si vedranno iceberg, igloo, orsi bianchi e documentazione fotografica su un popolo artico della Siberia, all’interno di una tensostruttura con al centro una pista di pattinaggio.
L’ idea trae origine dalle celebrazioni 2008 dell’Anno Polare Internazionale. Il patron dell’iniziativa Angelo Bertocchi,una vecchia conoscenza per i bergamaschi per gli eventi sportivi che organizza in tutta la Lombardia, ha trovato il modo quest’anno di offrire ad un vasto pubblico Divertimento e Cultura sfruttando l’esperienza “artica”di Ada Grilli, giornalista nota tra l’altro per aver raggiunto i tre villaggi più a nord del mondo.


La Mostra è divulgata dal Circolo Polare di Milano, con il Patrocinio del CAI Nazionale e vede la collaborazione di Luciana Vagge (testi) e del fotografo Massimo Zanconi di Macerata (CMR Foto) che ha curato la stampa delle foto in Bianco e Nero.


Per visite guidate e laboratori in loco con le classi contattare Leading Edizioni, tel. 035.254547, leadingedizioni@libero.it


11/25/2008

In occasione del quarto Anno Polare Internazionale, l’Associazione Perigeo Onlus di Civitanova Marche presenta la spedizione SAXUM (Groenlandia orientale) all’interno del Progetto di ricerca
Carta dei Popoli Artici.

Intervento:
Marco Pipponzi
Presidente del Consiglio di Biblioteca

Relatori:
Gianluca Frinchillucci
Direttore del Museo Polare Etnografico
“Silvio Zavatti” di Fermo e responsabile del Progetto.

Giorgio Marinelli
Presidente Associazione Perigeo Onlus
di Civitanova Marche

Sabato 6 dicembre 2008, ore 17:30
Sala “E. Cecchetti”
Biblioteca Comunale “S. Zavatti”
Civitanova Marche
www.bibliotecazavatti.it

11/19/2008

Ultima vetta


Il mio caro amico Franco Varrassi, alpinista e collaboratore nella spedizione Saxum, ci ha lasciati.

Ho appreso la notizia appena sceso a Fiumicino, al rientro dall'Etiopia.

Un grande Uomo, un amico sincero.

Lui amava profondamente il Gran Sasso, era il Suo Paradiso e li ha lasciato il suo cammino terreno.

Ora le sue spoglie mortali giacciono sotto una pietra della Sua montagna, ma noi sappiamo che lui sta già arrampicando qualche vetta e ci guarda sorridente, con quel sorriso che solo lui ha.

Ci invita a scalare nuove vette e a superare nuove porte di ghiaccio in attesa di riabbracciarci un giorno tutti insieme, magari come abbiamo fatto nella notte senza notte in Islanda...

Noi della Saxum continueremo nel Suo nome, anche se lui lascia un vuoto incolmabile…..

10/25/2008

Etiopia, nuova missione


Domani parto per l'Etiopia e rientrerò in Italia il 17 novembre.

Tappe della Missione:
Addis Abeba, incontro con Padre Angelo Antolini e partenza per Kofale.
La Regione ha finanziato alla Perigeo onlus la costruzione della scuola di Kofale, presso la Missione dei Padri Cappuccini, realizzata dalla , con la collaborazione della Regione Marche, i Comuni di Fermo, Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Mogliano, Sant'Angelo in Pontano, Lega Ambiente Marche e molti altri Enti.
Lavoriamo anche al progetto Museale "Le tracce dell'Uomo". A Kofale abbiamo aperto un museo etnografico, prima tappa del progetto.

Da Kofale scendiamo nell'Omo Valley per continuare i lavori di ricerca iniziati lo scorso anno.
Da quest'anno abbiamo anche la collaborazione del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell'Università di Bologna (Prof. Davide Pettener).
Le etnie che incontreremo sono i surma e gli hammer.
Ho appena visionato anche uno splendido documentario realizzato da Graziella La Rosa dedicato ai popoli della Valle dell'Omo per conto della Rai, a cui ho collaborato.

In Etiopia abbiamo in corso delle attività legate all'Anno Polare Internazionale, come per esempio due mostre, una dedicata all'Artico e l'altra allo scambio di disegni.

Le mostre sono realizzate nell'ambito del progetto Carta dei Popoli Artici, realizzato in collaborazione con il CNR Polarnet, Il Museo Polare Etnografico "Silvio Zavatti", Circolo Polare e l'Associazione Perigeo onlus, con il Patrocinio del Club Alpino Nazionale.

L'intera missione è finanziata dalla Perigeo onlus e realizzata grazie alla collaborazione dei Musei Scientifici del Comune di Fermo.

10/21/2008

Rivista Millionaire


Sulla rivista MILLIONAIRE di questo mese Sfide: Il senso di un italiano per gli Inuit.
Robert Peroni, alpinista ed esploratore, da 20 anni vive in Groenlandia per salvare gli Inuit, da alcol e droga.
All'interno della rivista è presente una scheda sul Progetto Carta dei Popoli Artici e alcune mie fotografie.
Presto Online l'articolo.

10/11/2008

Groenlandia: l'ultima avventura


Groenlandia: l'ultima avventura


di Ottorino Tosti 11 OTTOBRE 2008
(nella foto Ottorino e Giorgio Marinelli in Islanda)


Il racconto della spedizione Saxum 2008, fatto nelle scorse settimane da Ottorino Tosti per mentelocale.it, finisce qui. Saxum 2008 è stata l'unica spedizione italiana in Groenlandia nell'ambito delle iniziative dell'Anno Internazionale Polare 2007-2008. Ha ricevuto la Medaglia d'Argento della Presidenza della Repubblica. Tra i promotori il Progetto Carta dei Popoli Artici e l'associazione Ex-Plora Nunaat International.

Ma Ottorino non ci lascia. Restate nei dintorni perché presto tornerà a parlarci di leggende, cultura, sciamanesimo. E chissà, magari della prossima spedizione.


Freddo, vento, neve. Da oltre un’ora sto camminando sulla pietraia che mi porterà per una volta ancora sull’altopiano.Sono meno di duecento metri di dislivello, ma in queste condizioni, con il nevischio fitto che picchia in faccia, devo muovermi con cautela. A poco serve la maschera che mi copre il viso, coperta di neve e incrostata di ghiaccio. Gli scarponi slittano sulle pietre ghiacciate, e ad ogni passo devo fare attenzione a non scivolare. In questi momenti, un incidente, seppur banale, può diventare un pericolo mortale per sé, e un dramma per i compagni.Sto salendo, solo, per raggiungere il limite del ghiacciaio dove è mio compito effettuare alcuni prelievi di fango e di ghiaccio. Non sono certo queste le condizioni atmosferiche migliori per muoversi, specialmente isolato dagli altri, ma è l'ultima giornata di campo, e non si può rimandare a domani.

Da quassù, nei momenti di sereno dei giorni scorsi scorgevo tutto il Sermilik, e gli iceberg che si muovevano pigramente avanti e indietro per il fiordo spinti dai venti. Ma oggi non si scorge nulla. Si intravvede a malapena, di tratto in tratto, nella nebbia fitta e nel nevischio, la cerchia di montagne che chiude lo sguardo verso oriente.Mi siedo, poggiando la schiena contro un masso per ripararmi dal vento freddo che soffia da nord. La temperatura è bassissima, forse -10°, o anche -15°. Il vento la moltiplica, e devo muover continuamente le dita delle mani, anche se protette dai guanti, per tenerle calde. Penso continuamente e con apprensione al momento in cui dovrò togliermi i guanti per prelevare i campioni di terra e di ghiaccio.

Soffro anche di angoscia al pensiero che domani dovrò abbandonare questo posto.Con lo sguardo frugo nella nebbia, a cercare per l'ultima volta i fantasmi pietrificati che dalle cime dei monti per questi otto giorni mi hanno accompagnato alla ricerca delle tracce di ere geologiche passate.Ogni montagna ha la sua forma, su ogni montagna una figura di uomo, di animale, di mostro dalle fattezze infernali giace immota, inchiodata lì da milioni di anni. Forse che qui sono stati imprigionati da un forza suprema tutti coloro che hanno cercato di sfidare i ghiacci e le rocce del Sermilik, pietrificati nel loro ultimo istante di vita, condannati a stare qui per l'eternità in attesa del giorno del Giudizio?

Una folata di vento più forte delle altre solleva un turbine di neve che mi avvolge e mi fa perdere di vista il terreno e il cielo. È un istante. Mi ripiego su me stesso per riparami. Un bagliore, un lampo bianco, seguito da un turbine che correndo risucchia e trascina verso il Sermilik neve, sassi, detrito e sabbia mi avvolge.Sbattuto dal vento, mi pare di perdere per un istante la coscienza. In questo momento fra la veglia e la morte, accecato dalla neve sempre più fitta e pungente, intravvedo una vaga sagoma bianca che mi danza intorno, una lama affilata, nera, mi accarezza senza farmi male, sta qualche istante, poi scorre via e scompare nella nebbia.Da che parte?Sono rimasto solo nel deserto bianco.Chiamo alla radio. Solo il vento mi risponde. Che è successo?

.... non so cosa sia accaduto in quel momento. Non lo so, ma fra qualche giorno, quando all'aereoporto di Kulusuk entrerò nella sala d'attesa, vedrò che la bianca e ispida pelliccia di Nanuk, l'orso, non è più inchiodata al muro per far meravigliare di sé i turisti. Mi racconterà, quel giorno un Inuit, fra lo spaventato e il meravigliato, che alcuni giorni prima era scoppiata una tempesta improvvisa sul mare, che aveva sollevate onde alte cinque, sette, dieci metri. Il vento era venuto dal nord, soffiando dal fiordo di Sermilik. Un turbine, spaventoso come un tornado, era salito su delle profondità del mare ed era corso per la strada di terra. Si era aggirato fra le case del villaggio e aveva devastato tetti, persiane, tutto ciò che poteva lo aveva divelto via con rabbia.Pareva cercasse qualcosa. Mi ha raccontato che sotto quel vento rabbioso l'intera costruzione dell'aereoporto aveva tremato, colpi violenti si erano sentiti contro la porta, i serramenti erano stati piegati, e una finestra divelta da un forza sovrumana. Ha raccontato che un vortice bianco aveva attraversato la sala, aveva strappato via la pelle di Nanuk, l'orso, che giaceva inchiodata al muro, e l'aveva portata via con sé.Ha raccontato che l'aveva vista volare verso il Sermilik avvolta nella tempesta, danzare sollevata in aria, e poi riempirsi come se avesse acquistato un corpo.

Ora so che cosa è accaduto lassù, sull'altopiano del Sermilik. Ora sono certo che Nanuk, l'orso bianco, è comparso improvvisamente davanti a me. Mi ha fatto visita lassù, sull'altopiano in mezzo alla tempesta, uno dei mille fantasmi che si agitano inquieti qui fra le montagne e i ghiacci del Sermilik, e mi ha soffiato nel cuore, con il soffio sciamanico con cui si dona la vita, lo spirito di questa terra.Il bimototore dell'Icelandair vola lentamente ora via dalle coste della Groenlandia. Guardo il mare coperto di iceberg alla deriva, il pack che sta serrando completamente la costa e non lascia più spazio alle barche. La costa scura che si allontana sempre più e sfuma nella nebbia.

Dove siete ora, amici miei cari, in questa notte insonne di ottobre?Tu, Gianluca, che non ci eravamo ancora conosciuti ma eravamo già amici, quel giorno di febbraio di due anni fa, quando ti ho telefonato per la prima volta dicendoti che ero interessato a organizzare un programma di ricerca glaciospeleologica in Groenlandia. E tu, Giorgio, ricordi come non riuscivamo ad addormentarci se prima non brindavamo alla giornata trascorsa con un sorso di Idrolitina? Sarà contento il fantasma del Cav. Gazzoni di saperlo. Lo dico anche se non ci ha dato nessun sponsor. Ma se lo merita, con quella meraviglia di bevanda da ghiacciaio che ha inventato, non è vero?Franco, tu che mi dicevi a Tinitequilaaq 'andiamo a fare un po' di fotografie'. E io che ti rispondevo 'ma le abbiamo già fatte', e tu di rimando 'non importa, facciamone altre, magari le prendiamo da un altra angolazione'. E tu, Libero, che parlavi con tanta nostalgia della casa lontana, e ti commuovevi quando mi raccontavi dei tuoi due bimbi piccoli, e soprattutto dell'ultimo che aveva pochi mesi.Tu, Davide, che sei sempre stato l'immagine del solido rifugio che accoglie in mezzo alla bufera.E tu, Luca, sempre il primo ad alzarti al mattino e l'ultimo ad addormentarti alla sera, nella tua tranquilla e disponibile amicizia sei stato in realtà forse il più forte di tutti.

Dove siete, ora, amici miei cari, in questa inquieta notte di ottobre? Non sentite le acque del Sermilik sciabordare agitate contro le rocce?Sono le tre del mattino. È tardi. Svegliatevi. Lo sapete che la Groenlandia non è lontana. Sono solo sei ore di viaggio.

Se buttate in fretta in un sacco i vestiti, le corde, le piccozze e i ramponi, e partite subite, per domani a mezzogiorno ci vediamo all'aereoporto di Malpensa. Mangiamo qualcosa e andiamo a fare il check-in. Si parte a mezzanotte. Si prende il bimotore a Reykjavik in Islanda alle 7 del mattino. Si arriva alle 10 a Kulusuk. A mezzogiorno si è già Tasiilaq, e con una barca veloce alle quattro del pomeriggio di domani siamo a Tinitequilaaq....

Leggi anche: - Vi raccontiamo la Groenlandia- Il sole a mezzanotte- I ghiacciai senza nome- Viaggio alla fine del mondo- Alla scoperta degli abissi- Nella base di Ikatek- Il villaggio dei cani Alfa- Incontro con i bimbi Inuit- Il momento dell'addio
Nella foto: Il gruppo della Spedizione Saxum 2008

10/10/2008

Progetto Amici dal Mondo - IPY

I lettori del blog già conoscono il progetto Amici dal Mondo che coinvolge bambini inuit, surma, oromo, nency e italiani.

Luca Natali ha creato un video che raccoglie in sintesi qusti anni di esperienza. Al video ha collaborato anche Valentina Francia. Il video è stato realizzato nell'ambito dei progetti "Carta dei Popoli Artici"- Anno Polare Internazionale (IPY).

Abbiamo iniziato nel 2003, quando una scuola di Fermo e i bambini di un villaggio di Ammassalik (Groenlandia) si sono scambiati disegni, nascendo così il progetto Un Inuit per amico. Poi abbiamo continuato e si sono uniti bambini nency della siberia (Un nenec per amico), grazie a Luciana vagge Saccorotti.

In seguito Hanno aderito anche due scuole dell'Etiopia: Kofele (un oromo per amico) e Tulgit nel territorio Surma.

Ora il progetto si sta allargando ad altre etnie indigene in molte zone del Pianeta.

In questo momento ci sono due mostre che raccontano il progetto: a Torino (Museo di Scienze naturali) e a Kofale, in Etiopia, presso il locale Museo Etnografico Oromo. Circolo Polare di Torino e CAI nazionale, si stanno impegnando per far conoscere il progetto in tutt'Italia attraverso la Mostra "I Signori della Tundra".

10/09/2008

Anno Polare


Comitato Piacentino Pro Anno Polare Internazionale
C/o Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Ufficio 322 bis - Via Emilia Parmense, 84 – 29100 Piacenza
Abbiamo il piacere di annuciarVi

il collegamento in videoconferenza in diretta
con la Base italo - francese Concordia in Antartide
Sabato 11 Ottobre 2008
ore 11.15
Auditorium Sant'Ilario
Via Garibaldi, Piacenza


Per saperne di più, visitate il blog
http://amandacastellopachamama.blogspot.com/

10/06/2008

Guido Monzino





Guido Monzino ci ha lasciati l’11 ottobre 1988, dopo una vita avventurosa e densa di traguardi, tra i quali il raggiungimento del Polo Nord nel 1971 e la vetta dell’Everest nel 1973. Egli ha donato al FAI - Fondo Ambiente Italiano la sua dimora di Balbianello e la collazione di tutti i cimeli e i documenti provenienti dalle sue 21 spedizioni in tutto il mondo.
I Materiali e tutta la documentazione dei viaggi sono a disposizione del pubblico presso villa Balbianello.

Circolo Polare ha pubblicato un profilo dell’esploratore e nel Febbraio 2007 lo ha ricordato con una apposita mostra esposta al primo Convegno Polo Nord-Polo Sud presso i chiostri dell’Umanitaria; mostra curata da Mario Brigando, Rinaldo Carrel e dal FAI.

Per maggiori informazioni:

http://www.circolopolare.com/ita/guido-monzino-dettaglio_i.html

10/05/2008

programma corso


Da qualche anno, periodicamante, organizzo corsi di formazione per i miei amici che intendono partecipare alle missioni umanitarie. Quest'anno, con la preziosa collaborazione di Laura e Valentina della Perigeo, abbiamo ideato un corso base per volontari avvalendoci dell'esperienza aquisita dai nostri militari nelle missioni di pace all'estero. Così è nato .......
VOLONTARI ON ACTION

Corso di formazione base per volontari che intendono partecipare a missioni umanitarie all’estero.
Organizzato dall’Associazione Perigeo in In collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato


Programma Corso


11/10/2008 (h. 15.00-19.00)
Emergenze umanitarie: modulo teorico su come affrontarle
Personale della Croce Rossa Militare del VII° Centro di Mobilitazione di Ancona

15/10/2008 (h.21.00-23.00)
Popoli indigeni e altri popoli, come comunicare? L'importanza della preparazione teorica per l'approccio a popoli con usi, costumi e tradizioni diverse - I° modulo
Gianluca Frinchillucci, Etnografo, ricercatore sul campo.

18/10/2008 (h. 15.00-19.00)
Emergenze umanitarie: modulo teorico/pratico
Personale della Croce Rossa Militare del VII° Centro di Mobilitazione di Ancona

22/10/2008 (h.21.00-23.00)
Documentazione e reportage: tecniche base di documentazione
Massimo Zanconi, fotoreporter

22/11/2008 (h. 15.00-19.00)
Volontariato in zone ad alto rischio, esperienze e consigli pratici
Ing. Ettore Luceri (Ufficiale Riserva Selezionata)

26/11/2008 (h. 21.00-23.00)
Tecniche di comunicazione e di sopravvivenza nelle missioni all'estero: orientamento, uso del GPS, linguaggio radio…
Personale qualificato di settore

29/11/2008 (h.15.00-17.00)
Tecniche di comunicazione e di sopravvivenza nelle missioni all'estero: uso degli interpreti
Gen. Staccioli Augusto, Comandante Generale della Scuola di lingue estere dell’Esercito.

(h.17.00-19.00)
Popoli indigeni e altri popoli, come comunicare? L'importanza della preparazione teorica per l'approccio a popoli con usi, costumi e tradizioni diverse - II° modulo
Gianluca Frinchillucci, Etnografo, ricercatore sul campo.

03/12/2008 (h. 21.00-23.00)
Documentazione e reportage: tecniche base di documentazione
Massimo Zanconi fotoreporter

06/12/2008 (h.15.00-19.00)
Nozioni di Pronto Soccorso
Personale della Croce Verde di Civitanova Marche

13/12/2008 (h.15.00-19.00)
Preparazione logistica di una missione operativa all'estero: dalla pianificazione alla realizzazione
Personale qualificato di settore

21/12/2008 (Intera giornata)
Prova tecnica in ambiente esterno
Col. Incursore Paracadutista Lenti Carlo
Segreteria organizzativa:

Dott.ssa Laura Bacalini, tel. 328.4753745
Dott.ssa Valentina Francia, tel. 347.6868922

Informazioni tecniche:


La partecipazione al corso è totalmente gratuita. Al termine delle lezioni ai partecipanti che avranno frequentato almeno i 2/3 delle lezioni sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Ad esclusione della prova tecnica finale, le singole lezioni possono essere frequentate dagli interessati, anche non iscritti. La prova pratica finale in ambiente esterno richiede un abbigliamento sportivo, consono all’esercitazione.
La scadenza per l’iscrizione al corso è fissata per il 10 ottobre 2008. Per informazioni ed iscrizioni, contattare la segreteria organizzativa o scrivere all’indirizzo info@perigeo.org. (www.perigeo.org)

Il corso è realizzato con la collaborazione del Maresciallo Renzo Di Bert, Presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia di Ancona, e del Comune di Sant’Angelo in Pontano.

10/02/2008

Michele Pontrandolfo


Il mio amico Michele ha dovuto rinunciare alla traversata dello Hielo Continental.
Noi che lo conosciamo bene sappiamo però che lui presto ripartirà per altre grandi avventure e sfide.
Patagonia: incidente mette fine alla traversata
By montagna.tv


SANTIAGO DEL CILE, Cile -- Finisce dopo meno di un mese la sfida "ghiacciata" di Michele Pontrandolfo, partito a fine agosto per la gelida traversata dello Hielo Continental. L'esploratore è stato recuperato nei giorni scorsi sul ghiacciaio Jorge Montt dopo essere precipitato in un lago ghiacciato e una caduta nella quale si è procurato una frattura ad una gamba e due brutte ferite alle mani.
Era deciso a compiere la prima traversata solitaria dello Hielo Patagonico Sur, il terzo ghiacciaio più grande del mondo. Ma la sua avventura, intralciata dal maltempo, è finita bruscamente pochi giorni fa sul ghiacciaio Jorge Montt, in Cile, dove l'esploratore è rimasto vittima di due incidenti consecutivi.

Il primo è avvenuto il 17 settembre, quando Pontrandolfo è precipitato con gli sci in un lago ghiacciato la cui crosta si è spezzata sotto il peso del suo passaggio. L'espoloratore è sprofondato nell'acqua gelida fino al collo e, a quanto pare, è riuscito a salvarsi in extremis usando le racchette da sci e poi aggrappandosi ad una roccia sulla riva del lago.

Uscito dal lago, ha subito abbandonato gli indumenti bagnati e ha raggiunto la sua tenda, piantata poco distante, dove ha passato la notte nel tentativo di riscaldarsi. Nella caduta, oltre al freddo, Pontrandolfo ha però subito alcune ferite e danneggiato i dei materiali che portava con sè.

Il giorno dopo, nel mezzo di una bufera, una brutta caduta di schiena ha peggiorato le condizioni dell'esploratore, che si è procurato una forte distorsione ad un piede e due profonde ferite alle mani. Si è automedicato e ha tentato di ripartire per la traversata, ma i dolori erano troppo forti e ha dovuto, suo malgrado, rinunciare alla sfida e chiamare aiuto.

La chiamata di soccorso è arrivata da un amico dell'esploratore, che ha inviato sul ghiacciaio le squadre di recupero. Pontrandolfo è stato così evacuato e il suo tentativo di traversata è stato ufficialmente interrotto.

Sin dall'inizio il meteo è stato avverso alla spedizione. Pioggia e neve hanno seguito l'esploratore italiano dandogli poca tregua e inzuppando i 150 chili di materiale caricato sulla sua slitta. Pontrandolfo, 37 anni, è originario di Pordenone e ha partecipato a diverse spedizioni polari in Groenlandia, Islanda, alle Isole Svlabard e al Polo Nord.


10/01/2008

La terra degli uomini rossi

Cinema Sala degli Artisti - Fermo

RASSEGNA FILM D’AUTORE


Giovedì 27 novembre 2008. Inizio spettacolo ore 21,00.
Introdurrà l’argomento del film il Direttore dei Musei Scientifici di Fermo, ricercatore sul campo in Amazzonia Gianluca Frinchillucci.

La terra degli uomini rossi – Birdwatchers drammatico (Italia 2008, 120’) di Marco Bechis con Claudio Santamaria, Chiara Caselli
I fazendeiro sono i ricchi possidenti di immense coltivazioni che si estendono sul Mato Grosso. La loro ricchezza si basa sullo sfruttamento degli indio, la tribù dei Kaiowà. Antica tribù del Sudamerica, le cui terre già dalla fine dell'800 sono state disboscate e usurpate da allevatori e coltivatori di tè. Costretti a vivere ammassati in riserve anguste poste dal governo ai margini delle città hanno visto aumentare il numero dei suicidi tra i giovani.

9/30/2008

Mostra Fotografica a Torino

La Mostra Fotografica I Signori della Tundra
(a cura di G.Frinchillucci e L.Vagge Saccorotti)
venerdi prossimo sarà esposta al
Museo di Scienze Naturali di Torino.

Presto in rete tutte le informazioni.

COMMEMORAZIONE GUIDO MONZINO


in ricordo del grande esploratore Guido Monzino

PROGRAMMA Ottobre – Novembre 2008


7 Ottobre Cervino, Patagonia, Africa. Proiezione film spedizioni A cura del CAI Milano.

11 Ottobre Guido Monzino vent’anni dopo. Milano, Villa Necchi Campigli: A cura del FAI, CAI Milano, Ragni di Lecco e Circolo Polare. Intervengono:
Coro Alpino di Verrès - Marco Magnifico, Direttore Generale FAI - Rinaldo Carrel, guida alpina - Agostino Da Polenza, EvK2CNR - Alberto Pirovano, Ragni di Lecco - Aldo Scaiano e Mario Brigando, Circolo Polare.

11/17 Otobre - Le 21 spedizioni di Guido Monzino nei quattro continenti , mostra storico-fotografica delle spedizioni. A cura del FAI Fondo Ambiente Italiano, Mario Brigando e Circolo Polare. Milano, Villa Necchi Campigli, proprietà FAI..

23 Ottobre Ande Patagoniche: Monzino e Padre De Agostini: Cerro Paine, San Lorenzo, Fitz Roy e Cerro Torre, incontro a due voci con Tito Barbini e Mario Brigando, alpino patagonico.
Seguirà l’approfondimento sull’Antartide con Tito Barbini: foto, personali riflessioni e suggestioni da un continente denso di fascino.

6 Novembre- Le spedizioni Monzino in Africa: Kenya, Kilimanjaro e Rowenzori. L’Africa e gli esploratori italiani; a cura di Bruno Bocchi, viaggiatore romantico.

22 Novembre: Le spedizioni Monzino in Groenlandia – La spedizione SAXUM 2008 in Groenlandia a cura di Davide Peluzzi e Gianluca Frinchillucci. esploratori artici.

27 Novembre: Monzino e suo primo viaggio in Africa: Senegal – Guinea e Costa d’Avorio, L’Africa e gli esploratori italiani, seconda parte a cura di Bruno Bocchi.
madrina degli eventi sarà Rita Aymone Cat

9/24/2008

Incontro in Regione

News dal progetto Etiopia.
Oggi ho partecipato ad una conferenza stampa in Regione Marche con gli altri rappresentanti di associazioni che hanno avuto un contributo per progetti di cooperazione in Africa.
è stato un bellissimo momento di incontro e conoscenza che mi ha permesso di interagire con i soggetti della mia Regione che già da nni operano in Africa.
Tra i partecipanti anche Frà Gianfranco Priori (padre mago) dei cappuccini marchigiani.
A livello politico oltre l'assessore Amagliani anche la presenza del consigliere regionale Franca Romagnoli.

La regione per l'Africa: incontro con le associazioni

24/09/08 Pesaro Urbino - Amagliani: “Iniziative lodevoli perché accrescono l’autonomia delle popolazioni”.
Oltre un milione e mezzo di euro è la cifra che la Regione Marche ha destinato dal 2004 al 2008 al finanziamento di progetti di cooperazione allo sviluppo e solidarietà in Africa.Interventi realizzati in gran parte con la collaborazione e su iniziativa di associazioni e Ong che operano sul territorio marchigiano. Alcune di queste hanno ottenuto il contributo regionale.
Sono la Iscos Marche, L’Africa Chiama, la CVM, Liberato Zambia 2001 onlus, SOS Missionario, Provincia Picena onlus, Senza Confini onlus, associazione Perigeo e associazione Senza Confini.

Questa mattina è stato fatto il punto sui progetti avviati e in gran parte conclusi, alla presenza dell’assessore regionale alla Cooperazione allo sviluppo, Marco Amagliani: “La capacità di queste associazioni di portare avanti iniziative non solo caritatevoli ma anche in grado di accrescere l’autonomia delle popolazioni africane è quanto serve per un’effettiva crescita e sviluppo”. Amagliani ha anche sottolineato che la Regione proseguirà la strada tracciata dal Piano triennale per il quale attiverà un sistema di monitoraggio e valutazione circa le attività in corso e i risultati ottenuti, oltre a creare un raccordo con altre Regioni italiane e straniere.


Presenti, inoltre, Attilio Ascani, direttore della CVM di Ancona che opera in Etiopia e in Tanzania da 30 anni; Gianluca Frinchillucci dell’associazione Perigeo di S. Angelo in Pontano; Davide Drenaggi di Liberato Zambia 2001 di Ancona, composta prevalentemente da operatori sanitari e padre Gianfranco Priori di Provincia Picena onlus, che ha sottolineato come il progetto sulla Scuola dei mestieri abbia già conseguito risultati positivi, formando professionalmente oltre novanta giovani.

Maggiori informazioni

Convegno


QUARTO ANNO POLARE INTERNAZIONALE
COMUNE DI FERMO - MUSEI SCIENTIFICI DELLA CITTÀ DI FERMO - MUSEO DELLA PIPA "NICOLA RIZZI"




27 SETTEMBRE 2008 VILLA VITALI Viale Trento 29 - FERMO



CONVEGNO



SEGNALI DI FUMO


IL SIMBOLISMO DELLA PIPA NELLA CULTURA DEGLI INDIANI NATIVI AMERICANI



"Le cannupa ki le wakan yelo."
Questa Pipa prima di voi, è sacra.
(Alce Nero)



In collaborazione con: Provincia di Ascoli Piceno - Pipa Cigar Club Fermo - Pipa Club Italia- Istituto Geografico Polare "Silvio Zavatti" - Carta dei Popoli Artici - Perigeo Ass. Onlus - Anno Polare Internazionale 2007-2008 - Università di Bologna Fuorivista - cinema e multimedia Caracult Ass. Cult. Museo Beltrami di Filottrano (AN) Ass. Art. Lett. "Alvaro Valentini" Distilleria Varnelli, Slow Food - Condotta dei Porti




MOSTRA MANUFATTI E CIMELI DEGLI INDIANI NATIVI AMERICANI DALLA RACCOLTA DI SERGIO SUSANI



27 SETTEMBRE 2008 - 25 OTTOBRE 2008 VILLA VITALI Viale Trento 29 - FERMO


PERCORSO ESPOSITIVO DI IMMAGINI E FILM IN COLLABORAZIONE CON LA RIVISTA "FUORIVISTA"


ORE 10,00 - APERTURA CONVEGNO
Saluti autorità
Saturnino Di Ruscio Sindaco del Comune di Fermo
Olimpia Gobbi Assessore alla Cultura di Ascoli Piceno
Gianluca Frinchillucci Direttore dei Musei Scientifici del Comune di Fermo
Moderatore Carlo Lodi Presidente Pipa Club d'Italia


Maria Lida Di Iorio
CaraCult - Studi interdisciplinari e sinestetici
Tra sciamanesimo e biodiversità

Sergio Susani
Collezionista
Tecniche di cultura materiale degli Indiani delle pianure settentrionali d'America

Fabio Matteuzzi - Direttore di "Fuorivista - Cinema e multimedia"
"Un altro West": immagini da film commentate

ORE 13,00 LUNCH TIPICITÀ MARCHIGIANE E CULTURA AGRICOLA DEI NATIVI AMERICANI e "Cena ai profumi d'Erbe e sapori della Terra." Cena organizzata da Pipa Cigar Club di Fermo.

POMERIGGIO ORE 15,00

Raffaele D'Aniello - Saggista
Il genocidio degli Indiani del Nord America

Rita Barchetti - "Laboratorio Permanente Studi sullo Sciamanesimo" del Dip. Lingue Università di Bologna (Carla Corradi Musi)
Simbolismo e sacralità della pipa presso gli Indiani Nativi Americani

Gianluca Frinchillucci - Direttore Musei Scientifici di Fermo
Un lungo percorso: dai popoli dell'Artico ai Nativi Americani

Marzia Luchetti - Museo "Luchetti Gentiloni" di Filottrano
Costantino Beltrami (Bergamo, 1779 - Filottrano, 1855)
Segreteria organizzativa e info:
Paolo Dioguardi Tel. e fax 0734 620639
Cell. 3332915269 email: dioguardi@libero.it

9/23/2008

Nuovo video Polare

Luca Natali ha appena concluso un video didattico promosso e finanziato dall'Associazione Perigeo dedicato allo scambi di disegni tra bambini di diverse etnie.

Il progetto "Amici dal mondo" al momento coinvolge bambini inuit groenlandesi, nency siberiani, oromo e surma etiopi e di varie città italiane.

Potete contattare la Perigeo onlus per avere maggiori informazioni (info@perigeo.org) o direttamente a me (gfrinc@yahoo.it)
* Luca Natali:
Nasce a Macerata, nelle Marche, il 16 aprile 1968 da madre veneta e padre marchigiano.
Sin da piccolo comincia ad avvicinarsi alla montagna grazie alla grande passione dei suoi genitori. Il padre maestro di sci e alpinista lo conduce sulle piste innevate e sui sentieri erbosi e rocciosi dei mitici Sibillini, del Gran Sasso, delle Alpi e delle Prealpi venete.
Si avvicina allo sci-alpinismo e all’alpinismo frequentando i corsi della Scuola del CAI di Macerata, della quale farà parte per alcuni anni in qualità di aiuto istruttore di sci-alpinismo. Per alcuni anni presta inoltre servizio in qualità di volontario del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino (CNSAS).
La professione di archeologo lo conduce in varie parti del Mondo: Inghilterra, Francia, Libia, Brasile. Quest’ultimo paese, in particolare, lo vede partecipe negli anni 2002 e 2003 di due missioni della Fondazione Ing. C.M. Lerici di Roma finanziate dal Ministero degli Affari Esteri del Governo Italiano e sostenute dalla Fondazione Museo dell’Uomo Americano (FUMDHAM).
Nel maggio del 2007 partecipa a una spedizione scientifica alle Isole Svalbard per conto dell’
Associazione Perigeo nell’ambito dell’Anno Polare Internazionale. La spedizione era intesa a realizzare una traversata sulla neve con gli sci, a studiare i “cambiamenti climatici” e le antiche case dei trappers e a condurre studi di fisiologia umana.
Nell’estate del 2007 ha partecipato, in qualità di responsabile dell’area etno-archeologica, a una missione scientifico-umanitaria per conto dell’Associazione Perigeo Onlus di Macerata. Sono state contattate alcune popolazioni della Valle dell’Omo: Suri, Hamer, Karo e Konso. E’ stato altresì realizzato un museo sulla Cultura Oromo presso la missione dei Frati Cappuccini di Kofale nella Regione Arsi Occidentale dello Stato Oromo. Nel museo è stato anche allestito uno spazio dedicato alla spedizione alle Svalbard dell’I.G.P. di Fermo. Africa e Artico dunque, un binomio che ha molto incuriosito e divertito gli amici etiopi.
A breve ulteriori informazioni sulle spedizioni con l’Associazione Perigeo Onlus

progetto Etiopia


Comunico ai miei amici che mi seguono su questo blog che è stato approvato dalla Regione Marche il progetto di cooperazione dedicato all'Etiopia.

Il Progetto è dedicato alla cittadina di Kofele dove vive e opera Padre Angelo Antolini, nostro amico e grande appassionato di esplorazioni polari.

L'Associazione Perigeo è arrivata seconda nella graduatoria regionale.
Dirigo da poco più di un anno il progetto Etiopia: Tradizione e Futuro e faccio i migliori complimenti a tutti i miei collaboratori, in particolare a Laura Bacalini, responsabile dell'Ufficio relazioni esterne e cooperazione della Perigeo Onlus.
Presto tutte le informazioni sul mio blog!

9/11/2008

Tramissione radiofonica RADIO RAI 3


RADIO RAI 3 MONDO

Passaggio a Nord Ovest

In diretta dalla 10 alle 11.30


Maurizio Ciampa ne parla con l' ammiraglio EZIO FERRANTE, esperto di geopolitica; FRANCO FARINELLI, professore di Geografia presso l'Università di Bologna; GIANLUCA FRINCHILLUCCI, direttore dei musei scientifici di Fermo; ELISABETTA CASSINA WOLFF, docente di Storia e civilta' italiane all'Universita' di Oslo; LORENZO PINNA, giornalista scientifico.

9/05/2008

Comunicato Stampa

Comunicato Stampa - evento 16 settembre 2008 - Torino

convegno CasaCanada-Rifugio Melano _
Torino 2008 World Design Capital

Data e ora: 16 settembre 2008 - Ore 10:00
Luogo: sala conferenze del TUCANO CONCEPT STORE, Piazza Solferino, 14G/16,Torino

Titolo: "Dall'igloo alla log house. Casa Canada - Rifugio Melano, un esempiodi architettura ambientale compatibile"

Annibale Salsa, Gabriella A. Massa, Davide Sapienza, Walter Patella, John Jonson (quest'ultimo in video-conferenza dal Canada), ci accompagneranno inun viaggio virtuale, dalla preistoria ai giorni nostri, nel design di alcunitipi di abitazione che hanno segnato la storia dell'architettura del Canada:dall'igloo, moderna e funzionale architettura ambientale compatibile di tipopreistorico, alla cabin, dal design essenziale e piccolo mondo di legno di Jack London. Dalla cultura del progetto in ambito abitativo e del desingdelle case in legno in British Columbia a Casa Canada-Rifugio Melano, esempio innovativo di antropologia alpina e mutamento culturale.

L'evento è l'occasione per presentare in anteprima la nuova struttura delRifugio Giuseppe Melano - Casa Canada, nata dalla lodge house già sita aTorino, piazza Valdo Fusi, e sede del Canada durante i Giochi Olimpici diTorino 2006.

9/03/2008

Intervista radiofonica



Ieri in diretta su Radio Rai del Friuli Venezia Giulia è andato in onda un servizio dedicato alla ricerca polare.

In redazione erano presenti Gianguido Salvi (responsabile scientifico del Museo nazionale dell’Antartide di Trieste), il dott. Mauro Messerotti, (Osservatorio Astronomico di Trieste, membro del Comitato Italiano per l'Anno Eliofisico Internazionale, presidente del Comitato Italiano e copresidente del Comitato Europeo per l'Anno Geofisico Elettronico Internazionale) ed Enrico Mazzoli (responsabile area storica del progetto Carta dei Popoli Artici).

Io sono stato raggiunto telefonicamente per parlare dei musei fermani e delle ricerche in corso.

CAI

Vi informo che il numero di Settembre dello SCARPONE, mensile del CAI Club Alpino Italiano, riporta una recensione della CARTA DEI POPOLI ARTICI e delle mostra itinerante I SIGNORI DELLA TUNDRA, appena terminata al Centro per la Montagna Bruno Crepaz.
Il successo dell'iniziativa è rafforzato dall'intervista su Mountain Blog del CAI che, si ricorda, ha dato il patrocinio all'iniziativa, clicca a pagina http://www.mountainblog.it/?p=310




8/29/2008

Resto del Carlino

Villa Vitali una piccola Verona:nell'arena grandi eventi estivi

La nuova Villa Vitali è piaciuta. Quasi 2000 spettatori alla serata inaugurale. Di Ruscio: "Era un dovere restituire questo spazio alla città e alla provincia"
Fermo, 29 agosto 2008- Quando Fermo decide di riscoprire il suo lato mondano fa sempre le cose in grande. Ogni serata evento al Teatro dell'Aquila è sempre il trionfo dell'eleganza e nessuno che manca mai. Oggi c'è un altro posto da frequentare assolutamente, un altro regno d'arte e bellezza che si svela sotto le stelle d'estate. E' tornata Villa Vitali, è tornata con un volto tutto nuovo per cominciare a scrivere una storia diversa senza dimenticare il passato. Sullo sfondo il palazzo, l'arena si apre come un anfiteatro classico e sembra la pietra incastonata su un anello che diventa prezioso. Lo stesso Carlo Valentini che ha curato il progetto ha parlato di un lavoro fatto in punta di piedi, per non disturbare tutti i fantasmi e le storie che la villa conserva.
E allora, l’altra sera, c'era tutto il mondo che conta alla festa inaugurale, a ricevere gli ospiti il sindaco Saturnino Di Ruscio, appena rientrato da un breve periodo di ferie, quasi commosso: "E' bellissimo ricevere qui i fermani, bello restituire loro uno spazio che andava assolutamente valorizzato come merita. Da oggi abbiamo una zona in più per vivere la nostra vocazione di città d'arte e di cultura". Lo stesso Gianluca Frinchillicci, direttore del prestigioso museo polare che la villa custodisce, non ha mancato all'appuntamento e osservava perplesso la gran folla che in un attimo ha riempito il giardino. Il conte Giulio Vinci Gigliucci, presidente di Antiqua Marca Firmana, commentava: "Ero davvero curioso di scoprire come avessero fatto a sistemare in questo angusto spazio ben 1400 posti a sedere. Mi pare che il risultato sia senz'altro entusiasmante, c'è grazia ed eleganza. Fermo merita questa città, peccato che la formula all'aperto poco si adatta alla musica classica, basta un attimo e il vento si porta via note ed emozioni".
Sorridente e per nulla provata dal viaggio olimpico a Pechino è apparsa Clarissa Claretti, atleta fermana che ben ha figurato ai giochi e che ha ricevuto un riconoscimento dalla sua città: "Mi sarebbe piaciuto portare in dono stasera una bella medaglia, non è andata così ma conservo ugualmente ricordi preziosi, i più belli per un'atleta e sono felice di essere qui per questa festa grande". Tanti vip e politici, ma tantissima gente comune che per settimane ha dato la caccia agli ultimi posti disponibili, giovani e meno giovani tutti a commentare, osservare, approvare con un cenno del capo.
Emozionata Gabriella Bracalente nel ricordare il giardino della villa qualche anno fa: "Mi è sempre piaciuto passeggiare qui, all'ombra. Vedere una tale eleganza è un'emozione, sono felice della nuova vita che villa Vitali sta per cominciare". Flora, Maria e Grazia hanno indossato l'abito elegante e non sarebbero mancate per nulla al mondo: "E’ vero, i fermani hanno il dovere di essere qui. Questa villa è nella nostra storia e tocca a noi portare qui dentro vita e entusiasmo". E' giovanissimo Giovanni Donati ma pure lui, da bravo fermano, ama quest'angolo della città: "L'arena così com'è oggi mi ricorda lo Sferisterio di Macerata, è come avere a casa una piccola Arena di Verona. E' bellissimo essere qui e questa serata calda di fine estate è l'ideale per festeggiare questo ritorno".
Angelica Malvatani

8/28/2008

Iniziative Polari

Questo fine settimana è caratterizzato da due iniziativa che a pochi km di distanza coinvolgono le attività polari del progetto "Carta dei Popoli Artici" ed in particolare dello scambio di disegni.

Ad Urbisaglia (MC) ci sarà una mostra dedicata al progetto "Amici dal Mondo" e a Mogliano (MC), nell'ambito dei Festa Ambiente, organizzata da Lega Ambiente, sarà presente uno stand dedicato anche alle ultime iniziative polari, curato da Giorgio Marinelli, presidente della Perigeo onlus.

(Nella foto Giorgio Marinelli - Islanda, ph. G.Frinchillucci)

8/22/2008

partecipazione trasmissione radiofonica


Questa sera sono stato invitato ha partecipare alla trasmissione radiofonica "Con Parole Mie" di Radio Rai 1, in onda dalla città di Fermo e condotta dal bravissimo Umberto Broccoli.

Laregistrazione può essere ascoltata domani su Radio Rai Uno dalle dalle 14:07 alle 15:00.
Ho parlato del prossimo convegno che stiamo organizzando sugli indiani del nord America insieme a Paolo Dioguardi e a Lida Di Iorio.

Sono un grande ammiratore di Umberto Broccoli e sono molto contento di esser stato di nuovo invitato ad una sua trasmissione.

Per me è la terza volta che partecipo ad una trasmissione di Broccoli:

la prima in televisione, la seconda lo scorso anno e di nuovo oggi.

é possibile ascoltare la registrazione dello scorso anno sul sito:


mentre prevedo di mettere presto online anche la registrazione video.

8/13/2008

I signori della Tundra

Resoconto mostra Passo Pordoi Centro di Formazione dl Club Alpino Italiano

Inaugurazione della mostra sui popoli siberiani Nenets – I Signori della Tundra, nell’ambito del progetto Carta dei Popoli Artici.Passo Pordoi, 25 luglio 2008 Centro di Formazione Bruno Crepaz.

Interventi di Annibale Salsa, Vinicio Vatteroni, Fausto De Stefani, Aldo Scaiano, Michele Pontrandolfo


- Perché occuparsi dell’Artico e delle popolazioni native? La figura di Bruno Crepaz e il Centro di Formazione per la montagna del CAI. (a cura di Aldo Scaiano)

La mostra è stata inaugurata da Annibale Salsa, Presidente del CAI Club Alpino Italiano, con significative e toccanti parole: “Esistono legami profondi – ha detto – tra lo spirito esplorativo degli studiosi d’oggi, che hanno realizzato le immagini di questa mostra, e l’anima profonda, originaria, che ha dato vita al nostro Sodalizio. Anche i padri del Club Alpino erano esploratori: scienziati, geologi, appassionati di montagna. Studiavano le terre alte per scoprire la storia geologica del pianeta. Mi sembra che il loro spirito, la loro sete di conoscenza e la passione per la scoperta, rivivano negli esploratori polari di oggi. L’evento che inauguriamo riveste particolare valore per due motivi: perchè appunto si lega alle origini del Club Alpino, e perchè contribuisce a porre lo stesso Sodalizio all’avanguardia nella sensibilizzazione verso i cambiamenti climatici e verso civiltà portatrici di culture minoritarie”.

L’apertura della mostra ha visto la partecipazione di diversi dirigenti del Cai, dai Vice-Presidenti Nazionali Valeriano Bistoletti e Umberto Martini, a Francesco Carrer del Comitato Direttivo Centrale, a Emilio Bertan presidente GR Veneto; oltre a Gianni Pezzei, Vicesindaco di Livinallongo; l’alpinista Fausto De Stefani, l’esploratore Michele Pontrandolfo e Aldo Scaiano, Presidente del Circolo Polare e co-organizzatore della mostra insieme a Gianluca Frinchillucci e Luciana Vagge Saccorotti.
Bepi Cappelletto, responsabile del Centro Bruno Crepaz ha fatto gli onori di casa e inaugurato la giornata del Convegno. I lavori sono stati aperti da Vinicio Vatteroni, Responsabile Nazionale CAI per i convegni e le iniziative culturali, che ha sottolineato come uno degli obiettivi principali dell’iniziativa sia “di stimolare soci e i visitatori ad avvicinarsi alla conoscenza delle culture di altri popoli”.
Fausto dei Stefani ha posto l’eccento sull’importanza di capire e di tutelare le popolazioni native dagli eventi che stanno coinvolgendo l’area artica in seguito al forte cambiamento climatico: “Solo nell’incontro diretto con altri popoli e altre culture – ha detto – saremo in grado di apprezzare le bellezze che il mondo ci offre. L’iniziativa che inauguriamo oggi può essere un momento prezioso per sensibilizzare il pubblico su uno straordinario patrimonio culturale che purtroppo rischiamo di perdere”.

Michele Pontrandolfo ha illustrato la sua esperienza nel raggiungimento del il Polo Nord Magnetico a piedi, percorrendo 72 giorni a piedi e da solo; inoltre, ha risposto alle molteplici domande del pubblico, prevalentemente composto da giovani. Annibale Salsa, Presidente Generale del Club Alpino Italiano, ha sottolineato il concetto di “alpinismo orizzontale” come fondamentale per comprendere lo spirito delle esplorazioni. Le montagne non possono essere solo ascese in verticale, ma deve esserci un momento di conoscenza diffusa del territorio. Analogamente, i poli del pianeta vanno intesi, a giudizio di Salsa, come “l’ultimo regno del sogno per l’uomo”.
Aldo Scaiano ha illustrato la Carta dei Popoli Artici, nata da un’idea di Gianluca Frinchillucci, esploratore e Direttore dell’Istituto Geografico Polare di Fermo, fatta propria dal CNR Polarnet e dal IPY - Comitato Organizzatore dell’Anno Polare Internazionale e dal Circolo Polare.In Italia ha avuto il Patrocinio del CAI Club Alpino Italiano.La Carta dei Popoli Artici è un progetto che vuole far conoscere il territorio e le popolazioni native dell’Area Artica, soggetta a un forte cambiamento climatico che sta generando nuove e delicate prospettive geo-politiche e territoriali.

Per maggiori informazioni e leggere tutto l'articolo di Aldo Scaiano:


Musei Scientifici di Fermo

Il centro Bruno Crepaz

Bruno Crepaz era compagno di cordata di Enrico Mazzoli e ora ne centro a Lui dedicato c'è la nostra mostra dei "Signori della Tundra".
Riporto una scheda preparata da Aldo Scaiano per illustrare sia il centro che la figura del grande alpinista.
Il Centro di Formazione per la Montagna “Bruno Crepaz”

Il Centro di Formazione per la Montagna “Bruno Crepaz” è la struttura polifunzionale a livello nazionale del Club Alpino Italiano dedicata ad ospitare le attività tecniche, scientifiche, didattiche promosse dagli organi centrali e periferici e dalle sezioni del C.A.I..
E’ dedicato alla memoria del forte alpinista triestino Bruno Crepaz, ospita inoltre analoghe iniziative promosse dalle altre associazioni alpinistiche aderenti all’U.I.A.A..
Si trova al Passo Pordoi, a m. 2.239 s.l.m., sulla SS n. 48 delle Dolomiti a circa 12 Km da Canazei (Trento) e 9 Km da Arabba (Belluno), sul confine tra le regioni del Veneto e del Trentino-Alto Adige.

(scritto ripreso da una bacheca esposta nella sala conferenze del Centro Bruno Crepaz).

Uno scritto autobiografico di Bruno in “alpinismo perché” (1981) riporta:
“evidentemente ci deve essere stata una specie di predisposizione naturale che mi ha spinto in questa direzione, derivante magari dalle mie origini: i miei avi paterni erano infatti gente di montagna, di Pieve di Livanallongo, mentre dall’altro lato, un bisnonno marinaio dalmato era stato protagonista di una leggendaria spedizione al Polo Nord.
Mi piace pensare che da questo miscuglio di cromosomi, impressionati da visioni di tramonti sulle pareti Nord della Civetta e di aurore boreali sulla banchisa polare, derivi l’attrazione che la montagna esercita su di me e lo confermerebbe anche il genere di alpinismo che prediligo, quello esplorativo, dove la ricerca del nuovo, l’avventura, si sovrappongono all’aspetto puramente tecnico della scalata.
Fin dall’inizio dell’attività ho dato preferenza alle prime ascensioni, alle salite invernali, ai gruppi meno noti delle Alpi o di altre catene europee o extraeuropee. Un riallacciarsi alle tradizioni dell’alpinismo triestino, ma anche un bisogno quasi istintivo di ricerca, di esplorazione, di completamento delle mie conoscenze, di senz’azioni e di esperienze nuove.
Ma soprattutto è il desiderio di lasciare qualcosa di incognito, non di razionalizzare tutto, di non barare nel rapporto con la montagna per cercare di toglierle il suo ruolo naturale di più forte che mi spinge in questo modo, per esempio a non usare i chiodi ad espansione oppure ad evitare vie che già conosco o molto chiodate.
Forse il comportarmi cosi è stata la mancanza di alcune vie di moda nell’elenco delle mie ascensioni, ma forse per questo riesco ancora a trovare l’entusiasmo dei primi tempi - anche se sono passatoi più di vent’anni - ed a considerare sempre la montagna come un modo di vivere, per me il più valido”.
Questi gli ideali che hanno ispirato e caratterizzato la vita alpinistica di Bruno Crepaz iniziata nel 1947 e conclusasi tragicamente sulla cresta S del Langtang Lirung ( Himalaya nel Nepal) il 18 ottobre 1982.
In questo arco di tempo si contano al suo attivo più di 600 salite riguardanti in maggior parte ripetizioni delle vie classiche di Comici, Solleder, Tissi, Preuss, Cassin, Buhl, ecc. nelle alpi Giulie, nelle Dolomiti e nelle alpi occidentali, assieme alle prime ascensioni anche invernali, alle attività sci-alpinistiche e alle numerose esplorazioni extra-alpine in Turchia, Grecia, Montenegro, Alti Tatra, Bulgaria, Spagna, Marocco, Air (Niger), Iran.
Appassionato di sci di fondo, oltre a svolgere una notevole attività promozionale a favore dei giovani, ha partecipato a numerose gare di fondo e gran fondo, tipo Marcialonga e Vasaloppet.
Notevole il suo rapporto, come dirigente, alla vita associativa della sezione XXX ottobre prima quale componente il Direttivo sezionale poi come Vice Presidente e infine Presidente. Nel comitato di coordinamento VFG ah ricoperto la carica di Vice Presidente. Membro de Club Accademico è stato Segretario e Presidente del Gruppo Orientale. La sua esperienza e le sue capacità lo hanno portato a far parte di varie commissioni a livello nazionale, ricordiamo tra le altre, quale rappresentante del C.A.A.I. all’ U.I.A.A. per il problema della classificazione delle difficoltà. È stato segretario e anche presidente della Fondazione Berti.
Anche se schivo, era un alpinista eccezionale, un dirigente capace, entusiasta, un promotore di iniziative nuove, un trascinatore. Per questo, e ancora oggi, è difficile per quelli che l’hanno conosciuto, colmare il vuoto che ha lasciato.

Progetto Carta dei Popoli Artici

ARTICO – IN OCCASIONE DELL’ANNO POLARE INTERNAZIONALE RAGGIUNTO DA DUE TRIESTINI CAPO TRIESTE, NELLA TERRA DI FRANCESCO GIUSEPPE, A 80° E 37’ DI LATITUDINE NORD


Si è proficuamente conclusa sabato scorso la spedizione della nave russa Polaris alla Terra di Francesco Giuseppe, organizzata dal tedesco Andreas Umbreit in occasione dell’Anno Polare Internazionale 2007 - 2009.

Sulla nave era presente un gruppo di studiosi e di appassionati di astronomia i quali, nel pomeriggio del 31 luglio, hanno potuto osservare nel Mare di Barents un’eclisse totale di Sole, avvenuta – cosa piuttosto rara in quelle zone - con condizioni di cielo quasi sereno.
Concluse le osservazioni astronomiche, la nave s’è inoltrata tra le isole che formano la Terra di Francesco Giuseppe, dove un gruppo di Glaciologi, diretti dal russo Aleksey I. Sharov ha posizionato su alcuni ghiacciai degli speciali rilevatori GPS, destinati a registrare la loro futura evoluzione. Detto lavoro, ufficialmente inserito fra le ricerche dell’Anno Polare Internazionale in corso, servirà a indicare come il surriscaldamento del pianeta stia modificando i ghiacci dell’Artico, con possibili conseguenze di rilievo sul clima dell’intera Terra.
Alla spedizione hanno preso parte pure i triestini Ondina e Enrico Mazzoli, quest’ultimo responsabile dell’Area Storica del progetto “Carta dei Popoli Artici”, coordinato dal direttore del Etnografico Polare di Fermo Gianluca Frinchillucci.
Nell’ambito di tale progetto, avente per fine lo studio della presenza umana – anche in termini storici - nelle regioni polari, Mazzoli ha potuto visitare alcuni dei siti legati alle esplorazioni e alle ricerche scientifiche effettuate in questa terra sperduta tra i ghiacci, e ciò nel 135° anniversario della sua scoperta, avvenuta il 30 agosto del 1873 ad opera del tedesco, ma triestino d’adozione, Carl Weyprecht.
Rientrato dalla spedizione, Weyprecht volle che a un promontorio roccioso della “Champ Island”, avvistato dal suo compagno d’avventura Julius Payer nel corso delle esplorazioni della Terra di Francesco Giuseppe effettuate nel corso dell’estate del 1874, fosse dato il nome di “Cap Trieste”, e un altro vicino promontorio fosse dedicato alla città di Fiume. Il raggiungimento di Cap Trieste costituiva la meta più settentrionale della spedizione della Polaris, meta alla quale una quindicina di giorni prima aveva dovuto rinunciare, a causa dei ghiacci che ne impedivano l’avvicinamento.
Nel pomeriggio del 4 agosto, nonostante l’imperversare di un forte vento lo sbarco a Cap Trieste ha invece potuto avere luogo, consentendo così a Enrico e Ondina Mazzoli di essere quasi certamente i primi triestini a tornare, dopo 135 anni, nella Terra di Francesco Giuseppe e a toccare quel punto geografico posto a 8o° e 37’ di latitudine Nord, dedicato alla loro città.
Tra le altre cose, la spedizione ha potuto riscontrare come quest’anno i ghiacci della banchisa risultassero insolitamente estesi verso sud, in evidente controtendenza con gli ultimi anni, quando gli stessi tratti di mare ora ghiacciati s’erano presentati perfettamente navigabili.

Nella foto: Ondina e Enrico Mazzoli dispiegano a Cap Trieste, assieme al capo della spedizione Andreas Umbreit, la bandiera della loro città.

Nella mappa: la freccia indica il luogo in cui si trova Cap Trieste, sulla Champ Island.

8/08/2008

Solidarietà

In questi giornbi ho letto di alcune polemiche riguardo il soccorso sul Nanga Parbat, riporto il tetso trovato sul sito di Karl

Calorosi ringraziamenti! - Herzlichen Dank!

A nome di Karl, sentiamo il dovere di ringraziare Agostino da Polenza di Montagna.tv e tutta la Sua equipe per essere stati così pronti ad aiutare I nostri amici in difficoltà. Bentornati Walter e Simon!
Vi aspettiamo per un forte abbraccio. Grazie Per il bellissimo piatto ricordo, che avete fatto con il Vostro cuore, e che ricorda Karl per essere stato a "Fairy Meadow" (prato delle fiabe). Già nel 1° comunicato, Karl scriveva che in questo posto passavano gli angeli. Adesso Karl fa parte di uno di loro.Grazie per non aver mollato e per aver portato Karl sempre con voi, questo dimostra che la via che aveva scelto era fattibile. Karl è stato solo vittima di un incidente. Purtroppo non possiamo riabbracciarlo assieme ai suoi compagni con tutta la gloria, gloria che avrebbe ben meritato. Grazie a tutti gli amici, parenti, vicini che in questi momenti cosidifficili non ci hanno lasciati soli, sempre pronti a dare una mano.

Grazie anche a tutti i visitatori che hanno lasciato un augurio, un Pensiero di condoglianze, un augurio affettivo e di conforto.

Non piangiamo il nostro caro Karl ma siamo contenti di averlo conosciuto, stella alpina che cresceva sempre più all'orizzonte e che adesso continua a brillare negli occhi della Sua cara famiglia.

E a tutte le voci critiche cosa dire? ognuno é libero di avere la sua opinione.

Chi ha conosciuto Karl sa che era una persona semplice e umile, sempre consapevole in quello che faceva e della responsabilitá che aveva andando in montagna.
Ognuno ha diritto di vivere la sua vita e quella di Karl era Particolarmente intensa.

Dio del cielo Signore delle cime
un nostro amico
hai chiesto alla montagna....
Santa Maria
signora della neve
copri col bianco
soffice mantello
il nostro amico il nostro fratello
Su nel paradiso lascialo andare per le Tue montagne
Silke con Alex, Miriam e Marcoi genitori di Karl Caterina, Erich e fratello Peter e il suo coordinatore e amico Herbert Mussner

Aderisco anch'io all'appello di Solidarietà del soccorso alpino Catores con la fam. Unterkircher


"Per soddisfare il desiderio di tanti amici della montagna che vogliano dimostrare la loro solidarietà nei confronti della famiglia del nostro caro compagno Karl, il soccorso Alpino CATORES ha aperto un conto per le offerte con la parola chiave Nanga Parbat".

Banca: Cassa Rurale Raiffeisen di Selva Val Gardena Nome: Unterkircher KarlNumero conto: 000302020076IBAN: IT 30 Q 08238 58680 000302020076SWIFT: RZSBIT21055

8/05/2008

Il profumo dell'Anima


Il profumo dell’anima,
come gli uomini si “sentono”

Alberto Leoncini

(Cacciatore inuit, Groenlandia Orientale, ph. G.Frinchillucci)


Non si tratta di una maldestra rimasticatura di qualche cultura orientale, con un pizzico di sincretismo, fatta dall’aspirante guru di turno, bensì una pregnante iniziativa tenutasi a Porto San Giorgio (AP) il 17 luglio con l’intento anzitutto di fare il punto sui grandi scambi culturali che vedono il maceratese e le Marche come crocevia e poi di ampliare la riflessione sull’incontro fra le culture e il dialogo fra i popoli attraverso la rivisitazione dei grandi personaggi che nel corso della storia se ne sono fatti promotori.
Ben più complesso è stato rispondere alla questione sull’atteggiamento teorico che deve stare a fondamento di chi si rapporta con l’alterità a livello umano, anche perché forse una risposta vera e univoca non ci sarà mai, poiché è sempre labile il confine fra incontro dialogico e inclusivo e negazione della propria identità d’origine. Ciò a livello di riflessione puramente teorica, perché in realtà tutti noi sappiamo che la quotidianità ci abitua a ben più significative bassezze. Preceduta da un concerto del chitarrista spagnolo Ruben Parejo, la serata, svoltasi a villa Murri, ha avuto come relatori Gianluca Frinchillucci, direttore del Museo Polare “Silvio Zavatti” e coordinatore del progetto “Carta dei popoli artici” e Filippo Mignini docente all’Università di Macerata e direttore del Centro Studi “Matteo Ricci”. Ha moderato Cesare Catà, assessore alla cultura di Porto San Giorgio. L’ampia partecipazione di pubblico ha sicuramente rimarcato ulteriormente la pregnanza culturale dei temi che hanno formato l’oggetto della tavola rotonda, rendendo giusto merito alle prospettive di analisi che si sono susseguite in modo complessivamente coerente seppur apparentemente distanti in quanto a contesto e approccio.


Per Frinchillucci si è trattato della prima sortita pubblica dal ritorno della spedizione “Saxum”, che lo ha visto impegnato insieme ad altri ricercatori italiani nel distretto di Ammassalik (Groenlandia Orientale) fra i mesi di giugno e luglio 2008, durante la quale è stata compiuta, tra l’altro una mappatura genetica della popolazione maschile. I risultati della ricerca si preannunciano estremamente importanti ancorché incompleti al momento della relazione, pertanto dopo una breve descrizione delle attività dell’Istituto di cui è direttore e dei contenuti delle sue ricerche il fulcro della serata è stato il rapporto con le popolazioni indigene, con le quali ha avuto lunghe frequentazioni in Perù, Etiopia e Groenlandia, e sul concetto di profumo dell’anima come metodologia di creazione di un rapporto su un piano paritario con le popolazioni indigene
Il concetto di “profumo dell’anima” nella sua disarmante semplicità, affonda le radici nelle ancestrali conoscenze e intuizioni dell’uomo, difatti è uso presso quelle popolazioni annusare il palmo della mano degli altri individui al fine di sentire il profumo della loro anima e di coglierne la purezza o la malvagità partendo dall’assunto che un’anima malvagia sia putrida e dunque emani un odore sgradevole. Questa concezione è stata studiata da Frinchillucci e ne ha fatto oggetto di una importante relazione ad un convegno internazionale di antropologia di Parigi lo scorso anno. Sicuramente con la nostra ottica si tratta di un’ingenuità o quantomeno di un’usanza primitiva, ma certamente giudicarla con i nostri occhi che mai hanno vissuto a quelle latitudini e in quei contesti estremi, è un macroscopico errore valutativo. Le sensibilità dei popoli e la loro predisposizione verso il trascendente, infatti, si manifestano sotto multiformi aspetti e credo che il concetto di “profumo dell’anima” vada inserito all’interno del contesto mistico e spirituale tipico di quelle latitudini, che si rifà ad un concetto di umanità assai diverso dal nostro.


La tradizione esplorativa marchigiana, tuttavia, ha radici antiche: Matteo Ricci, gesuita ed evangelizzatore della Cina, era nativo di Macerata e l’impegno profuso nella sua vita è stato tutto volto ad adattare il messaggio cristiano alla realtà cinese, ben conscio del divario esistente fra le due concezioni culturali, pertanto ha indirizzato la sua missione alla “preparazione del terreno”. Condizione imprescindibile affinché il messaggio cristiano potesse trovare cittadinanza in una cultura che ancor oggi segna una cifra di profondo stacco dalla nostra e non sono casuali i problemi di convivenza che nella vita di tutti i giorni ci troviamo ad affrontare. Questo suo impegno è stato oggetto della relazione di Mignini, il quale ha posto l’accento sull’atteggiamento di Ricci nel porsi in una posizione dialogica ed empatica verso quella popolazione così diversa ma così piena di tradizioni e culture da non poter essere banalmente liquidata con un po’ di catechismo di circostanza. E non si può negare che abbia avuto esiti proficui, questo suo modo di porsi poiché ancor oggi Matteo Ricci e considerato una figura degna di grande stima e considerazione culturale prima ancora che spirituale.



A cura di Alberto Leoncini, inviato all’evento.
http://www.abcveneto.com/

8/04/2008

Dirigibile Italia", una base nel cuore del Polo Nord dove si svolgono diverse attività di ricerca



16.07.2008 20:07:21
La visita del sottosegretario Alfredo Mantica alla base "Dirigibile Italia"
Roberto Azzolini Coordinatore del network di Ricerca Polare, presente all'incontro, ha descritto la visita del sottosegretario Mantica

Ny-Alesund (Norvegia) - Ny-Alesund, come si legge sul sito del network di Ricerca Polare (Polarnet) gestito dal Centro di Ricerca Nazionale (CNR), è un importante nodo ed una stazione di riferimento in un network di osservatori sulla geofisica e l'ambiente artico. Dà la possibilità di raccogliere e gestire importanti dati di lungo termine sull'ambiente artico, di primaria importanza per lo studio di fenomeni globali. Facilita inoltre l'implementazione e lo sviluppo di una ricerca a livello mondiale attraverso la cooperazione internazionale.


Nel 1996 il CNR ha stabilito una Stazione Scientifica Artica a Ny-Alesund nel punto in cui nel 1928 la sfortunata spedizione di Umberto Nobile è partita con il dirigibile "Italia". In onore delle vittime della spedizione, su 15 persone a bordo del dirigibile 7 morirono, la base ha assunto il nome "Dirigibile Italia". Nei 350 metri quadri che ospitano i laboratori, connessi attraverso la rete di computer di Ny-Alesund con il sistema scientifico internazionale, le attività che si svolgono sono molte. Dalle ricerche sul clima e l'atmosfera a quelle sulla biodiversità marina, passando per l'idrologia, per fare alcuni esempi. Lunedì 14 luglio, per commemorare le vittime della spedizione guidata da Umberto Nobile e per testimoniare l'importanza della ricerca italiana, il sottosegretario agli Affari Esteri, Alfredo Mantica, ha visitato la base "Dirigibile Italia". Roberto Azzolini, Coordinatore del network di Ricerca Polare, presente all'incontro, ha descritto la visita del sottosegretario.

Come si è svolta la visita?
Il 14 luglio scorso, in occasione degli 80 anni della spedizione del Dirigibile Italia di Umberto Nobile, la stazione artica "Dirigibile Italia" del Consiglio Nazionale delle Ricerche, situata a Ny-Ålesund, nelle Isole Svalbard, si è collegata in diretta via satellite con la base italo-francese "Concordia" in Antartide grazie al coordinamento tecnico dalla sede centrale del CNR di Roma. Si è trattato del primo collegamento diretto in teleconferenza tra Ny-Alesund (Artico) e Concordia (Antartide) gestito dall'Italia ed è avvenuto durante la visita presso la base artica Dirigibile Italia del Sottosegretario al Ministero degli Esteri, Sen. Alfredo Mantica e del Sottosegretario agli Esteri norvegese Dott. Elisabeth Walaas, accompagnati dall'Ambasciatore Italiano ad Oslo Rosanna Coniglio, da personale diplomatico del Ministero e dell'Ambasciata, nonché personale della stampa e della RAI. Per il CNR erano presenti il Dr Giuseppe Cavarretta, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente ed il Dr. Vito Vitale responsabile scientifico del progetto CCTower.

Tutti hanno espresso grande apprezzamento ed emozione per l'evento. Il sottosegretario agli esteri sen Alfredo Mantica, il sottosegretario agli esteri Norvegese, dr. Elisabeth Walaas ed il personale diplomatico e scientifico presente hanno percepito la portata storica di questo primo collegamento fra Ny-Alesund e Concordia, gestito con efficacia e professionalità da un ente di ricerca che ha una presenza autorevole in entrambe le aree. Il Sottosegretario Se. Alfredo Mantica ha voluto sottolineare che la sua presenza a Ny-Alesund è stata una testimonianza dell'attenzione del governo italiano ed ha assicurato il suo impegno per il futuro. Si è augurato che l'Italia sia autorevolmente presente in Artico, come lo era in passato, ora che l'Europa guarda all'Artico con sempre maggiore interesse scientifico ed economico. Il Presidente del CNR Luciano Maiani sottolineato l'importanza strategica delle aree polari nello studio dei cambiamenti climatici e dei loro effetti economici e sociali, ed il ruolo del CNR (e più in generale dell'Italia) in questo scenario. Maiani ha ricordato che il Cnr è il principale organismo per coordinamento della ricerca in Italia e come tale è impegnato a farsi interprete degli indirizzi strategici del gorverno in materia di ricerca scientifica. Il sottosegretario norvegese Elisabeth Valaas ha auspicato che l'attenzione dei governi al ruolo strategico delle aree polari (e dell'artico in particolare) si traduca in un aumento di cooperazione e in un concreto supporto alla ricerca scientifica da parte dei governi. Il prof. Cavarretta, fra l'altro, ha ricordato che gli investimenti in questo settore sono investimenti per le future generazioni in quanto riguardano conoscenze e metodologie per la salvaguardia dell'ambiente globale. Nel corso della visita è stato firmato un importante accordo di cooperazione fra CNR e KB (la socetà norvegeste di gestione della base scientifica di ny-alesund) per la costruzione di una torre italiana per lo studio dei cambiamenti climatici. La torre, in alluminio, sarà altra 30 metri e ospiterà strumentazione italiana ed internazionale, in ambito di specifiche cooperazioni, per l'acquisizione di misure utili allo studio di processi fisici chimici e dinamici della troposfera e dello strato limite di particolare rilievo per la comprensione dei cambiamenti climatici. Una torre gemella è già installata in Antartide a Concordia. L'iniziativa, promossa e finanziata dal Dipartimento Terra e Ambiente, si inserisce nelle attività del Network Polare del CNR Polarnet e rappresenta un significativo contributo del CNR all'Anno Polare Internazionale. Il coordinamento scientifico è affidato al Dott. Vito Vitale dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima di Bologna.

La visita, secondo le stesse parole del sottosegretario Mantica, ha voluto testimoniare l'importanza della ricerca italiana. Al di là di queste dichiarazioni, quale è l'importanza che lo Stato italiano tributa alla ricerca, in particolare alla vostra attività al Polo?
I finanziamenti per la ricerca Polare, hanno subito una drastica riduzione a partire dal 2006. -60% per il Programma Nazionale di Ricerca in Antartide e -70% per l'Artico, in netta controtendenza con quanto ha fatto tutti gli altri paesi impegnati in ricerche polari (tutti i principali paesi industrializzati del mondo), soprattutto grazie all'Anno Polare Internazionale (2007-2008) che ha visto un impegno straordinario in questo settore, dal quale l'Italia è stata sostanzialmente tagliata fuori. L'attività che si è riuscita a svolgere è dovuta al completamento di iniziative già avviate in passato ed ad uno straordinario sforzo del CNR (Diparimento Terra e Ambiente) per garantire una minima, ma qualificata, presenza italiana in Artico.

Come si svolge la vita all'interno della base?
La base artica è occupata quando vi si devono svolgere campagne di ricerca. Per il rimanente periodo è vuota, come quasi tutte le stazioni internazionali di Ny-Alesund. le campagne di ricerca riguardano gruppi di 3-10 persone che risiedono in Base tutto il tempo necessario alla ricerca, che generalmente richiede da un mnimo di 2 settimane ad un massimo di tre mesi. La Base puo' ospitare fino ad un massimo di 7 ricercatori con la loro strumentazione, e fornisce 5 laboratori ed una officina.

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