9/02/2010

Premio divulgatore scientifico

Lo scorso 21 agosto 2010, ho ricevuto il premio come divulgatore scientifico al 12° Festival Internazionale del Cinema Naturalistico e Ambientale, con la seguente motivazione:
"per temperamento e natura non possiamo certamente definirlo un tipo stanziale ed è così più facile incontrarlo tra i popoli indigeni dell'Etiopia, della Groenlandia,della penisola siberiana di Jamal, del Nepal. Per dirla come

Thomas Edward Lawrence è uno di quegli uomini che sognano di giorno e sono dunque uomini pericolosi, giacché ad essi è dato di vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che si avverino.

Ringrazio gli organizzatori per il riconoscimento e il mio amico Davide Peluzzi


(ph. Davide Peluzzi)

8/19/2010

Viaggio in Egitto



Viaggio in Egitto
di Gianluca Frinchillucci

Cairo,  Cairo, 17 novembre 2009
Sono stato in Egitto quattro volte e ogni volta lo apprezzo sempre di più. Sono rimasto stupito alla vista della biblioteca del monastero di Santa Caterina, ho asceso il sacro monte de Sinai dove secondo la tradizione Mosè ha ricevuto le tavole della legge da Dio, bevuto il the con i beduini, immerso nelle splendide acque del Mar Rosso, entrato nelle tombe della Valle dei re e camminato tra le colonne del tempio di Karnak a Luxur… avevo però voglia di conoscere il Cairo, entrare nelle piramidi e osservare il tesoro di Tutankhamen nel Museo egizio e visitare il sacrario italiano di El Alamein.
Nel mio piccolo paese è nato un missionario comboniano che ora vive al Cairo, Padre Giuseppe Cruciani. Ci conosciamo da sempre in quanto era amico di mio padre. Lui mi invita a raggiungerlo al Cairo per conoscere la sua realtà missionaria.
Quando arriviamo al Cairo è ormai sera e attraversiamo una città caotica. Raggiungiamo la sede dei comboniani, padre Giuseppe Cruciani ha settantatré anni, è nato a Sant’Angelo in Pontano, il mio paese, ed era amico di mio padre. Ha passato la maggior parte della sua vita in Sudan è laureato in biologia e dal 1991 sta al Cairo. La sua casa è appena dieci minuti a piedi dal Museo del Cairo.
Tra i tanti ricordi curiosi che ho di lui da bambino, c’è ne è uno legato alla sua grande passione per l’elettronica: usava una radio Sony a onde larghe che prende le stazioni di tutto il mondo. Ne ero affascinato. Tra i tanti ricordi dei nostri incontri evocati appena visti, c’è stato anche questo e padre Giuseppe ha preso una vecchia scatola e me l’ha data: conteneva la radio che avevo sognato in gioventù. “Ormai è superata, usiamo il cellulare per tutto”, mi ha detto. Per me rimane uno degli oggetti magici della mia adolescenza: essere collegati con tutto il mondo.
Padre Giuseppe assiste una comunità di profughi sudanesi sfuggiti ai massacri nella loro terra. Stiamo un po’ con loro e coinvolgiamo  i bambini della scuola comboniana nel nostro scambio di disegni “Amici dal mondo”. Visitiamo anche le suore di Madre Teresa che assistono orfani e anziani in uno dei quartieri più poveri del Cairo.
Con Padre Giuseppe visitiamo anche la zona vecchia del Cairo, tra cui il pozzo di Mosè accanto alla sinagoga e la chiesa che sorge nel luogo dove secondo la tradizione ha vissuto Maria e Giuseppe con il piccolo Gesù.
Organizziamo una visita al sacrario militare di El Alamein dove riposano riposano i paracadutisti della Folgore, i carristi della Littorio e dell’Ariete, i fanti della Pavia e i ragazzi libici inquadrati nelle file dell’esercito italiano. Quest’ultimi sepolti vicino ad una bella moschea. La battaglia di El Alamein è stata da molti paragonata a quella delle Termopili del 19 agosto del 480 a.C.
Rendiamo omaggio alle tombe dei caduti e Laura lascia un messaggio molto commovente sul registro dei visitatori.
Ripartiamo e lungo la strada troviamo una lapide: “Mancò la fortuna no il valore”. Le truppe italiane arrivarono a 111 km da Alessandria. Noi raggiungiamo la celebre città per visitare l’area del porto dove sorgeva il faro.
Arriviamo al Cairo molto tardi e ci addormentiamo parlando di Tutankhamen. Il giorno successivo partiamo per le piramidi con una guida trovata da padre Giuseppe. Si chiama Pietro, italianizzando il suo nome. Ha lavorato nel commercio con un signore di Bari e conosce qualche parola d’italiano. È molto simpatico e ci racconta in inglese un paio di barzellette sui carabinieri.
Con lui partiamo alla scoperta del Cairo faraonico.
La prima tappa è a Saqqara, la necropoli della città di Menfi. Il sito è vastissimo e decidiamo di concentrare la visita solo su pochi elementi. La prima tappa è la visita esterna della grande piramide a gradoni di Zoser. È stata costruita nel 2800 a.C. e raggiunge i 62 metri di altezza.
L’architetto Imhotep che l’ha costruita, ebbe la rivoluzionaria intuizione di rompere con la tradizione, infatti, fino a quel momento le tombe erano sotterranee costruite con mattoni di fango. La sua straordinaria capacità di lavorare la pietra gli permise di creare la più grande struttura in materiale lapideo.
Poco più avanti, in direzione nord-est, c’è la piramide di Teti, il primo Re della VI Dinastia e la visitiamo, con una simpaticissima e improbabile anziana guida egiziana. Ci invita a fotografare l’interno e ovviamente ci chiede una piccola mancia all’uscita. Ci sono pochissimi turisti a visitare il sito e l’atmosfera è molto emozionante.
Dopo uno stretto corridoio sulla sinistra c’è la camera sepolcrale, saccheggiata nel passato, con il sarcofago di basalto. Nel soffitto sono raffigurate le stelle e le pareti sono coperte di geroglifici.
Scatto alcune fotografie stupende dell’interno che stridono un po’ con la vista esterna della piramide depredata nell’antichità. La piramide si Teti è stata scoperta dall’archeologo francese Mariette nel 1850 e in origine era a gradoni colmati e rivestiti di calcare.
Ripartiamo dopo la visita per raggiungere le tre piramidi più famose: quelle di Giza.
In Egitto, alla sinistra del corso del Nilo ci sono circa settanta piramidi che ci accompagnano da 4500 anni. Le più famose sono le tre dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino, risalenti alla IV dinastia (2700-2500 ca. a.C.), l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino ai giorni nostri.
Nei loro pressi sorgono la Sfinge, alcune piramidi minori e diverse tombe di funzionari. Lo spettacolo è imponente. Camminiamo da una piccola altura e raggiungiamo le piramidi attraversando un breve tratto di deserto. Entriamo nella piramide più grande, quella di Cheope.
Non mi lascio andare ad espressioni del tipo “non è terrestre”, ma sento dentro di me una forte carica spirituale. La grande camera sepolcrale all’interno della piramide è un opera di ingegneria perfetta.
Al suo interno un gruppo di giovani occidentali sta praticando la meditazione.
Probabilmente il Faraone non ha mai riposato nella camera e allora a cosa è servita? Come è stato possibile creare un’opera così perfetta? Quali conoscenze avevano? Come hanno spostato i massi. Milioni di massi dal peso di alcune tonnellate ciascuno.
In Italia, poco prima della partenza sono entrato in contatto il geometra civitanovese, Elio Diomedi, l’uomo che ha elaborato una teoria rivoluzionaria che potrebbe spiegare come sono state costruite le piramidi, e la sua non è un’illuminazione extraterrestre, ma solo buon senso e tanta genialità. Lui ha pensato ad una particolare slitta in legno e a un sistema di trasporto basato su piccoli assi in legno. Con il suo sistema pochi uomini possono spostare pesi enormi.
Diomedi ha ipotizzato l’uso di rotaie in legno accuratamente ingrassate con grasso animale dove sopra scivola una slitta con il masso da trainare.
Elio mi mette in contatto con M. S., un archeologo egiziano che lavora al Museo egizio e collabora con Zahi Awass, il più famoso archeologo egiziano, il nuovo Indiana Jones.
Il prof. Awass e il dott. S. sono venuti spesso nelle Marche per incontrare Elio Diomedi. Di lui il prof. Awass ha affermato: Personalmente non so se gli Egiziani hanno usato davvero la tecnica proposta da Elio ma sicuramente è la più logica. Se credo nella reincarnazione, devo credere che Diomedi fu l’architetto che progettò la Piramide”. Non mi rendo molto conto della scoperta di Diomedi, ne parlo a lungo con il dott. Sadek al Museo del Cairo. È molto giovane ed elegante. Ci dice subito che poiché conosciamo Elio Diomedi siamo amici suoi. Ha una stima infinita per il geometra marchigiano, dice subito che nessuno ha mai raggiunto al mondo i suoi risultati. Parla perfettamente l’italiano ed è un vero fiume in piena.
     Su indicazione di M. visito la stanza n. 79, dove c’è appeso alla parete un’anonima slitta in legno, numero di catalogo 5460. Il sogno degli archeologi egiziani e sperimentare l’uso della slitta secondo la teoria di Elio Diomedi.
La visita la museo egizio mi produce la sindrome di Stendhal. Ho gli occhi lucidi e i sensi confusi. M. S. mi aspetta seduto fuori l’entrata del Museo. Lo cercano moltissimi dipendenti, lui risolve tutte le incombenze e ci racconta del suo Egitto.
“I due terzi del materiale archeologico egiziano è ancora da scoprire”, dice Sadek, e continua: “ il prof. Awass sta collaborando ad una legge che propone il carcere a vita per i saccheggiatori di tombe. Intorno alle piramidi di Giza ci sono ancora tantissime cose da trovare ma il prof. Awass ha il sogno di scoprire la vera camera sepolcrale della grande piramide, probabilmente ancora intatta nascosta da muri molto spessi. Con un piccolo robot è entrato in un cunicolo e ha trovato una porta sigillata, ora deve capire come entrare senza far crollare tutto.”
Parliamo di e della Valle dei Re: “mancano alcune tombe di faraoni all’appello. Il professore è convinto che ne troverà una, prima o poi, saccheggiata o intatta, comunque ancora non scoperta”.
Gli racconto della mia recente visita con la famiglia alla Valla dei Re e della passione di mio figlio per le antichità egizie e per la tomba di Tutankhamen. Mio figlio qualche giorno fa è rimasto incantato da un documentario su il prof. Awass e la tomba del faraone bambino, letteralmente affascinato. È incuriosito dalla cosa.
Racconterò al prof. Awass di tuo figlio e cercherò di farti ricevere quando tornerai. Così tuo figlio avrà una tua foto con lui.
Esco dal museo e con i miei amici andiamo verso la missione. Nessuno parla, siamo tutti assorti e ripensiamo al bellissimo incontro che abbiamo fatto e agli oggetti visti.  Ripenso alla frase che capeggia sul sito ufficiale del prof. Awass: “for me, archaeology, is not a just a job. It combines everything that I could want- imagination, intellect, action and adventure”.
Ripenso ai siti archeologici che ho visitato in tutto il mondo; agli scavi che ho partecipato e alla nostra recente spedizione tra le Ande del Perù alla ricerca della città perduta di Chicuate e non posso non far mia la frase del professore. In particolare non posso non fare un paragone con la straordinaria scoperta della tomba di Sipan, nel 1987 in Perù. In quell’anno l’archeologo peruviano Walter Alva scoprì una tomba intatta di un re Moche, la più grande scoperta dell’archeologia precolombiana. Ho parlato a lungo con Alva e ho passato tanto tempo ad osservare i reperti di Sipan e l tomba. Notavo nelle parole di Susanna Alva, la bravissima archeologa moglie di Walter, la stessa passione e la stessa fede che hanno gli archeologi del museo egizio. Mi torna in mente una frase del film di  Indiana Jones: “L’archeologia è la nostra religione”.
È vero, nella nostra ricerca c’è azione, intelletto, avventura, ma anche una fortissima carica spirituale che ci porta a credere a quello che facciamo come in una fede religiosa, ignorando un mondo di puro scientismo che non vuol più sentir parlare di romanticismo e di sogni, ma solo di realismo e freddezza.
Così continua la mia ricerca dietro i miti del passato, consapevole che non arriverò mai alla fine ma che il mio cammino mi porterà di nuovo anche nel cuore dell’Egitto, e chissà magari un giorno ad imitare i grandi archeologi del passato nelle loro scoperte.

8/09/2010

9 Agosto 2010: la Perigeo International e la Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni del Mondo

 Ph: giovane surma dell’Etiopia meridionale (Omo Valley), ph: G.Frinchillucci

Grande successo per l’organizzazione internazionale Perigeo Onlus unica associazione italiana le cui iniziative sono state segnale dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni del Mondo indetta proprio dall’ONU per il 9 agosto.

Sono svariati i progetti portati avanti dalla Perigeo a fianco di questi popoli: Perù, Groenlandia, Etiopia e Nepal sono i principali scenari all'interno dei quali opera sia nel settore della divulgazione scientifica che in quello dei rapporti culturali e, da poco, anche con azioni mirate di aiuto umanitario.

Le iniziative sono state ideate dal direttore Gianluca Frinchillucci, membro della società antropologica italiana, che dal 1991 si occupa di popoli indigeni con studi tematici in particolare sugli Ashaninkas della Selva Central e sugli Inuit della Groenlandia orientale e da Laura Bacalini, responsabile dei progetti dell’associazione, che da anni segue il direttore nelle campagne di ricerca sul campo e nelle relazioni internazionali.

I rapporti con gli uffici delle Nazioni Unite sono stati curati da Marija Herceg, delegata dalla Perigeo per i rapporti con l’Etiopia e responsabile della sede croata dell’associazione.

In particolare la Perigeo co-organizzatrice insieme ad Arte Nomade di Montelago Celtic Festival, ha curato nel corso della manifestazione i dibattiti sul tema delle identità culturali e dei rapporti con i popoli indigeni, untiamente alla realizzazione di pannelli espositivi e la proiezione di un video dedicato ai Nency della penisola di Yamal, ottenendo tra l’altro, più di 1000 nuovi contatti soltanto nelle due giornate del festival.



Tra le iniziative in corso della Perigeo a fianco dei popoli indigeni segnaliamo:

- Musei senza frontiere, il progetto dell’associazione che crea e utilizza musei etnografici come strumenti per la promozione della pace e del dialogo interculturale. Musei intesi come ponti tra culture e mezzi di salvaguardia delle identità;

- Scambio disegni tra popoli indigeni, nato con gli Inuit di Ammassalik (anno polare internazionale) e ora esteso ai Nency della Penisola di Yamal e ai popoli indigeni dell’Etiopia: Surma, Hamer e Ongota.

- I geni raccontano la storia dei popoli, progetto di ricerca genetica portato avanti in collaborazione con l’università di Bologna (Dipartimento di Biologia Evoluzionistica) con campionamenti di DNA nella Valle dell’Omo in Etiopia e tra gli Inuit della Groenlandia orientale.

- Mission Ashaninkas: campagna d’aiuto al villaggio indios San Antonio di Cheni nella Selva Central Peruviana.


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Dott.ssa Laura Bacalini
Responsabile dei progetti della Perigeo onlus

www.perigeo.org

info@perigeo.org

cell. 00.39 3348434719

Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni del Mondo

 9 AGOSTO 2010
Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni del Mondo
International Day of the World’s Indigenous People



    La Perigeo International, nella convinzione che la diversità culturale, in quanto strumento di diffusione e mantenimento della pace, sia patrimonio dell’intera umanità, è impegnata da anni nella tutela e nella valorizzazione delle identità e delle espressioni culturali dei popoli indigeni.
   Tale convinzione trova espressione pratica nel progetto ’’Musei senza frontiere’’ che prevede la creazione di musei etnografici in varie parti del mondo intesi come luoghi di conservazione della cultura materiale dei popoli ma anche strumenti di incontro, studio e approfondimento della cultura immateriale e dei sistemi di conoscenza dei popoli indigeni a cui l’associazione pone un attenzione particolare.

   Il progetto ’’Amici dal mondo - conoscere gli altri disegnando casa’’, portato avanti grazie anche alle basi operative costituite dai musei, consiste nello scambio disegni fatti dai bambini dei popoli indigeni con cui collaboriamo.
Tali disegni portati nelle scuole e nei nostri musei, sono stati mostrati ai bambini e, partendo dai disegni delle case, dei paesaggi e degli oggetti della cultura materiale ,sono statie mostrate ai bambini le differenze culturali e ambientali degli altri bambini.


I Popoli Indigeni con cui la Perigeo collabora sono: i Suri, gli Hamer, gli Ongota e i Kunama dell’Etiopia; gli Inuit della Groenlandia orientale; i Nency della Penisola di Jamal (Siberia occidentale) e i Tamang del Nepal.

La Perigeo è diretta da  Gianluca Frinchillucci

Puntland launches new raid on Qaeda-linked militia

Puntland launches new raid on Qaeda-linked militia

7/05/2010

Spedizione Perigeo



Spedizione Uomo e Ambiente
Perù 2010
Perigeo 



In attesa del comunicato stampa ufficiale comunico che la spedizione è andata bensisimo e che abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi. 

 Siamo partiti con la richiesta alla Perigeo dalla autorità locali che hanno coofinaziato la spedizione. Mentre eravamo a Huancabamba è arrivato il Patrocinio della Lega Ambiente Nazionale. 





Foto di Andrea Zampa. Pierfrancesco mentre osserva Laura e Luca durante i rilievi del lago Inca Rey (Ph: Andrea Zampa)



Uno di noi tre in immersione


Vicino al lago le bandiere della Peigeo, della Sagittarius e della Marchand Company di Franz Rinaldi

Una tenda del nostro accampamento (ph.Andrea Zampa). il forte vento ha distrutto tutto il campo e anche la nostra fedele compagna d'avventura...........lei ci aveva riparato nelle isole svalbard, Groenlandia, varie zone dell'Africa.....

Nella laguna dell'Inca Rey eravamo:

Gianluca Frinchillucci, Massimo Intini, Pierfrancesco Intini, Laura Bacalini, Paolo Pastori, Andrea Zampa, Dionisio Guerrero, Luca Natali, Samuele Sagripanti, Victor Agurto Colina, uno sciamano e il suo assistente.

Feddo intenso, vento fortissimo, in poche parole stupendo!!!!!!!!!!!

6/13/2010

Nuova spedizione in Perù

Anno Internazionale della Biodiversità
Spedizione subacquea della Perigeo International nei laghi di
Huancabamba (Perù)



Il 14 giugno partiamo dall’Italia per la seconda spedizione di ricerca italo – peruviana della Perigeo International dedicata allo studio e alla conoscenza dei laghi presenti nella cordigliera di Huancabamba (Ande del Nord del Perù).



Contestualizzazione:

La spedizione interesserà l’area della cordigliera andina conosciuta col nome di sierra di Huancabamba (Regione Piura, Perú settentrionale).
L’area ha un’importanza strategica molto alta per due motivi essenziali: da una parte per via delle caratteristiche ecologiche di questo delicato ecosistema di alta montagna (chiamato páramo), preziosa riserva di biodiversità, fonte permanente di acqua dolce per la costa desertica piurana e per la capacità di immagazzinare il carbonio atmosferico, contribuendo a controllare il riscaldamento globale; dall’altra parte perché grazie alla presenza delle sacre lagune Huaringas, questi luoghi sono considerati uno dei più importanti centri di medicina tradizionale dell’America Andina.


Precedente di ricerca:

Lo scorso anno nel corso della spedizione “Ande del Nord. Uomo e Ambiente 2009” abbiamo effettuato in questa area una ricerca sulle piante medicinali utilizzate dagli sciamani e curatori delle Huaringas, un’esplorazione del settore del Sural in piena cordigliera, dove esistono le rovine di una sconosciuta città attraversata dal Cammino Reale degli Incas, e un’immersione subacquea in una Huaringas adiacente ai resti del Camino (3600 mt/slm), sulle cui sponde sono state incontrate incisioni su pietra con che suggeriscono una probabile funzione sacrale di quello specchio d’acqua.

Oltre all’immersione nella laguna è stata svolta una ricerca «di altissimo interesse nell’arena scientifica internazionale, in quanto finalizzata alla valutazione della biodiversità acquatica di ambienti – limite di alta quota (3.400 m s.l.m. circa) che manifestano peculiarità ambientali uniche al mondo», per conto dell’Università dell’Aquila - Dipartimento di Scienze Ambientali e sotto la supervisione della prof.ssa Diana M.P. Galassi, responsabile scientifico per la sezione di zoologia acquatica dell’Università dell’Aquila. Le analisi hanno portato alla scoperta di un microrganismo sconosciuto, che sarà presto reso alla scienza.

Già nell’ottobre del 1999 una squadra composta da Gianluca Frinchillucci, Paolo Pastori, l’archeologa peruviana Lorena Zúniga e la guida andina Dionisio Guerrero, effettuò esplorazione attraverso la Cordigliera di Huamaní nel settore del Monte Mójica, che una leggenda locale associa con la città perduta di Chicuate e l’anno successivo, in una seconda ricognizione, vennero ritrovate le misteriose rovine della città perduta che ora stiamo indagando.



Scopi della spedizione “Ande del Nord. Uomo e Ambiente 2010”:

La seconda spedizione della Perigeo in quest’area dovrà servire a confermare i risultati ottenuti durante la scorsa del 2009:

1. Verrà effettuata una seconda immersione subacquea nel lago d’alta quota per realizzare ulteriori campionamenti e analisi per la ricerca di microrganismi;

2. L’archeologa peruviana della perigeo, Lorena Zúniga effettuerà rilevamenti per verificare l’ipotesi che i resti della città perduta corrispondano a quelli della leggendaria Chicuate.

Quest’anno inoltre sono previste ricerche sul DNA per conto dell’Università di Bologna – Dipartimento di Biologia Evoluzionistica..


La Perigeo International

La Perigeo International è attiva fin dalla sua costituzione in esperienze e attività che promuovano la valenza glocal dei concetti di natura e antropologia, con interventi specifici in aree di particolare interesse locale che abbiano ricadute internazionali.
Attualmente è attiva, oltre che in Perù anche in Somalia, per cui è referente delle relazioni con il governo del Puntland, Etiopia e Nepal e è di prossima apertura una sede in Croazia.
In accordo con la vision di cui sopra, promuove interventi di recupero dei patrimoni locali (sia ambientali che culturali) e di promozione degli stessi a livello internazionale attraverso la creazione di reti di diffusione mondiale, come ad esempio nel progetto “Musei Senza Frontiere”.
Opera anche in Italia dove è impegnata in progetti per il recupero e la tutela delle tradizioni popolari. Con il progetto “Le Radici Profonde non gelano” pensato per diffondere una “cultura delle radici“ nelle scuole e tra le fasce più giovani della popolazione, si intende anche favorire l’integrazione degli immigrati attraverso un percorso di conoscenza reciproca che si completa nel progetto “Nuovi Italiani” pensato per le seconde generazioni di immigrati.
Verso il recupero e la diffusione delle tradizioni locali e europee si muove anche la Festa celtica di Montelago, che ogni anno fa rivivere lo spirito di questo popolo nell’Appennino marchigiano insieme con migliaia di giovani, cui la Perigeo partecipa come co-organizzatrice responsabile dei contenuti culturali.
Promuove inoltre attività di formazione in montagna attraverso la gestione di un rifugio e l’organizzazione di corsi.



La spedizione “Ande del Nord. Uomo e Ambiente 2010” è composta da:

Gianluca Frinchillucci, Direttore della Perigeo International, Sub e responsabile della Spedizione
Paolo Pastori, Referente Peruviano della Perigeo International, Storico
Laura Bacalini, Responsabile dei Progetti della Perigeo International
Dionisio Guerrero, guida andina della Perigeo International
Intini Massimo, Sommozzatore responsabile tecnico, Associazione Perigeo International
Intini Pierfrancesco, Sommozzatore, Associazione Perigeo International
Lorena Zúñiga, archeologa peruviana della Perigeo International
Luca Natali, Archeologo, Associazione Perigeo International
Samuele Sacripanti, Organizzazione logistica, Associazione Perigeo International
Andrea Zampa, Biologo, Associazione Perigeo International


Collaboratori dall’Italia
Giorgio Marinelli, Presidente della Perigeo International
Davide Peluzzi, Responsabile della Perigeo International Abruzzo
Francesco Rinaldi, Collaboratore della Perigeo International


Testiomonial:
Umberto Pelizzari

Partners

Intermatica – Telefonia satellitare
Marchand Company – di Umano Alfredo Teodori
Tremiti Diving Center – di Tonino Cappelletti
Mico Beta Tester Team
Foto CMR - Macerata
Leip TV



Pubblicazioni:
Report attività 2009 della Perigeo

Materiale disponibile:
Mostra fotografica dedicata a Huancabamba


Dopo la spedizione andina, dal 1° luglio, ci sarà una seconda parte di lavoro in Perù dedicata ad un progetto sociale che ci vede a fianco di Pilar Urbina, coordinatrice degli educatori di strada di Lima, per un progetto sui bambini di strada e per la ristrutturazione dell’orfanatrofio Juan Pablo primero, nel quartiere periferico di San Miguel.

Presto on line informazioni dettagliate e news dalla spedizione.

6/11/2010

PROGETTO PERU’ - UOMO E AMBIENTE


La Perigeo onlus International per l’Anno della Biodiversità 2010. Programma spedizione subacquea
nelle Ande del Nord del Perù 2010

Paolo Pastori
Responsabile della Perigeo Perù



Scopi della spedizione
La spedizione di Perigeo nelle Ande del Nord del Perú ha come fine la valorizzazione di un delicato ecosistema di alta montagna che costituisce una preziosa riserva di biodiversità ed una fonte permamente di acqua dolce, e che allo stesso tempo rappresenta uno dei più importanti centri di medicina tradizionale dell’America Andina. Le Lagune Huaringas, un gruppo di laghi situati fra i 3000 e i 3500 metri di quota nella sierra di Huancabamba (Regione Piura, Perú settentrionale), occupano da tempo immemorabile un posto importante nella geografia sacra andina, e svolgono ancora ai nostri giorni un ruolo centrale nelle pratiche magico-religiose degli attuali curanderos, eredi di una millenaria tradizione sciamanica, ricevendo ogni anno migliaia di pellegrini che vengono a bagnarsi nelle loro gelide acque, alle quali si attribuiscono speciali proprietà curative. Intorno alle Huaringas esistono inoltre numerosi siti archeologici semi-inesplorati, che sono ancora in attesa di studi sistematici ad opera di specialisti e che, una volta restaurati, potrebbero integrare un originale circuito turistico. La bellezza e la diversità dei paesaggi che si succedono fra la verde vallata interandina del Río Huancabamba, le steppe di alta quota e le cime severe della Cordigliera di Huamaní (nome di questo settore della Cordigliera Occidentale, che si riferisce agli spiriti delle montagne venerati dagli antichi abitanti della regione) sono tali da lasciare un ricordo indelebile nel visitatore.
Purtroppo, questa terra così bella e speciale affronta antichi problemi e nuove minacce: al tradizionale disinteresse da parte delle autorità centrali e regionali, causa di emarginazione e povertà delle aree rurali altoandine, si uniscono i conflitti sociali e le minacce ambientali provocate da un progetto minerario ubicato proprio sulla cordigliera di Huamaní, a ridosso delle sorgenti di tre importanti fiumi (Quiroz, Huancabamba e Chinchipe) e la cui concessione include l’intero settore dei laghi sacri: se il progetto diventasse operativo, le attività estrattive (rame, molibdeno e oro) potrebbero provocare un inquinamento devastante, in grado da un lato di contaminare le falde acquifere e far scomparire i boschi di alta montagna, e dall’altro di sradicare per sempre la tradizione dei curanderos delle Lagune Huaringas.
La spedizione di Perigeo Onlus in quest’Anno della Biodiversità 2010, ha pertanto lo scopo di valorizzare il potenziale della zona di Huancabamba e l’armonioso equilibrio attualmente esistente fra risorse naturali e patrimonio spirituale, allo scopo di favorire l’ecoturismo, la conservazione dell’ambiente e l’identità culturale delle popolazioni locali. Nel corso della spedizione saranno effettuate immersioni nei laghi della cordigliera, realizzando video e fotografie subacquee. Si svolgeranno incontri con le comunità e le autorità locali, e si informerà la popolazione dei risultati della precedente spedizione attraverso una mostra fotografica.

Precedenti di ricerca
Nell’ottobre del 1999 una squadra composta dall’antropologo Gianluca Frinchillucci, lo storico Paolo Pastori, l’archeologa peruviana Lorena Zúniga e la guida andina Dionisio Guerrero, effettuò una breve esplorazione attraverso la Cordigliera di Huamaní nel settore del Monte Mójica, che una leggenda locale associa con la città perduta di Chicuate.
Fra giugno e luglio 2009 si è svolta la spedizione “Ande del Nord 2009” di Perigeo Onlus, nel corso della quale sono state effettuate diverse attività, tra cui una ricerca etnobotanica sulle piante medicinali utilizzate dagli sciamani e curatori delle Huaringas, un esplorazione del settore del Sural in piena cordigliera, dove esistono le rovine di una sconosciuta città attraversata dal Cammino Reale degli Incas, e un’immersione subacquea in un lago vicino, sulle cui sponde sono state incontrate pietre con incisioni che suggeriscono una probabile funzione sacrale di quello specchio d’acqua.

L’ambiente naturale
Alla latitudine di Huancabamba, le Ande cambiano il loro orientamento sudest-nordovest per virare in direzione nordest, e nel contempo diminuiscono la propria altezza media, permettendo alle correnti d’aria umida provenienti dall’Amazzonia di superare l’ostacolo rappresentato dalla Cordigliera e scaricare abbondanti precipitazioni non solo nelle valli interandine ma anche sul versante del Pacifico. Ciò determina un clima molto più mite e meno secco rispetto alle aride e fredde steppe che caratterizzano la regione della “puna”, tipica delle Ande Centrali.
La sierra di Piura, che comprende le due provincie di Ayabaca e Huancabamba, è l’unica zona del Perú dove esiste l’ecosistema del “páramo”, che si estende sino al Venezuela e che insieme ai superstiti boschi di alta montagna possiede un’elevata capacità di trattenere l’umidità atmosferica, per poi liberarla lentamente e costantemente alimentando le acque superficiali e sotterranee que rendono possibile la pratica dell’agricoltura e la vita stessa nelle aride pianure costiere. Mentre i grandi ghiacciai andini stanno sciogliendosi e vanno scomparendo con una rapidità allarmante, prefigurando drammatici scenari di desertificazione e di abbandono delle città della costa peruviana, la funzione della sierra di Piura come fonte permanente di acqua dolce ne fa una risorsa strategica al servizio degli equilibri ambientali e sociali, che potrebbe venir compromessa irreparabilmente in nome di una malintesa concezione dello sviluppo, subordinata agli interessi delle multinazionali straniere.
Tanto i boschi montani, ricchi di alberi d’alto fusto, come il páramo dove invece predominano formazioni vegetali erbacee, ospitano un’importante biodiversità, che comprende specie in via di estinzione come l’orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus) e il tapiro di montagna (Tapirus pinchaque), una grande varietà di uccelli e decine di specie di erbe medicinali. Il clima è caratterizzato da frecuenti precipitazioni e formazione di banchi di nebbia; al di sopra dei tremila metri le temperature sono generalmente basse, anche se molto raramente scendono al di sotto degli 0° C. Il suolo è spesso pantanoso e di color oscuro per l’alto contenuto di sostanze organiche, che lo rende una riserva di carbonio paragonabile a quelle delle foreste pluviali.

Lo sciamanesimo
Gli sciamani di Huancabamba vengono considerati dei curatori carismatici che alla conoscenza delle piante medicinali e delle tecniche terapeutiche della medicina popolare uniscono il dono della visione, che permette loro di individuare le cause reali di una malattia o uno squilibrio psico-fisico, e che viene raggiunta attraverso l’uso sacralizzato di certe piante allucinogene, fra le quali predomina per importanza il “San Pedro” o “Huachuma” (Trichocereus pachanoi), cactus mescalinico dalle proprietà psicoattive affini a quelle del più celebre peyote mesoamericano (Lophophora williamsii).
Gli sciamani di Huancabamba realizzano durante il giorno le loro cerimonie ancestrali in riva ai laghi sacri, dove accompagnano i pazienti per effettuare le abluzioni rituali, e di notte attorno alla loro “mesa curandera”, l’altare che riunisce un insieme di oggetti diversi, disposti in base a una rappresentazione simbolica dell’universo e caricati magicamente del potere degli “encantos”, le entità spirituali appartenenti alle montagne, alle lagune e alle piante medicinali che assistono l’operatore magico che con esse ha stretto un patto (“compacto”). Infatti, come sempre avviene in questo tipo di tradizioni, il mondo è concepito come un tutto animato, in cui ogni essere – uomo, animale, pianta, roccia, montagna, lago, sorgente – è un entità vivente dotata di un corpo materiale e di una controparte spirituale.



5/29/2010

PRESS RELEASE Somalia-Italia

PRESS RELEASE
Thanks to the Perigeo International onlus, in the Puntalnd State
University Somali-Italian relations reborn


Galkayo (Puntland State of Somalia)

The  political  and  cultural Authorities  of Puntland State  of Somalia  and  the  Italian Organization Perigeo International signed on the 13th  of May 2010 an historic agreement in the Somali Studies Center of Puntland State University - Galkayo Compus.

For  the  first  time  in history of Puntland,  relations between  Italy and Somalia have been recovered and a new office was born and started the first “Nucleo of a Ethnographic Museum to safeguard the Somali Cultural Heritage”. Laura Bacalini, projects manager and Gianluca Frinchillucci, Director of Perigeo  International  took part  in  the  Italian mission  to Somalia.

A deep and strong relationship between  Italy and Somalia based on historical  ties was already existing in the past. We think, as you should also think that Italy and Somalia are  friend countries and  the  friends  indeed help  their  friends  in need” as declared by  the Vice-president of the Puntland, Abdisamed Ali Shire.

The  Puntland  Parliament  Speaker,  Abdirashid  Mohamed  Hersi,  quotes  “The broken heart of Somalis can be cured by  the rebirth of  the  inter-relation office among our two populations and our two Countries”.

Hussein Abukar  (Somali  representative of Perigeo  International) declares his will to  see  the Puntland  being  in  close  relationship with  Italy  and with  the  rest  of  the world through cultural and social  ties, as well as with  Italians and worldwide centers,  thanks  to the Perigeo International.

Museums without borders is the title of the Perigeo project carried on in Somalia, which  is already active  in different parts of  the world  like Kofale city  in Ethiopia  (Oromya Region), and with other three museums which are currently at the implementation phase in three other areas of the Country.

Museums as bridges of peace between peoples and  cultures,  little Peacemaking operations. To recover and safeguard the cultural heritage is of primary importance for the future of a population”, as declared by Dr. Gianluca Frinchillucci, conceiver of the Project.

The  idea  has  been  promoted  by  Prof. Mohamed  Jama,  Rector  of  the  Puntland
State University of Galkayo: “After many years of lack from the Somali scene, it is offered
to  Italy  the  opportunity  to  contribute,  together  with  other  Nations,  to  the  Somali
reconstruction;  contribution which  can  determine  an  important  role  for  the  revival  of  the
historical ties and relationships between this two Countries. That’s why I thank the Perigeo
Association for this very important effort
”.

Puntland is a reality that Italy and the whole Europe can not ignore and that is often unclearly  described  by  the  international media,  giving  the  impression  of  a  total  lack  of political  power  presence.  Indeed  this  political  power  is  present  at many  administrations levels,  that  take  care  of  both  social  and  political  affair  and  does  not  want  to  separate Somalia but proposes a federal model for the well being of the whole Country.

The  health  sector  in  Puntland  needs  absolutely  urgent  help  by  the  international community.  There  is  a  doctor  every  40.000  inhabitants  and  the  IDP  (Internal Displaced People) Refugee Camps start  to become a  real problem. We need doctors and medical staff”, this declaration is made by Abdullahi Warsame, Minister of health, to the Perigeo.

 “We believe  that hope will be born again  in Puntland  for  the whole Somalia – as
declared by Laura Bacaliniand we in particular, as Italians, have the moral duty to help
and sustain developments and peace projects here
”.

5/21/2010

news Misna sulla Somalia


www.misna.org
SOMALIA
21/5/2010 8.56
‘MUSEI PONTI DI PACE’, DALL’ITALIA AL PUNTLAND
PER LA CULTURA E NON SOLO


Un’inedita iniziativa per “riallacciare rapporti e relazioni con amministrazioni italiane interessate a gemellaggi e collaborazioni con le nostre qui in Somalia”, nelle parole del governatore della regione del Mudug, Ahmed Ali Salad, creando il primo nucleo di un ‘Museo Etnografico’ che lavorerà per salvare il patrimonio culturale somalo: è il frutto di un accordo siglato in settimana presso il ‘Somali Studies Center’ della Puntland State University di Galkayo, nello stato del Puntland, tra l’organizzazione italiana ‘Perigeo International’ e le autorità politiche e culturali somale.

“Quello tra l’Italia e la Somalia è un rapporto fortissimo che ha radici storiche profonde” ha ricordato il vice-presidente del Puntland, Abdisamed Ali Shire.

Gli ha fatto eco il presidente del parlamento del Puntland, Abdirashid Mohamed Hersi, secondo il quale “la rinascita del legame tra i nostri due popoli e i nostri due paesi potrà essere un grande sollievo per il cuore ferito della Somalia”.

L’iniziativa rientra nel progetto ‘Musei senza frontiere’ portato avanti dall’associazione italiana e già attivo nella città di Kofale in Etiopia, nell’Oromya, e con tre centri in fase di realizzazione in altre aree del paese.

“Musei come ponti di pace tra popoli e culture, piccole operazioni di ‘Peacemaking’. Recuperare e salvare il patrimonio culturale è fondamentale per il futuro di un popolo” ha evidenziato Gianluca Frinchillucci, ideatore del progetto.

Tra le altre priorità del Puntland spicca l’area sanitaria che, ha detto il ministro della Sanità locale, Ali Abdullahi Warsame, “ha urgente bisogno di aiuto e sojavascript:void(0)stegno da parte della comunità internazionale” in un territorio dove si conta un medico ogni 40.000 abitanti e la presenza di campi profughi.
[FB]

http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=273024

5/19/2010

Somalia-Italia


Nella Puntland State University grazie alla Perigeo Onlus International, rinascono le relazioni Italo-Somale

Galkayo (Stato del Puntland Somalo).

È stato firmato giovedì 13 maggio 2010 un accordo storico nei locali del Somali Studies Center della Puntland State University, tra l’organizzazione italiana Perigeo International e le autorità politiche e culturali somale.


Per la prima volta nella storia del Puntland nasce un ufficio per recuperare le relazioni tra Italia e Somalia e il primo nucleo di un Museo Etnografico che lavorerà per salvare il patrimonio culturale somalo.

Quello tra l’Italia e la Somalia è un rapporto fortissimo che ha radici storiche profonde. Noi pensiamo e anche voi dovete pensare che l’Italia e la Somalia sono paesi amici e che il vero amico si riconosce nel momento del bisogno” come ha dichiarato il Vicepresidente del Puntland, Abdisamed Ali Shire.

Il Presidente del Parlamento del Puntland, Abdirashid Mohamed Hersi ha aggiunto che “La rinascita del legame tra i nostri due popoli e i nostri due paesi potrà essere un grande sollievo per il cuore ferito della Somalia”.

Aspettavamo da anni la possibilità di riallacciare rapporti e relazioni con amministrazioni italiane interessate a gemellaggi e collaborazioni con le nostre qui in Somalia” ha affermato il Governatore della Regione del Mudug, Ahmed Ali Salad, che ha affidato all’associazione Perigeo il compito di fare da portavoce a questa ferma volontà.


Il Sindaco di Galkayo, Abdurahman Mohamud Haji, ha aggiunto: “La presenza dell’ufficio della Perigeo in città è un ottimo punto di partenza per la creazione di legami duraturi tra le nostre realtà, anche a livello locale. Abbiamo bisogno di sentirci vicini ai nostri fratelli italiani e di trovare canali che favoriscano la conoscenza reciproca in maniera diretta e capillare”.

La missione italiana è stata composta da Gianluca Frinchillucci, direttore della Perigeo e dalla Responsabile dei Progetti dell’organizzazione Laura Bacalini.

Il referente somalo del progetto è Hussein Abukar il quale ha dichiarato la volontà di far conoscere il Puntland e avvicinare il nostro paese, in particolare nel settore culturale e sociale ai centri culturali e sociali Italiani e mondiali tramite Perigeo onlus.

Il progetto della Perigeo è denominato Musei senza frontiere ed è già attivo nella città di Kofale in Etiopia (nell’Oromya) e con tre centri in fase di realizzazione in altre aree del paese.

Musei come ponti di pace tra popoli e culture, piccole operazioni di Peacemaking. Recuperare e salvare il patrimonio culturale è fondamentale per il futuro di un popolo”, come ha dichiarato Gianluca Frinchillucci, ideatore del progetto.

L’idea è stata promossa dal Prof. Mohamed Jama, rettore della Puntland State Unversity di Galkayo: Dopo tanti anni di assenza sulla scena Somala si presenta l’opportunità per l’Italia di essere presente insieme alle altre nazioni per dare un contributo alla ricostruzione della Somalia, contributo che può essere determinante nel riallacciare le storiche relazioni tra i due popoli. Ringrazio l’associazione Perigeo per questo importante sforzo

Il Puntland è una realtà che in Italia e in Europa non possiamo ignorare e che spesso viene descritta in maniera non chiara dai media internazionali, dando l’idea di totale assenza di potere politico. Invece ci sono vari livelli di amministrazione che gestiscono affari sociali e politici, che non vogliono staccarsi dalla Somalia ma piuttosto proporsi come modello federale, nel bene dell’intero paese.



Nel Puntland la sanità ha urgente bisogno di aiuto e sostegno da parte della comunità internazionale. Qui c’è un medico ogni 40.000 abitanti e abbiamo il problema dei campi profughi e abbiamo bisogno di medici volontari”, uiQuicome ha dichiarato alla Perigeo Ali Abdullahi Warsame, Ministro della sanità.



“Noi crediamo che nel Puntland rinascerà la speranza della Somalia - come ha dichiarato Laura Bacalini - e noi italiani abbiamo il dovere morale di aiutare e appoggiare progetti di sviluppo e di pace in Somalia”.

Per ulteriori informazioni:
Email: info@perigeo.org
www.perigeo.org

Prof. Mohamed Jama
Rettore Puntland State University-Glk, Waran Building
Galkayo, Mudug Region
Puntland, Somalia
(cell. +252-9
0-795005)

Dott. Gianluca Frinchillucci
Direttore Associazione Perigeo International
Via Quasimodo, 5
62012 Civitanova Marche (MC) – Italia
(cell. +39-3313800644).


Didascalie immagini:

1_ I membri della Perigeo incontrano il Vice Presidente del Puntland. Da sx On. Bashir Linen, membro del Parlamento e del Comitato della Sicurezza; Prof. Mohamed Jama Salad, Rettore Puntland State University-Glk; Ministro di Stato per la Sicurezza; On. Abdisamed Ali Shire, Vice Presidente del Puntland; Dr. Gianluca Frinchillucci, Direttore della Perigeo International;Dr.ssa Laura Bacalini, Responsabile della Progettazione per la Perigeo International.

2_ I membri della Perigeo a colloquio con il Ministro della Sanità.

Da sx prof. Mohamed Jama Salad, Rettore Puntland State University-Glk, Primario di Neurochirurgia all’ospedale regionale di Galkayo; On. Ali Abdullahi Warsame, Ministro della Sanità del Puntland; Dr. Gianluca Frinchillucci, Direttore della Perigeo International;Dr.ssa Laura Bacalini, Responsabile della Progettazione per la Perigeo International.


5/08/2010

In viaggio verso la Somalia

Sono rientrato da pochi giorni dal Nepal e già mi trovo in un altro aereoporto internazionale...
aventi ieri sono arrivato a Dubai e ora sto per imbarcarmi su un volo per la Somalia.
è da tanto che coltivo il sogno di questo viaggio nel corno d'africa.

sono stato varie volte a lavorare in Etiopia e una volta mi sono avvicinato alla frontiera somala.
da allora per me è stata un ossessione... voglio andar giù ora per conosocere la situazione attuale.

Sono stato inviatato dalle autorità somale per un progetto di cooperazione e vado per conto della Perigeo, una NPO molto attiva nel campo internazionale.

Rientrerò in Italia il 16 e racconterò il viaggio sulk mio blog.


Ringrazio tutti gli amici e i collaboratori che hanno permesso questo viaggio.

4/27/2010

DESTINAZIONE NEPAL Incontro dedicato al viaggio in Nepal e alla nuova sede della Perigeo dedicata a Giuseppe Tucci


DESTINAZIONE NEPAL

Incontro dedicato al viaggio in Nepal e alla nuova sede della Perigeo dedicata a Giuseppe Tucci



Venerdì 30 Aprile, alle ore 21.30, presso la sede di Corridonia (in via Mattei 127/E) per presentare la nuova sede della Perigeo in Nepal e raccontare il viaggio nell’Himalaya nepalese.

Nel corso della serata verrà proposta una selezione di foto per ricostruire le tappe di questo affascinante viaggio che ha suggellato l’apertura di un nuovo fronte di azioni sociali e culturali della Perigeo, il Nepal, in collaborazione con Arte Nomade.

Seguiremo il racconto dei componenti della spedizione, che hanno avviato la nascita di nuove relazioni di interscambio culturale tra Italia e Nepal.

Vi informiamo che nella mattinata di venerdì ci sarà una conferenza stampa nella Provincia di Macerata dedicata al viaggio in Nepal e alla nuova sede.

Saranno presenti:

Maurizio Serafini, responsabile della Perigeo Nepal
Gianluca Frinchillucci, direttore della Perigeo International
Laura Bacalini, resposabile dei progetti di cooperazione della Perigeo onlus


Alcuni partecipanti del viaggio:
Carducci Samuele, Del Bianco Silvia, Luciani Francesca, Melonari Maria Pia, Rutkowski Marco, Sabrina Mercuri

4/14/2010

Nepal parte 2

In Nepal non sono riuscito a scrivere altre brevi note sul mio viaggio e così adesso che sono rientrato da un paio di giorni provo a buttar giù qualcosa.

Ero rimasto alla prima settimana e al momento che è arrivato Maurizio Serafini con il suo splendido gruppo di viaggiatori. Con lui: Marisa, Federica, Silvia, Maria Pia, Samuele, Marco, Sabrina e Francesca.

Io e Laura nel frattempo continuiamo ad intervistare i tibetani per il libro che racconterà uno spaccato di storia pochissimo conosciuto in Italia: la disperata lotta dei freedom fighter tibetani contro le divisioni dell’esercito della Cina popolare. Portiamo in regalo ai tibetani uno splendido libro su Giuseppe Tucci realizzato da Maurizio che viene molto apprezzato dai nostri amici. Filmiamo tutti i racconti, le storie, i volti. Materiale che arricchirà l’archivio della Perigeo.
Nel frattempo Silvia, Sabrina e Samuele vanno a visitare una scuola per bambini di strada e preparano la strada a Laura che successivamente interverrà per scrivere le convenzioni con la Perigeo che sosterranno i progetti sociali scelti in Nepal.

Martedi 30 marzo è il mitico giorno che apriamo il nostro bellissimo ufficio a Katmandu.
Finiamo di appendere gli ultimi poster, il crest del Comune di Montegiorgio (FM) che ha dato un contributo all’iniziativa, le nostre foto e l’immagine del Nostro Maestro: l’Accademico d’Italia Giuseppe Tucci.

La mattina dopo alle 3 partiamo per le montagne Tamang e Laura rimane a Katmandu per continuare il lavoro. Dovrà registrare la Perigeo onlus in Nepal, fare altre convenzioni con i tibetani, allestire la mostra dei disegni in un orfanatrofio di Katmandu (scelto da Maurizio per i nostri progetti sociali). Rimane con Pancha, referente nepalese dell’ufficio.

Noi troviamo la neve sulle montagne e così dobbiamo fermarci un po’ prima della tappa prevista.

Nelle guide c’è scritto che marzo non è il periodo migliore per vedere le montagne in quanto c’è sempre foschia.. ma è quella foschia che le rende ancora di più magiche e incantate… Silvia continua a ripetere che le montagna si muovono…. camminano… secondo le più popolari leggende delle valli nepalesi..

Iniziamo un trekking che ci porterà nel villaggio di Pancha, dove ho assistito insieme a Laura al primo rito scimananico. più di un trekking diventa un pellegrinaggio dell’anima, tra passi coperti di neve, boschi e ruscelli che sembrano usciti dal Signore degli anelli, sentieri argentati e villaggi tamang e gurung fuori dal tempo..

In uno di questi, ci fermiamo e con Silvia lo visitiamo. È abitato dall’ultima casta, gli intoccabili.
Dopo pochi passi veniamo invitati in una casa dove un guaritore tradizionale sta succhiando sangue dal piede di un giovane paziente, tutta la ferita coperta di mosche e tutto sotto gli occhi della giovane moglie che tiene in mano una neonata. Sembra che sia stato morso da un serpente.. poco più là un anziano sta sputando sangue, una vecchietta respira con fatica..
Chiamiamo subito Federica che fa la dottoressa a Bologna e Samuele che fa il dentista. Con il nostro pronto soccorso vediamo cosa si può fare ma principalmente ricaviamo dati per un prossimo progetto d’aiuto medico nell’area. È un’esperienza che ci prova molto e ci da il senso del nostro pellegrinaggio verso lo sciamano ma anche attraverso la sofferenza di un popolo.
Federica e Samuele sono stati meravigliosi!!!

Il nostro pellegrinaggio continua per 6 giorni fino ad un villaggio dove ci aspetteranno i fuoristrada che ci porteranno nel villaggio di Pancha,
La mattina vengo svegliato dal rumore dei camion e da forti urla: sono i maobadi, i guerriglieri maoisti che per anni hanno fatto la guerra al governo centrale.
Con Maurizio corriamo al villaggio e ne troviamo altri inquadrati militarmente con le bandiere rosse e in attesa di essere caricati sui camion per essere portati ad una manifestazione. Sono giovanissimi, vengono dai villaggi di montagna e probabilmente questo è il loro primo viaggio. Sono entusiasti di partire, si sentono protagonisti della storia, loro che vengono dai villaggi degli intoccabili. I capi non ci permettono di fotografare ma ci fanno assistere.
Sui giornali poi leggiamo che ci sono stati scontri con l’esercito nepalese e ci chiediamo che cosa sia successo a qui ragazzini.

Con circa 4 ore di fuoristrada arriviamo nel villaggio di Pancha e ci prepariamo per assistere ad un n altro rito sciamanico, questa volta celebrato a tre sciamani.
La paziente principale è una giovane donna stupenda, futura sposa gurung. Gli sciamani iniziano a suonare i tamburi e sentono che qualche cosa in lei non va. L’atmosfera di fa concitata, cambiano tamburo e prendono quello “speciale”, per i riti più difficili. Lo appoggiano sulla schiena della donna e poi lo ritirano velocemente, come per tirar fuori qualcosa dal corpo. Poi sacrificano una gallina per scambiare con gli spiriti l’anima della donna. Sembra che tutto sia andato bene. Poi chiedono agli altri presenti se vogliono farsi “vedere” con i loro occhi che scrutano nelle profondità della notte. Due donne si fanno avanti, i tamburi riprendono a suonare e il responso arriva dopo una decina di minuti, una non ha nulla e l’altra va guarita. Riprendono a suonare i tamburi e poi sacrificano la gallina per scambiare l’anima della donna con gli spiriti.
Il rito si conclude verso le 2 di notte.

Nel frattempo nel villaggio di Pancha è arrivata Laura e con lei riprendiamo tutto il rito.
Facciamo una breve sosta nella città di Pokhara e abbiamo la fortuna di conoscere un anziano tibetano che vende oggetti antichi ma che a 13 anni ha partecipato alla difesa di Lhasa. Nelle strade della città tibetana bambini, donne e pochi guerrieri hanno difeso la città santa contro un intera divisione cinese. Si è combattuto strada per strada, un massacro per la popolazione tibetana. Un’epica resistenza che va raccontata e fatta conoscere. Noi stiamo ricostruendo loro storia e ci sentiamo molto coinvolti emotivamente.

A Katmandu ritorniamo dai tibetani, il messaggio che ci lasciano per la conclusione del libro ci lascia senza fiato (a proposito spero che quando uscirà ne possiamo vendere molte copie.. i ricavati vanno per progetti sociali per i tibetani..).

Maurizio guida il gruppo nell’orfanatrofio e consegna una prima offerta dall’Italia, io e Laura continuiamo i nostri incontri con i tibetani e con un famoso antropologo nepalese.

E’ un sogno vedere aperta la nuova sede della Perigeo in Nepal. abbiamo già in programma varie attività, tra cui il libro sulla storia tibetana, un volume fotografico dedicato allo sciamanesimo e un altro dedicato al nostro trekking. In Italia inizieremo subito a proporre mostre e iniziative. la prima sarà dedicata alla Città di Montegiorgio dato che è stata la prima amministrazione italiana ad appoggiarci. Silvia del Bianco Assessore di Montegiorgio ha inaugurato la sede in Nepal e ora come responsabile della Perigeo per il fermano lavorerà alle prime mostre ed iniziative.

Maurizio Serafini è un vulcano di idee e sicuramente saprà riavvicinare i popoli del Nepal a quello italiano attraverso iniziative e viaggi. Si già preparando un meraviglioso itinerario per fine agosto per il Mustang.

Io avrò poco tempo per godermi l’atmosfera magica del Nepal.. già a maggio dovrei andare in Somalia e poi il 14 giugno abbiamo un importante spedizione in Perù.

Però porterò sempre nel cuore l’Himalaya e le sue genti e anche i ragazzi italiani con cui ho condiviso bellissimi momenti.

In internet circolano già alcune nostre foto e anch’io pubblicherò qualche scatti biografico lasciando le altre ai libri fotografici.

NEPAL parte 1

Messaggio pubblicato sul mio facebook.


Katmandu, 28 marzo 2010


E' passata una settimana da quando sono arrivato in Nepal e solo ora trovo un momento per scrivere un breve resoconto per i miei amici in Italia.

Katmandu mi ha rapito subito e i referenti della Perigeo in Nepal sono fantastici.
Abbiamo subito lavorato per aprire l'ufficio della Perigeo International. c'era molta polvere e disordine ma la posizione e’ davvero strategica, infatti, si trova in una delle vie più trafficate dai turisti.

Abbiamo sistemato tutto, appeso foto e bandiere alle pareti, fatto realizzare stemmi, magliette, borsoni personalizzati e abbiamo iniziato a dar vita al nostro piccolo ufficio.

e' dedicato al grande orientalista Giuseppe Tucci e ci proponiamo di creare un ponte culturale con l'Italia. Il centro rientra nel progetto Musei senza frontiere della Perigeo.

Abbiamo scelto come referente italiano dell'ufficio e responsabile della Perigeo Nepal il mio caro amico Maurizo Serafini, profondo conoscitore di Tucci e del Nepal.

una volta sistemato l'ufficio, con un nostro collaboratore nepalese, siamo andati tra le montagne dell'area tamang dove abbiamo incontrato suo zio, uno sciamano molto potente e rispettato.

abbiamo assistito ad un rito di guarigione durato varie ore e terminato a notte fonda.
Suonando il tamburo e cantando lo sciamano e' andato nel fondo degli abissi a recuperare l'anima del paziente che gli spiriti cattivi tenevano prigioniera.
e' stato molto difficile trovare l’anima gli spiriti la tenevano molto gelosamente e una volta ritrovata ha dovuto sacrificare una gallina agli spiriti in cambio dell'anima del paziente.

Poi ha controllato le viscere della gallina per vedere se c'erano problemi e ha appurato che il rito era riuscito.
Abbiamo documentato tutto e fatto una lunga intervista all'anziano sciamano.

Poi con circa 6|7 ore di viaggio (di cui 4 su strade di terra), siamo rientrati a Katmandu.

io avevo già preso contatti con alcuni tibetani per il libro che sto scrivendo su una loro particolare e sconosciuta storia e con molta fortuna abbiamo fatto degli ottimi incontri e delle buone interviste.

Per la comunità tibetana in esilio e' un brutto momento e abbiamo deciso come Perigeo di fare un progetto d'aiuto per un loro gruppo si anziani molto poveri.
e' un lavoro abbastanza difficile perché le autorità nepalesi non vedono di buon occhio i tibetani.
inoltre da pochi giorni e' passata la data del10 marzo, importante anniversario tibetano e ci sono sempre scontri e molti arresti.
Oggi arriva Maurizio e alle 16 ci ricongiungiamo a Katmandu.
Per il nostro centro e’ un importante momento perché arriverà anche il primo gruppo di viaggiatori organizzato da Perigeo e Arte Nomade con i quali andremo a fare un trekking nelle montagne tamang e potrò continuare il mio reportage fotografico per il libro nepalese promesso ai miei amici qui.
Adesso scappo che mi stanno cercando i miei amici.

Grazie a tutti gli amici che mi seguono.

A presto