12/20/2006

forografie viaggio (Groenlandia), parte II

Il Distretto di AMMASSALIK





Bambini di Isertoq che osservano le proprie foto pubblicate sulla rivista "Il Polo".

L'anziano Kulusau mentre suona il tamburo.




Fabrizo Antonelli con Marco, un giovane olandese incontrato a Tasiilaq.





L'esploratore polare Robert Peroni nella Red House


L´artista inuit Gedion con un tupilak, una scultura in osso o avorio raffigurante gli spiriti che vivono tra gli inuit di Ammassalik.

Fotografie viaggio (Islanda) parte I

Il viaggio verso Ammassalik e' ormai al termine e domani ripartiro' per l'Italia.
Ora mi trovo a Reykjavik ed il tempo e' veramente molto brutto.
Ci sono pochissime ore di luce e c'e' una tempesta di vento e pioggia.
Abbiamo visitato alcuni villaggi fuori dalla capitale ed il panorama e' veramente straordinario. E' la terra del ghiaccio e del fuoco.
Oggi pomeriggio, verso le 17, abbiamo mangiato dal vecchio e simpatico Segraffin giu' al porto (a proposito lo consiglio a tutti).
Segraffin cucina una zuppa di aragosta e splendidi spiedini di baccala´.
Sono rientrato nella guesthouse Adam a sistemare le foto (Fabrizio sta facendo l'analisi dei video che ha girato) e ho pensato di inserire qualche immagine del viaggio appena concluso sul mio blog. Si tratta di una piccolissima selezione.
Poi, in seguito, pubblicheremo con Fabrizio qualche racconto di viaggio.
Siamo stati, in Groenlandia, insieme a Giampaolo Visetti, inviato speciale di Repubblica in Russia. E' un tipo veramente in gamba.


La chiesa piu´grande di Reykjavik con il monumento ad Erik il Rosso, il vichingo che scopri' l´America.


Un drakkar con la pua verso l'Oceano.Una scultura dedicata ai vichinghi.

12/17/2006

Misna II

La Misna mi ha chimato in Groenlandia per una dischiarazione sugli U´Wa.
Oggi ho visto che e' riportata da vari siti:

Misna (agenzia missionaria)
Peacereporter
Notizie Tiscali
... e altri

Misna


Riporto una notizia della Misna che mi riguarda:

COLOMBIA 16/12/2006 13.07
AUTORIZZATE PROSPEZIONI PETROLIFERE IN TERRITORIO INDIGENI U’WAS

Diritti Umani, Brief


Riparte da zero la lotta degli indigeni U’was colombiani: il ministero dell’Interno “si è stancato di aspettare una risposta” dalla comunità – scrive oggi il quotidiano El Tiempo - e ha dato il via libera all’impresa petrolifera statale ‘Ecopetrol’ per iniziare le esplorazioni sismiche nei settori di Sirirí e Catleya, nel territorio ancestrale dei nativi. “È una decisione gravissima, per gli U’was la preservazione del ‘territorio sagrado’ è l’unica speranza per la sopravvivenza della loro cultura millenaria, una cultura di pace e solidarietà” dice alla MISNA Gianluca Frinchillucci, studioso dei popoli indigeni, già in missione come osservatore di pace per il rispetto dei diritti umani presso gli U’was, contattato telefonicamente in Groenlandia, dove è impegnato in una ricerca sul popolo Inuit. “Per gli U’was il petrolio è il ‘sangue della terra’ ed estrarlo significa ucciderla – prosegue Frinchillucci -. I tempi imposti dal governo per la consultazione non possono essere rispettati da una comunità che è sostanzialmente isolata, con alti indici di povertà, in una zona stretta nella morsa della guerriglia, dei paramilitari e dei narcotrafficanti. Fino a qualche anno fa esisteva un vasto movimento ambientalista a livello internazionale che sosteneva gli U’was, ma sembra che col passare del tempo abbia prevalso un certo distacco dalla loro causa”. Fin dal 1992, quando si iniziò a concretizzare la possibilità dello sfruttamento delle risorse degli idrocarburi nelle terre degli U’was, gli indigeni si opposero temendo un disastro ecologico di gravi proporzioni; la loro protesta fu repressa in più occasioni dalle forze di sicurezza con morti e feriti. Nel 2001 gli indigeni ottennero una storica vittoria con la fine delle attività della ‘Oxy’ - Occidental Petroleum statunitense, che peraltro ritenne i terreni improduttivi, a cui ora è però subentrata ‘Ecopetrol’ per decisione del ministero delle Miniere e dell’Energia. L’accordo tra ‘Ecopetrol’ e gli U’was, ricorda il giornale, prevedeva “una consultazione preliminare con gli autoctoni, che questi ultimi non hanno accettato”. Il vice-ministro degli Interni, Maria Isabel Nieto ha chiarito che “nessun colombiano può opporsi alle decisioni dello Stato. Non ci sono giustificazioni per le mancate risposte alle richieste di un avvicinamento, quindi consideriamo chiusa la questione”. Evaristo Tegría, membro del ‘consiglio maggiore’ degli U’was, ha replicato che per il momento il suo popolo non ha ricevuto comunicazioni ufficiali dal governo; quando arriveranno, ha promesso, gli indigeni si rivolgeranno alla comunità internazionale.
[CO]

12/12/2006

Monaco

Prima tappa del viaggio Monaco.
Siamo partiti da casa verso le 04.00 della mattina e abbiamo preso l´aereo alle 6.00. Adesso ci troviamo dentro l´aereoporto e verso le 15 ci incontriamo con gli altri.
Questa mattina ho fatto una piccola ricerca su internet riguardo i cambiamenti climatici e su un sito svizzero ho trovato un interessante articolo sullo scioglimento della calotta polare. magari prossimamente lo linko...

12/06/2006

viaggio in Groenlandia




Martedi prossimo parto di nuovo per la Groenlandia orientale.
il mio blog è nato da poco e tenterò di avvicinare i miei amici all'ambiente polare che visiterò.
partirò martedi prossimo da Ancona per raggiungere Monaco dove incontrerò i miei compagni d'avventura: un esploratore polare di chiara fama e un inviato speciale di Repubblica.
poi voleremo in Islanda, via Copenaghen.
mercoledi mattina partiremo da keflavic per Kulusuk, dove arriveremo dopo circa 4 h di volo. Qui aspetteremo l'elicottero che ci porterà a Tasiilaq.

Ritornerò martedi 20 dicembre.
Partirò con Fabrizio, un mio caro amico. Insieme siamo stati in Amazzonia nel 2002 tra gli Ashaninkas, una popolazione nativa della Selva Central, poi anche in Albania, da un nostro caro amico missionario.
Come sempre Giorgio è dietro le spalle e sta sistemando tutto il materiale tecnico.
Useremo una videocamera sony 3 ccd, con relativi accessori (cavalletto, batterie di riserva, microfono, lampada e custodia termica). Come macchine fotografiche useremo: nikon f100, nikon d70s digitale, nikon fm2, richoh e una piccola compatta digitale.
Scopo principale del viaggio è capire come vivono i nostri amici inuit durante la notte polare.

11/23/2006

IPY


Il 2007 è l'Anno Internazionale Polare (www.ipy.org).
Io partecipo con un mio progetto denominato "Carta dei Popoli Artici". Ho coinvolto anche un gruppo di ricercatori italiani.Il link al mio progetto è:
http://www.ipy.org/development/ideas/national/idea251.pdf

11/21/2006

osos polares



HAN ENCONTRADO 20 NADANDO EN MAR ABIERTO
Los osos polares se ahogan por el deshielo del cascote ártico
NUEVA YORK.- Cada vez más osos polares se mueren ahogados debido al deshielo del Ártico, según un estudio científico de un departamento gubernamental de EEUU que cita el diario The Wall Street Journal.
El Servicio de Gestión de Minerales del Departamento del Interior, en un informe que se publicará mañana, calcula que, en el momento en que se hizo un reconocimiento aéreo del Ártico en septiembre del año pasado, 40 osos polares estaban nadando en el mar lejos de cualquier témpano de hielo y "muchos de ellos probablemente se ahogaron".
Los investigadores contabilizaron cuatro cuerpos sin vida flotando en el mar durante el reconocimiento, que se hizo cuando el cascote polar se había retirado a 260 kilómetros al norte de la costa de Alaska, marcando un nuevo récord de deshielo.
En los 25 años de reconocimientos aéreos, no se había visto más de un oso solo nadando en mar abierto al año, y muchos años no se encontró ninguno.
Un catedrático de Biología Marina de la Universidad de Alaska, Richard Steiner, comentó al diario: "Para cualquiera que se pregunta cómo afectará el calentamiento global y la reducción del hielo a los osos polares, la respuesta es sencilla -se mueren".
La organización ecologista Greenpeace ha puesto en marcha una campaña televisiva que muestra cómo una osa y su cachorro se hunden en el mar al deshacerse el témpano de hielo que les apoyaba y que advierte: "Los osos polares podrían extinguirse dentro de poco debido al calentamiento global".

11/20/2006

Congresso inuit a Parigi



( Nella foto l'autore dell'articolo nella Groenlandia Orientale)

A Parigi c'è stato un importante congresso di studi sugli inuit.
Ho preparato un breve lavoro per l'occasione. Sul blog non pubblico tutto l'articolo, ma solo alcune parti. Ho tolto le
note e la bibliografia.

Notes d’un voyage au Groenland oriental.
GIANLUCA FRINCHILLUCCI


Résumé/Abstract :
Cet article entend présenter brièvement deux aspects de la culture inuit traditionnelle dans leur contexte contemporain: la langue et « le parfum de l’âme », une synesthésie commune à d’autres sociétés. L’informateur est un chasseur de quarante-cinq ans environ (district d’Ammassalik), et l’interprète, un alpiniste du Haut Adige qui vit depuis plus de vingt ans dans ce district.


Mots clef
: Inuit, Groenland, chamanisme, âme, synesthésie, Ammassalik, chasse.(...)


L’entretien
Cette communication retranscrit nos entretiens avec notre principal informateur : T. I., chasseur d’Ammassalik. Son grand ami R. P., alpiniste du Haut Adige, a assuré la traduction depuis le dialecte oriental du groenlandais vers italien : lui-même vit à Ammassalik depuis plus de vingt ans et connaît parfaitement les traditions locales. Les conversations ont été enregistrées en septembre 2002, mars 2003 et en août 2005 par mes soins.

La question envisagée était essentiellement double : la langue et le concept, décrit par Ignatussen et confirmé par P., de «parfum de l’âme », mythe étiologique expliquant la signification et la raison de la coutume sociale qui veut que les Inuit se saluent en se frottant le nez ou se reniflant.
Tobias Ignatussen ne connaît pas avec précision son âge, il pense avoir à peu près quarante cinq ans, et comme son père, il est chasseur de profession. Lors de nos conversations, il évoque longuement son rapport avec la chasse et le phoque. Il affirme « sentir » la présence de cet animal, même à une très grande distance ; par ailleurs, il peut comprendre s’il s’agit d’une femelle dont ses petits ont besoin ou d’un animal qui peut être chassé par les hommes. D’emblée, il précise que les Occidentaux le perçoivent comme un « monstre », parce qu’il tue des phoques ; il connaît très bien la campagne de Greenpeace contre l’abattage des bébés phoques. Mais à l’instar des autres chasseurs d’Ammassalik, il n’a jamais tué de bébés phoques.
Je l’interroge sur ses débuts de chasseur : « … j’ai commencé dès l’enfance, mais je ne rappelle pas à quel âge précisément, car j’étais trop jeune. Je sais seulement qu’à quatre ans j’avais déjà tué mon premier phoque. Je ne suis pas allé à l’école parce que je chassais avec mon père. Les chasseurs tournaient pour voir où les phoques se trouvaient et quand ils étaient sûrs de l’endroit, ils construisaient une maison de terre. C’est pour cette raison que je ne connais pas l’endroit où je suis né. Durant mon enfance, nous sommes remontés de 250 km vers le nord, vers Tasiilaq. »

Quel rapport entretient-il avec les proies ?
« Pour moi, le phoque c’est la vie; sans lui, je mourrais tout de suite ».

Il dit éprouver également beaucoup de respect pour l’ours blanc et la baleine. Parler avec les animaux, avec le requin par exemple :

« Je lui présente mes excuses pour l’avoir chassé et une fois que je l’ai tiré sur la glace, je grave sa nuque. À travers le trou ainsi dessiné sort l’âme qui retourne à la mer et s’adresse aux autres requins : “Laissons tranquilles ces chasseurs, si nous dévorons tout le poisson ils n’auront plus rien à manger et mourront – allez-vous-en d’ici” ».

Nous avons soumis à T. I. le questionnaire ethnolinguistique et élaboré les échantillons recueillis. Il nous a raconté que sa première langue, écrite et parlée, est le groenlandais occidental (kalaalliut). Il parle également le danois, ainsi qu’un anglais correct. Chez lui, ce père de famille, tente de maintenir le groenlandais oriental. Il nous explique que le problème de la langue est une affaire des plus sérieuses pour ses enfants : en effet, l’école enseigne le groenlandais occidental là où la famille Ignatussen vit en groenlandais oriental, là où les enfants devront connaître le danois à l’âge adulte.
Selon T., l’école devrait aussi enseigner le groenlandais oriental à l’aide de supports déjà existants, comme les poésies, les chants et les textes traditionnels ; pour sa pratique et sa diffusion, la radio pourrait être un relais efficace, en complément de la télévision locale qui ne transmet des programmes en groenlandais oriental que deux heures par jour.
Un élément essentiel de nos conversations avec T. est « le parfum de l’âme ». T. explique que, pour connaître la nature d’une personne, il est très important de sentir « l’odeur de l’âme ». Pour ce faire, il faut s’approcher des narines de l’autre et inspirer fortement. Il est ainsi possible, par le nez, de « sentir » directement le « parfume de l’âme » et de comprendre aussitôt si la personne est bienveillante ou malveillante. R. P. qui traduit, confirme :
« On raconte qu’au Groenland nous nous embrassons avec le nez. C’est une blague, ce n’est pas vrai. Les Groenlandais s’embrassent avec la bouche comme tout le monde, mais également avec le nez. C’est une approche très intéressante, et qui n’a rien d’érotique ou de sexuel, non, pas du tout ! Les interlocuteurs ainsi en présence se voient, se regardent dans les yeux et puis se rapprochent ; les yeux ne sont qu’une partie des choses, mais l’odorat, le nez complètent l’approche. Si tu es presque leur ami ou s’ils veulent te connaître mieux, alors ils te permettent d’approcher, t’enlacent et, de leur nez, cherchent le tien pour percevoir ensuite « l’odeur de ton âme ». Ils disent que cette âme est première ; les bras les pieds ont également une âme, mais secondaire. L’âme principale demeure, à leurs yeux, dans le cœur. C’est celle-ci qui dégage une odeur. »


La perception de cet élément archaïque est commune à d’autres contextes chamaniques et ethnographiques ; on le retrouve ainsi dans le nord des Andes péruviennes où le chaman perçoit la puanteur, l’odeur de mort qui l’avertit de l’esprit malfaisant (mal corazón) émanant d’un individu, comme en témoigne Mario Polia .
Quelques peuples du Nord disent que le soleil, la lune « chantent » ou « sifflent » leur lumière , et le professeur Cesare Pitto, lors d’un travail de terrain au Nunavut, a observé que des Inuit sifflent à l’aurore boréale pour la voir danser .
Dans la tradition religieuse chrétienne, il existe une phénoménologie qui présente quelques aspects analogues et auxquels on a communément donné la définition d’« odeur de sainteté », c’est-dire le signe tangible d’une élévation spirituelle et d’une participation à la communion des saints qui se traduisent par divers signes, comme la non corruption du cadavre.
Cette synesthésie est également présente dans la tradition littéraire, notamment dans la poétique, en Occident comme en Orient ; il suffit de rappeler par exemple, cet extrait de Tacite :
«Au-delà des Suioni nous trouvons encore une autre mer, tranquille et presque stagnante. Si l’on croit que cette mer constitue l’extrême limite qui entoure la terre, c’est parce que les derniers feux du couchant hésitent jusqu’à l’aurore, avec une luminosité qui fait pâlir les étoiles. On raconte qu’il est possible d’écouter le lever du soleil au-dessus des vagues et de voir la forme de ses chevaux ainsi que les rayons sur sa chevelure »

Ou encore au Japon cette jolie synesthésie qui affleure dans un des haikus du célèbre Matsuo Bashô (1644-1694) :
Umi kurete La mer qui sombre
Kamo-no koe Le cri d’oies sauvages
koroga-ri shiroshi Blancheur évanescente

Ricerca polare


Riporto un articolo pubblicato su ALMANACCO DELLA SCIENZA del CNR dove è citato il mio lavoro.



I musei sotto la lente del Cnr


A Fermo si salvaguarda il mondo artico

Forse l’ultimo posto dove immagineremmo di collocare un museo dedicato al mondo artico e alle sue culture sarebbe l’assolata costa marchigiana. Invece, proprio sul mare di Fermo, nella provincia di Ascoli Piceno, sorge il Museo Polare Etnografico 'Silvio Zavatti' dedicato agli ambienti, ai popoli e alle ricerche polari artiche italiane, un museo di grande interesse scientifico, unico nel suo genere in Italia.
Il Museo è allestito all’interno dell’ottocentesca Villa Comunale Vitali, che ospita una serie di musei scientifici ed è parte integrante dell’Istituto geografico polare, fondato da Silvio Zavatti nel 1944, in seguito alla passione nata per gli iceberg durante i suoi viaggi come Capitano di lungo corso. A lui si deve anche la nascita della rivista “Il Polo” (tuttora pubblicata e divulgata a livello internazionale) e numerosi progetti per la costruzione di una base italiana nel settore antartico norvegese.
Negli ultimi anni il Consiglio nazionale delle ricerche si è avvalso della collaborazione del Museo Polare di Fermo nella realizzazione di molti progetti scientifici significativi. Il Cnr Polarnet (la struttura che coordina i programmi di ricerca dell'Ente in aree polari ed estreme) ha presentato proprio a Fermo, in occasione di una mostra (dicembre 2003-marzo 2004), le ultime scoperte della base scientifica in Artide, nello isole Svalbard, dove i ricercatori spaziano in diversi settori di grande interesse per le scienze ambientali (in particolare gli studi sulla chimica e fisica dell’atmosfera), biologiche, per la tecnologia e anche per le scienze umane.
Più recente è la cooperazione per il progetto “Carta dei popoli artici”, attivo dal 2003 e inserito nei programmi dell’Anno internazionale delle aree polari (Ipy) del 2007, che prevede lo studio delle culture artiche e subartiche. “Gli intensi cambiamenti climatici che interessano la zona intorno al Circolo Polare Artico, Groenlandia in particolare, hanno costretto le popolazioni locali a modificare i propri stili di vita e oggi, complice anche l’influenza negativa della cultura occidentale, molte di loro sono a rischio estinzione. Sviluppare progetti di ricerca e cooperazione, stabilendo contatti in loco con gli Inuit, come sta facendo l’equipe di Frinchillucci, direttore del Museo Polare, nel distretto di Ammassalik, potrà contribuire alla salvaguardia delle culture tradizionali di questi popoli”, spiega Roberto Azzolini, coordinatore del progetto Cnr-Polarnet.
Nel dicembre del 2004, il Museo Polare ha ospitato anche il convegno “Il K2 cinquant’anni dopo”, organizzato dal Cnr, durante il quale sono state raccontate le ultime novità scientifiche relative alle attività di ricerca svolte nell’ambito del Progetto Ev-K2-Cnr presso il Laboratorio Piramide, situato ai piedi dell’Everest.
“La collaborazione tra il Cnr e il Museo Polare”, continua Azzolini, “concretizzatasi anche nella stesura di molti articoli per Il Polo e in un’intensa attività divulgativa, che ha avuto un forte riscontro anche con i giovani delle scuole, ha permesso di riscoprire e riunire un intero popolo di cultori dell’Artico, dimenticato e disperso da troppo tempo”.
Ha sicuramente contribuito a questa rinascita la ricchissima “Biblioteca polare” del Museo, una delle più rilevanti d’Italia, che possiede, oltre alle migliaia di fotografie e documenti raccolti da Silvio Zavatti in quarant'anni d'incessante attività scientifica, anche più di 2.500 monografie e 15.000 riviste che, insieme ad una raccolta di video e cd-rom ne fanno un vero e proprio centro di documentazione.
Il Museo Polare Etnografico 'Silvio Zavatti' si trova a Fermo, in viale Treno 29; è aperto da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Il sabato, la domenica e i giorni festivi è aperto di mattina solo su prenotazione e il pomeriggio dalle 15:30 alle 19.00.
Silvia Biserni
Fonte: Gianluca Frinchillucci, Museo Polare Etnografico 'Silvio Zavatti', Fermo, tel. 0734/226166, 333/1904643, e-mail: gfrinc@yahoo.it; Roberto Azzolini, progetto Cnr-Polarnet, tel. 06/49934629, e-mail: roberto.azzolini@cnr.it; www.museopolare.it

11/07/2006

Caccia alla foca


GLI INUIT CHIEDONO UN RIPENSAMENTO SULL'EMBARGO CONTRO LA CACCIA ALLA FOCA
Canadian Press (traduzione di Davide Sapienza).

ST. JOHN'S -- Un gruppo di rappresentanza degli Inuit di Canada, Russia, Alaska e Groenlandia ha messo sull'avviso i legislatori europei che una ripresa dell'embargo sui prodotti legati alla foca potrebbe devastare le comunità native. Alcuni membri del PArlamento Europeo dicono che la caccia alla foca in Canada è crudele e non sostenibile e che hanno fatto passare una dichiarazione non vincolante che chiede l'embargo dei prodotti legati alla foca. Adesso tocca alla Commissione Europea pronunciarsi e decidere se tramutare in legge questa richiesta.
Intanto il parlamento tedesco, all'unanimità, ha sponsorizzato un embargo sull'import dopo che il Consiglio Circumpolare Inuit, che rappresenta 150,000 Inuit dell'Artico, ha inviato una lettera chiedendo un ripensamento della posizione assunta dai legislatori.
"La legislazione proposta sarebbe una ferita per l'economia e la cultura Inuit, e soprattutto per la spiritualità Inuit, dalle conseguenze inimmaginabili", ha dichiarato Patricia Cochran, capo del consiglio, in una lettera del 18 ottobre 2006.
La lettera spiega che la decisione europea di esentare i prodotti Inuit dall'embargo proposto sui prodotti legati alla foca, non funzionerebbe. L'embargo del 1983 legato ai prodotti ottenuti dalle giovani foche monache bianche, provocò un vero disastro sulle comunità Inuit autosufficienti - ha aggiunto la Cochran nella lettera spedita al cancelliere tedesco Angela Merkel e al commissario per la salute e la tutela del consumatore della commissione europea Markos Kyprianou.
Prima di procedere ha invitato i legislatori a vedere di persona come funzionano le cose nell'Artico.
"Gli Inuit fondano ogni tipo di caccia sul principio dell'uso sostenibile, non su quello soggettivo della pubblica morale, cosa che alcuni governi europei invece sembrano applicare" ha concluso.

11/03/2006

Il Polo



I'm with nenets people in this photo.

Inuit call for rethink of seal-ban proposal

A article very interesting.


Canadian Press
ST. JOHN'S -- A council representing Inuit from Canada, Russia, Alaska and Greenland has warned European legislators that a renewed push to ban seal products could devastate native communities.
Some members of the European Parliament say the annual seal hunt in Canada is cruel and unsustainable and they've passed a nonbinding declaration calling for a ban on imports of seal products. It will be up to the European Commission to determine whether it becomes law.
Meanwhile, the German parliament unanimously endorsed an import ban the day after the Inuit Circumpolar Council, which represents 150,000 Inuit living in the Arctic, sent a letter asking legislators to rethink their position.
"The proposed legislation would hurt our Inuit economy, our Inuit culture, and our Inuit spirituality in unimaginable ways," council chairwoman Patricia Cochran said in a letter dated Oct. 18.
The letter goes on to say the European decision to exempt Inuit products from the proposed seal product ban simply won't work.
The 1983 European ban on products produced from young, whitecoat harp seals wreaked havoc on self-sufficient Inuit, she noted in the letter, sent to German Chancellor Angela Merkel and EU Health and Consumer Protection Commissioner Markos Kyprianou.
She invited legislators to visit before proceeding.
"Inuit base their hunt, all hunts, on the principle of sustainable use, not on the principle of subjective 'public decency' as some European governments seem to be doing," she wrote.

10/18/2006

My Eskimo collection


I’m an Eskimo art collector. I like to look for ethnography’s objects in all over Arctic World.



I like, in particular, the Tupilak (sculpture of bone) to Eastern Greenland.

In the photo, a detail of the bone-pictography. An Eskimo shaman with drum, maybe in an igloo.

I’ve got about one hundred objects: sculptures, Ulu, Kamik, Harpoons…

All days I look to news objects: Harpoon from Alaska, sculptures from Siberia, Tupilak from Eastern Greenland…

I’m looking for kayak and a special Alaskan harpoon.

The history of Eskimo peoples is very interesting.

My collection has been published in an illustrated catalogue of an important Eskimo art exposition.

I hope to publish a catalogue of my collection.

If you that are reading my blog, are interesting of collection Eskimo art, please write me: gfrinc@yahoo.it

Anthropology Eskimo Congress

The following 26 October, there will be a polar congress in Paris.
I’ll take part in the congress with this communication: Notes of travels: conversations with an Eastern Greenland hunter.
I’ll talk about Tobias, my hunter friend and Robert Peroni, a big polar explorer.
For me it’s the first time in an International Anthropology Eskimo Congress.

fiesta "marchigiana"


Hola,
Mi tío Germano vive en Argentina y domingo hace una fiesta.
Si algo de ustedes vive en Buenos Aires, pedes ir y comer con mis amigos del Club Marchigiano San Isidro.
Tu que vas digas que eres mis amigos.
Yo recorderé siempre con amor nos hermanos que viven en Argentina y mi corazón esta siempre junto aquello de ellos.

10/12/2006

Why is an Italian blog written in English? Memories of my travel in Ethiopia.



Ethiopia, January 2006.


I am in a village of Hembeccho in Wolaita.
It is a very poor Ethiopian village, where a friend of mine works as a missionary, Father Angelo Antolini.

I walk and I stop to speak with a child.
I don’t speak a good English and the child asks me why I don’t speak English very well.
I explain that I speak Spanish and he asks me: “ why don’t you speak English?
why do you speak Spanish? All over the world speak English.”
When I came back at the catholic mission I think about him.
Now I decide to study the more spoken language in the world.
And open this blog…

For this my blog is dedicated to my friends in Ethiopia.

10/07/2006

estudio sobre los Asháninka




Ayer he terminado mi primero estudio sobre los Asháninka del Peru.
El título de mi trabajo es: «Il manoscritto em74 dell’Archivio Generale dei Frati Minori. Storia dei primi incontri tra i missionari francescani e le popolazioni della Selva Central peruviana».
Agradezco mucho los nativos de Obenteni, Ponchoni, Valle Samaria, Tres Unidos de Matareni e San Antonio di Cheni, a todos ellos pasonk mároni bé (muchas gracias a todos.

10/06/2006

Italia verso il Polo Nord


My photography exhibit, “Italia verso il Polo Nord” (Italy toward the North Pole) is on display in Copenhagen in the Greenland House.

This is the press release for European newspapers, written by my friend Laura Bacalini:
Great success of participation for the inauguration of the marchigian exhibition dedicated to the arctic researches of the Polar Museum "Silvio Zavatti" of Fermo, performed the last September 27th in Copenhagen.

The photographic exhibition “Italy towards the North Pole - Project Map Of Arctic Peoples”, currently exposed at the House Of The Greenland Culture, is composed of various photographic panels which show the shipments to Greenland and Siberia performed by the director of the Polar Geographical Institute “S.Zavatti”, Gianluca Frinchillucci and by Giorgio Marinelli, president of the “Perigeo” Onlus association. The show is an integranl part of the innovative Research Project “Map – Map of Arctic People”, about tutelage of arctic and subarctic populations, which has been inserted in the foreseen initiatives for the next 2007, the International Polar Year. Furthermore Frinchillucci has described the different research activities, which in these years has marked the Polar Museum Of Fermo. As regards Laura Bacalini presented an important European project about the educational issues of the polar thematics, which see the Town Hall Of Fermo and its Polar Geographical Institute leader of the initiative.

The ceremony of inauguration, had been presented by the director of the Copenhagen Italian Institute of Culture Angela Trezza as one of Denmark’s main initiatives about arctic issues, and has aroused a big interest in the audience attended.
Many were the authorities the organizers boasted the presence: from the Italian embassador Roberto di Leo, to the Swedish one Lars Grunderg, from the South-Africa and Germany embassadors, to the responsible for the Greenland government in Denmark. Special joy has rapresented for the organizer the presence of the famous explorer John Andersen. Numerous has been the international contacts the group has interweaved for future cooperations thanks to this event.
The exhibition will be visitable until next 8th of October and represents one of the biggest cultural events of the capital.

Following the show presentation, the suited have been able to taste some of the more characteristic typical products of the Marche Area: wines, cured meats and cakes have been offered to partecipants by six companies of the Fermo Area: Ceriaci of Ortezzano, Half Moon Of Fermo, the Mattera Of Fermo, Picene Earths of Monteurano, Gallucci Confectioner's and Oven Ripani Of Fermo.

The day has been also an opportunity for the turist promotion of the institutions which have contributed to the realization of the event: Regione Marche, the Town Hall Of Fermo, the Provinces Of Macerata and Ascoli and the Assessorship to the culture of the Montana Community Of The Sibylline Ones.

Leaflet and postcards of the above-mentioned institutions and relatives areas have been distributed during the exhibition and has been trasmitted the Dvd “Fermo: fifth province of Marche” cared by Media Communication. Fabio Scatasta, in representation of the municipality of Fermo, has shown the beauty of the Fermo Area.

10/04/2006

welcome to arctic dreams


Hello,
This is my new blog.

I am an Italian man. I live in the Marche. For me this my first experience writing in English. This blog is in Italian, English and Spanish.

It’s called “Arctic Dreams,” and the title comes from a wonderful book on the Arctic. But I didn’t speak only about the Arctic.
An important polar explorer, Nansen, said: “life is a big dream” and Giovanni Paolo II said: “Life is the realization of the dreams of youth.” My dreams were of the arctic, and so “Arctic dreams”.

I like travel, history of geographical exploration, photography and adventure.