12/14/2008

In ricordo di Franco

Addio Franco, uomo delle montagne

a cura di Ottorino Tosti*
Componente del progetto Carta dei Popoli Artici e membro della spedizione SAXUM


L'altra notte il Corvo, che secondo gli inuit ha creato tutte le cose viventi, è venuto in sogno a trovarmi, e mi ha strappato il cuore. Lo ha portato in volo sopra l'oceano, e lo ha deposto sulle rive ghiacciate del Sermilik.

In quel mondo magico, dove il tempo non ha origine né fine e tutto è possibile conoscere, mi è stato dato di osservare un'Ombra mentre scorrevano gli attimi finali della sua vita, e questo è stato per me un grande privilegio.

L'ho vista salire con passo fermo gli ultimi contrafforti che la conducevano alla vetta più alta, giaciglio designato per il suo sonno eterno.

Su giunta, s'è fermata un istante. Con movimenti misurati, contando gli ultimi istanti di vita, ha volto ancora uno sguardo intorno.
Mi ha visto, e in quel momento mi ha riconosciuto.
Ti aspettavo, mi ha detto.
Sapevo saresti venuto.Non servo a nulla, ho risposto.Non è vero. Mi tieni compagnia.

Era felice della mia presenza.
Poi ha cercato il suo posto, designato fin dal tempo in cui il mondo era solo Pensiero, e lì si è accomodata, sdraiandosi su di un fianco.
Ha posato il gomito ad angolo, e sulla mano ha posato la guancia. Con il capo rivolto verso il Sermilik, ha avuto un ultimo sussulto - forse un gesto di rimpianto per la vita fuggita? - e si è fatta sasso.
È rimasta così, Ombra pietrificata, uno dei mille fantasmi che si agitano inquieti fra le montagne e i ghiacci eterni del Sermilik.
Sono passati trenta giorni da quando Franco Varrassi è morto precipitando sul Corno Grande del Gran Sasso.

Quel Momento, gli spiriti inquieti che popolano il Sermilik si sono sollevati sui loro giacigli di pietra, e hanno lanciato un grido di orrore, vedendolo cadere.

Quando è stato il giorno del suo funerale, il Gran Sasso era presente, ma se ne stava nascosto sotto un cappuccio di nuvole.
Aveva paura a farsi vedere, sapeva di aver combinato un bel guaio, due giorni prima, quando non lo aveva trattenuto mentre precipitava nel vuoto, e osservava tutto cercando di non farsi scorgere.
Ma quando è stato il momento del saluto finale, non ce l'ha proprio più fatta a stare nascosto. Allora si è scoperto il capo, e si è fatto avanti in prima fila, presentandosi in tutta la sua fierezza di vero signore delle montagne, offrendo in omaggio un maestoso tramonto rosso porpora.

Nessuno ha osato accusarlo, nessun dito si è puntato su di lui.
Franco amava questa montagna. È la montagna più bella del mondo, diceva.

Franco era stato con me in Groenlandia nell'estate di quest'anno, e avevamo lavorato insieme nella Spedizione Saxum 2008.Con lui a Tiniteqilaaq abbiamo passato tre giorni portando bambini in giro per il paese sulle nostre spalle, come fossimo dei cavallucci.

Franco era un amico. Insieme, abbiamo parlato spesso del nostro lavoro, della nostra famiglia, dei nostri bimbi. In questi giorni stiamo pensando ad una nuova spedizione al Sermilik.

Nel credo degli Inuit il cielo è una cupola che avvolge la Terra, ed ha un'apertura attraverso la quale le anime salgono al Regno della Luce. Chi ha avuto una morte violenta deve invece percorrere uno stretto e pericoloso sentiero, ma è aiutato dagli Spiriti Celesti, che fanno luce con delle torce lungo tutto il suo percorso: è la luce dell'Aurora.
Questa volta saremo in sei, e avremo con noi uno Spirito Celeste.


*articolo pubblicato su mentelocale.
Nella foto: da sinistra Franco Varrassi e Ottorino Tosti.
L'alpinista ed esploratore polare Franco Varrassi era nato a Colledara, in provincia di Teramo, e aveva cinquant'anni.

12/05/2008

finanziamento progetto

Oggi è arrivata la notizia che è stato approvato un bel finanziamento per una ricerca sulle tradizioni popolari nelle montagne marchigiane.

Abbiamo scritto il progetto con la mia collaboratrice Laura Bacalini e presto metterò online ulteriori notizie.

12/03/2008

Mostra I Signori della Tundra



La mia mostra fotografica "I Signori della Tundra" continua ad esser esposta in tante città italiane, ora si trova a Bergamo...

"Dal 28 novembre 2008 al 6 gennaio 2009, in piazza della Libertà si vedranno iceberg, igloo, orsi bianchi e documentazione fotografica su un popolo artico della Siberia, all’interno di una tensostruttura con al centro una pista di pattinaggio.
L’ idea trae origine dalle celebrazioni 2008 dell’Anno Polare Internazionale. Il patron dell’iniziativa Angelo Bertocchi,una vecchia conoscenza per i bergamaschi per gli eventi sportivi che organizza in tutta la Lombardia, ha trovato il modo quest’anno di offrire ad un vasto pubblico Divertimento e Cultura sfruttando l’esperienza “artica”di Ada Grilli, giornalista nota tra l’altro per aver raggiunto i tre villaggi più a nord del mondo.


La Mostra è divulgata dal Circolo Polare di Milano, con il Patrocinio del CAI Nazionale e vede la collaborazione di Luciana Vagge (testi) e del fotografo Massimo Zanconi di Macerata (CMR Foto) che ha curato la stampa delle foto in Bianco e Nero.


Per visite guidate e laboratori in loco con le classi contattare Leading Edizioni, tel. 035.254547, leadingedizioni@libero.it