Ieri eravamo su Radio Rai1 e sul telegiornale (TG3) regionale delle Marche. Un bellissimo servizio a cura di Patrizia Ginobili.
Riporto un recente comunicato stampa:
Resoconto per immagini della “Spedizione Saxum” indirizzato al pubblico italiano (Groenlandia Orientale giugno/luglio 2008)
Condensare in pochi minuti un intero mese di attività e ricerche è impossibile, tuttavia il grande pubblico non può non venire a conoscenza di un evento così significativo e prestigioso per la comunità scientifica. Otto ricercatori italiani hanno vissuto un mese fra i ghiacci di Ammassalik (Groenlandia Orientale) dirigendo i loro sforzi su vari obbiettivi a carattere multidisciplinare, coordinando assieme molteplici finalità: lo sviluppo sostenibile dell’area, l’instaurazione di relazioni stabili con la popolazione indigena, la preservazione delle culture tradizionali al fine di poterne indagare identità e caratteristiche etnografiche e antropologiche.
Gli ambiti di intervento sono stati i più disparati; vanno menzionati lo sviluppo del progetto “Carta dei Popoli Artici”, che è all’avanguardia a livello internazionale nella catalogazione antropologica della popolazione artica, parallelamente è stato portato avanti lo scambio “Un Inuit per amico”, che, tramite la Perigeo ONLUS di Macerata, mira a creare uno scambio di disegni fra Italia, Etiopia e Groenlandia che siano segno tangibile di come le popolazioni si rappresentano, senza le intermediazioni esterne che inevitabilmente la fotografia comporta. E’ stata poi realizzata una mappatura genetica della popolazione maschile al fine di tracciarne il sentiero genetico. Altre ricerche hanno avuto ad oggetto la vita dei microinvertebrati, la flora artica, le esplorazioni endoglaciali.
Non è dunque privo di motivazioni il sostegno avuto dalla Presidenza della Repubblica assieme al sigillo della stessa, conferito dal Presidente Napolitano, il quale ha espresso il sostegno verso le iniziative volte ad esplorare sotto vari aspetti un’area della terra sempre più strategica ed essenziale nello scacchiere geopolitico e ambientale internazionale.
Questa spedizione è inoltre sintomo della vitalità della tradizione italiana nelle ricerche polari, che affondano le loro secolari radici in epopee che ancor oggi sono di sprone agli studiosi, i quali con coraggio si sacrificano dedicando la loro vita a queste ardue imprese le cui implicazioni, tuttavia, sono concrete e irrinunciabili non solo per la comunità scientifica che sta vivendo il Quarto Anno Polare Internazionale, ma anche per la collettività che beneficia delle ricadute tecnologiche, scientifiche e culturali.
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