In Nepal non sono riuscito a scrivere altre brevi note sul mio viaggio e così adesso che sono rientrato da un paio di giorni provo a buttar giù qualcosa.
Ero rimasto alla prima settimana e al momento che è arrivato Maurizio Serafini con il suo splendido gruppo di viaggiatori. Con lui: Marisa, Federica, Silvia, Maria Pia, Samuele, Marco, Sabrina e Francesca.
Io e Laura nel frattempo continuiamo ad intervistare i tibetani per il libro che racconterà uno spaccato di storia pochissimo conosciuto in Italia: la disperata lotta dei freedom fighter tibetani contro le divisioni dell’esercito della Cina popolare. Portiamo in regalo ai tibetani uno splendido libro su Giuseppe Tucci realizzato da Maurizio che viene molto apprezzato dai nostri amici. Filmiamo tutti i racconti, le storie, i volti. Materiale che arricchirà l’archivio della Perigeo.
Nel frattempo Silvia, Sabrina e Samuele vanno a visitare una scuola per bambini di strada e preparano la strada a Laura che successivamente interverrà per scrivere le convenzioni con la Perigeo che sosterranno i progetti sociali scelti in Nepal.
Martedi 30 marzo è il mitico giorno che apriamo il nostro bellissimo ufficio a Katmandu.
Finiamo di appendere gli ultimi poster, il crest del Comune di Montegiorgio (FM) che ha dato un contributo all’iniziativa, le nostre foto e l’immagine del Nostro Maestro: l’Accademico d’Italia Giuseppe Tucci.
La mattina dopo alle 3 partiamo per le montagne Tamang e Laura rimane a Katmandu per continuare il lavoro. Dovrà registrare la Perigeo onlus in Nepal, fare altre convenzioni con i tibetani, allestire la mostra dei disegni in un orfanatrofio di Katmandu (scelto da Maurizio per i nostri progetti sociali). Rimane con Pancha, referente nepalese dell’ufficio.
Noi troviamo la neve sulle montagne e così dobbiamo fermarci un po’ prima della tappa prevista.
Nelle guide c’è scritto che marzo non è il periodo migliore per vedere le montagne in quanto c’è sempre foschia.. ma è quella foschia che le rende ancora di più magiche e incantate… Silvia continua a ripetere che le montagna si muovono…. camminano… secondo le più popolari leggende delle valli nepalesi..
Iniziamo un trekking che ci porterà nel villaggio di Pancha, dove ho assistito insieme a Laura al primo rito scimananico. più di un trekking diventa un pellegrinaggio dell’anima, tra passi coperti di neve, boschi e ruscelli che sembrano usciti dal Signore degli anelli, sentieri argentati e villaggi tamang e gurung fuori dal tempo..
In uno di questi, ci fermiamo e con Silvia lo visitiamo. È abitato dall’ultima casta, gli intoccabili.
Dopo pochi passi veniamo invitati in una casa dove un guaritore tradizionale sta succhiando sangue dal piede di un giovane paziente, tutta la ferita coperta di mosche e tutto sotto gli occhi della giovane moglie che tiene in mano una neonata. Sembra che sia stato morso da un serpente.. poco più là un anziano sta sputando sangue, una vecchietta respira con fatica..
Chiamiamo subito Federica che fa la dottoressa a Bologna e Samuele che fa il dentista. Con il nostro pronto soccorso vediamo cosa si può fare ma principalmente ricaviamo dati per un prossimo progetto d’aiuto medico nell’area. È un’esperienza che ci prova molto e ci da il senso del nostro pellegrinaggio verso lo sciamano ma anche attraverso la sofferenza di un popolo.
Federica e Samuele sono stati meravigliosi!!!
Il nostro pellegrinaggio continua per 6 giorni fino ad un villaggio dove ci aspetteranno i fuoristrada che ci porteranno nel villaggio di Pancha,
La mattina vengo svegliato dal rumore dei camion e da forti urla: sono i maobadi, i guerriglieri maoisti che per anni hanno fatto la guerra al governo centrale.
Con Maurizio corriamo al villaggio e ne troviamo altri inquadrati militarmente con le bandiere rosse e in attesa di essere caricati sui camion per essere portati ad una manifestazione. Sono giovanissimi, vengono dai villaggi di montagna e probabilmente questo è il loro primo viaggio. Sono entusiasti di partire, si sentono protagonisti della storia, loro che vengono dai villaggi degli intoccabili. I capi non ci permettono di fotografare ma ci fanno assistere.
Sui giornali poi leggiamo che ci sono stati scontri con l’esercito nepalese e ci chiediamo che cosa sia successo a qui ragazzini.
Con circa 4 ore di fuoristrada arriviamo nel villaggio di Pancha e ci prepariamo per assistere ad un n altro rito sciamanico, questa volta celebrato a tre sciamani.
La paziente principale è una giovane donna stupenda, futura sposa gurung. Gli sciamani iniziano a suonare i tamburi e sentono che qualche cosa in lei non va. L’atmosfera di fa concitata, cambiano tamburo e prendono quello “speciale”, per i riti più difficili. Lo appoggiano sulla schiena della donna e poi lo ritirano velocemente, come per tirar fuori qualcosa dal corpo. Poi sacrificano una gallina per scambiare con gli spiriti l’anima della donna. Sembra che tutto sia andato bene. Poi chiedono agli altri presenti se vogliono farsi “vedere” con i loro occhi che scrutano nelle profondità della notte. Due donne si fanno avanti, i tamburi riprendono a suonare e il responso arriva dopo una decina di minuti, una non ha nulla e l’altra va guarita. Riprendono a suonare i tamburi e poi sacrificano la gallina per scambiare l’anima della donna con gli spiriti.
Il rito si conclude verso le 2 di notte.
Nel frattempo nel villaggio di Pancha è arrivata Laura e con lei riprendiamo tutto il rito.
Facciamo una breve sosta nella città di Pokhara e abbiamo la fortuna di conoscere un anziano tibetano che vende oggetti antichi ma che a 13 anni ha partecipato alla difesa di Lhasa. Nelle strade della città tibetana bambini, donne e pochi guerrieri hanno difeso la città santa contro un intera divisione cinese. Si è combattuto strada per strada, un massacro per la popolazione tibetana. Un’epica resistenza che va raccontata e fatta conoscere. Noi stiamo ricostruendo loro storia e ci sentiamo molto coinvolti emotivamente.
A Katmandu ritorniamo dai tibetani, il messaggio che ci lasciano per la conclusione del libro ci lascia senza fiato (a proposito spero che quando uscirà ne possiamo vendere molte copie.. i ricavati vanno per progetti sociali per i tibetani..).
Maurizio guida il gruppo nell’orfanatrofio e consegna una prima offerta dall’Italia, io e Laura continuiamo i nostri incontri con i tibetani e con un famoso antropologo nepalese.
E’ un sogno vedere aperta la nuova sede della Perigeo in Nepal. abbiamo già in programma varie attività, tra cui il libro sulla storia tibetana, un volume fotografico dedicato allo sciamanesimo e un altro dedicato al nostro trekking. In Italia inizieremo subito a proporre mostre e iniziative. la prima sarà dedicata alla Città di Montegiorgio dato che è stata la prima amministrazione italiana ad appoggiarci. Silvia del Bianco Assessore di Montegiorgio ha inaugurato la sede in Nepal e ora come responsabile della Perigeo per il fermano lavorerà alle prime mostre ed iniziative.
Maurizio Serafini è un vulcano di idee e sicuramente saprà riavvicinare i popoli del Nepal a quello italiano attraverso iniziative e viaggi. Si già preparando un meraviglioso itinerario per fine agosto per il Mustang.
Io avrò poco tempo per godermi l’atmosfera magica del Nepal.. già a maggio dovrei andare in Somalia e poi il 14 giugno abbiamo un importante spedizione in Perù.
Però porterò sempre nel cuore l’Himalaya e le sue genti e anche i ragazzi italiani con cui ho condiviso bellissimi momenti.
In internet circolano già alcune nostre foto e anch’io pubblicherò qualche scatti biografico lasciando le altre ai libri fotografici.