Durante la mia assenza curerà la posta elettronica (gfrinc@yahoo.it) la mia collaboratrice Laura Bacalini.
Abbiamo un satellitare e i giornalisti che vogliono tentare di contattarci possono scrivere a Laura.
6/09/2008
Sos Antartide
Non si parla delle condizioni climatiche del Polo Sud ma di quelle della ricerca italiana nel sesto continente. Che dopo 23 anni rischia di rimanere al palo per mancanza di fondi
Il rischio è quello di buttare 500 milioni di euro. È questa la somma che l'Italia ha investito nelle sue ricerche in Antartide dal 1985 a oggi, quando è stato avviato il Programma Nazionale Ricerche in Antartide (Pnra). A oggi, infatti, non sono stati stanziati ancora i fondi per il prossimo anno (già nel biennio 2007-2008 la quota era stata ridotta da circa 30 milioni a 13 milioni di euro) e il tempo sta per scadere visto che se non arriveranno soldi entro la fine di giugno la Pnra Scrl, la società composta da Enea, Cnr, Ingv e Ogs (i quattro enti di ricerca che partecipano alle ricerche in Antartide), si potrà sciogliere come recita il suo statuto.
Una figuraccia per il nostro paese, tanto più che coinvolti ci sono anche enti di ricerca stranieri che fanno affidamento sui nostri scienziati e tecnici. “A causa della mancanza di pianificazione pluriennale e di finanziamenti adeguati, l’Italia sta perdendo quel ruolo di primo piano che aveva faticosamente raggiunto nella comunità scientifica internazionale”, dice Massimo Frezzotti dell'Enea. “Siamo praticamente assenti dalle prossime sfide della ricerca delle perforazioni in ghiaccio. Competenze scientifiche di eccellenza, prima non esistenti, saranno perse e non facilmente rinnovabili: un patrimonio di conoscenze, di giovani ricercatori e infrastrutture faticosamente costruito nell’arco di 20 anni rischia di andare definitivamente perduto”.
Eppure i risultati non sono mai mancati. Lo scorso 24 dicembre, per esempio, si è conclusa a 1.620 metri di profondità la perforazione profonda nel ghiaccio del progetto internazionale Taldice. Cominciato nel 2005, a Talos Dome (2.315 metri di altitudine, a circa 300 chilometri dalla costa), il carotaggio è stato condotto da un’équipe di dieci persone (sei di nazionalità italiana, tre francese e una tedesca), con l'obiettivo di raccogliere campioni di calotta che forniranno informazioni cruciali nella definizione di modelli previsionali delle variazioni climatiche e del livello marino.
Si è trattato di un sistema di grande complessità e nel quale l'essere umano si è inserito modificando le condizioni naturali. Le analisi del ghiaccio – una registrazione dettagliata e continua delle mutazioni ambientali a partire dall’ultima glaciazione – consentiranno ora di capire l'impatto esercitato dai gas serra e dalle polveri, in particolare in relazione a fattori quali la quantità e distribuzione dell’energia solare, le modificazioni nella circolazione atmosferica e oceanica, le variazioni di riflettività della superficie terrestre, l’attività vulcanica e così via.
L’età del ghiaccio raggiunto da Taldice è stimata intorno ai 220.000 anni e sono solo quattro le operazioni che, in passato, hanno ottenuto risultati simili. Oltre all'Italia, paese leader che ha guidato il progetto, a Taldice hanno partecipato Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera (a rappresentare il nostro paese sono stati scienziati dell’Enea e delle Università di Milano-Bicocca, Firenze, Venezia, Trieste e Parma).
Ma malgrado questi buoni risultati sono molte le preoccupazione per il futuro. (l.s.)
fonte: http://www.galileonet.it/news/10136/sos-antartide
Il rischio è quello di buttare 500 milioni di euro. È questa la somma che l'Italia ha investito nelle sue ricerche in Antartide dal 1985 a oggi, quando è stato avviato il Programma Nazionale Ricerche in Antartide (Pnra). A oggi, infatti, non sono stati stanziati ancora i fondi per il prossimo anno (già nel biennio 2007-2008 la quota era stata ridotta da circa 30 milioni a 13 milioni di euro) e il tempo sta per scadere visto che se non arriveranno soldi entro la fine di giugno la Pnra Scrl, la società composta da Enea, Cnr, Ingv e Ogs (i quattro enti di ricerca che partecipano alle ricerche in Antartide), si potrà sciogliere come recita il suo statuto.
Una figuraccia per il nostro paese, tanto più che coinvolti ci sono anche enti di ricerca stranieri che fanno affidamento sui nostri scienziati e tecnici. “A causa della mancanza di pianificazione pluriennale e di finanziamenti adeguati, l’Italia sta perdendo quel ruolo di primo piano che aveva faticosamente raggiunto nella comunità scientifica internazionale”, dice Massimo Frezzotti dell'Enea. “Siamo praticamente assenti dalle prossime sfide della ricerca delle perforazioni in ghiaccio. Competenze scientifiche di eccellenza, prima non esistenti, saranno perse e non facilmente rinnovabili: un patrimonio di conoscenze, di giovani ricercatori e infrastrutture faticosamente costruito nell’arco di 20 anni rischia di andare definitivamente perduto”.
Eppure i risultati non sono mai mancati. Lo scorso 24 dicembre, per esempio, si è conclusa a 1.620 metri di profondità la perforazione profonda nel ghiaccio del progetto internazionale Taldice. Cominciato nel 2005, a Talos Dome (2.315 metri di altitudine, a circa 300 chilometri dalla costa), il carotaggio è stato condotto da un’équipe di dieci persone (sei di nazionalità italiana, tre francese e una tedesca), con l'obiettivo di raccogliere campioni di calotta che forniranno informazioni cruciali nella definizione di modelli previsionali delle variazioni climatiche e del livello marino.
Si è trattato di un sistema di grande complessità e nel quale l'essere umano si è inserito modificando le condizioni naturali. Le analisi del ghiaccio – una registrazione dettagliata e continua delle mutazioni ambientali a partire dall’ultima glaciazione – consentiranno ora di capire l'impatto esercitato dai gas serra e dalle polveri, in particolare in relazione a fattori quali la quantità e distribuzione dell’energia solare, le modificazioni nella circolazione atmosferica e oceanica, le variazioni di riflettività della superficie terrestre, l’attività vulcanica e così via.
L’età del ghiaccio raggiunto da Taldice è stimata intorno ai 220.000 anni e sono solo quattro le operazioni che, in passato, hanno ottenuto risultati simili. Oltre all'Italia, paese leader che ha guidato il progetto, a Taldice hanno partecipato Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera (a rappresentare il nostro paese sono stati scienziati dell’Enea e delle Università di Milano-Bicocca, Firenze, Venezia, Trieste e Parma).
Ma malgrado questi buoni risultati sono molte le preoccupazione per il futuro. (l.s.)
fonte: http://www.galileonet.it/news/10136/sos-antartide
6/06/2008
Iniziative Polari
XIV Festival Internazionale IL TEATRO CHE CAMMINA di Castel San Pietro Terme (Bologna)
Ciclo di incotri sulla diversità culturale e sui diritti dei popoli.
Sabato 7
Inuit della Groenlandia. saranno presenti i seguenti artisti di Ammassalik:Anna Kuitse Thastum; Else Poulsen;Anda Kuitse; Bent Kuitse; Kamilla Bianco; Thala Manikutdlak; Gedion Qeqe;Henning Fontain.
Interverrà anche il Prof Pettener genetista dell'Università di Bologna.
Sabato 14 Tribù Wodaabe dal Niger, Indios dal Messico - Sabato 21, Monaci tibetani in esilio dal monastero di Gaden Jangtse (India). Sabato 28
Mossi dal Burkina Faso.
Gli incontri si terranno a Castel San Pietro dalle 18:00 alle 19:30 nei Sabati 7, 14, 21, 28 Giugno 2008, e vedranno la presenza di differenti comunità appartenenti a popoli la cui identità culturale, per motivi diversi, risulta essere a rischio.
Un inuit per amico
Nell'ambito del progetto "Un Inuit per amico", l'Associazione Perigeo onlus consegnerà domani gli attestati di partecipazione agli alunni della scuola U.Betti di Fermo che hanno partecipato al Progetto.
Il progetto prevede la realizzazione di mostre e scambio di disegni tra bambini di varie popolazioni.
Al momento sono coinvolti:
Al momento sono coinvolti:
Surma e Oromo dell'Etiopia meridionale, Nency (allevatori nomadi) siberiani, Bambini inuit del Distretto di Ammassalik e italiani delle città di Rende (Calabria), Sori (Liguria) e Fermo (Marche).
Una mosytra di disegni inuit è stata allestita nel museo oromo di Kofale, mentre a Milano è in corso una mostra di disegni e fotografie dedicate ai nency.
è prevista anche una mostra in un villaggio di Ammassalik nei prossimi giorni.
6/05/2008
Mostra Fotografica a Milano
Il 3 giugno Aldo Scaiano e Luciana Vagge Saccorotti hanno aperto a Milano la mostra fotografica "I Signori della Tundra". Sono 47 pannelli fotografici stampati su tela che ritraggono vari aspetti della vita quotidiana dei nency di Yamal (Siberia). Sono foto che ho scattato nel 2005 durante una spedizione polare, insieme a Luciana e agli amici spagnoli di Tierras Polares.
La mostra si trova nei locali del CAI di Milano proprio sulla galleria Vittorio Emanuele II, difronte al Duomo.
Gli orari sono:
lunedi, martedi, 14-19
mercoledi-venerdi, 10-19
Ingresso da Via Silvio Pellico, 6
I testi sono a cura di Luciana Vagge mentre l'organizzazione è curata da Circolo Polare.
6/03/2008
La terza volta di Michele
Anche questa volta ce l'ha fatta... il grande esploratore polare Michele Pontrandolfo per la terza volta nella sua vita ha attraversato il ghiaccio VATNAJOKULL (Islanda) in solitaria e in pura etica esplorativa...
è un record mondiale.
Michele è un mio caro amico, con lui sono stato nelle isole svalbard e con lui ho sognato la sua bella spedizione al polo nord geografico, rimandata al prossimo anno.
Per lui e per i pochi altri esploratori che osano attraversare le porte di ghiaccio del mondo artico riporto uno scritto dello scrittore Rinaldi:
“Li vedremo errare come fantasmi sulle infinite distese ghiacciate delle terre polari, oppressi dalle bufere che accecano, assiderano e non finiscono mai.
E allora sarà lo scorbuto, la paralisi degli arti, il congelamento sotto spaventose temperature di quaranta o cinquanta gradi sotto zero, la forzata immobilità dentro tende improvvisate, l’insidia dei crepacci, la necessità di economizzare i viveri sempre troppo scarsi, la tortura, insomma, fisica e morale, a cui gli esploratori opporranno il loro gran cuore, prendendo appunti, osservando, misurando, scrivendo, in una parola, continuando, perché la morte solamente potrebbe spegnere la divina fiamma della loro passione e della loro speranza.
E i nomi dei pionieri, eroi e martiri, affiorano dall’anima alle labbra che vorrebbero subito gridare a gran voce le gesta. Sono tanti, tanti! Di tutti i tempi e di tutti i paesi. Ed io penso che il cuore dei fanciulli sia il sacrario più degno e più adatto a custodir-ne il ricordo, anche perché tra i fanciulli vi saranno certamente coloro che, tuttavia ignari, andranno incontro al proprio destino di esploratore”.
(RINALDI, Le esplorazioni polari, Vallardi, 1945, p.7.)
Per visitare il suo sito: www.artiko.it
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