4/24/2008

Conferenza Club Grandi Viaggiatori

Ricevo e pubblico dal Club Grandi Viaggiatori di Firenze


INCONTRI CIGV Newsletter n. 46 VENERDI’ 9 MAGGIO
Gli sciamani delle Ande


(Sciamano nelle Ande del Nord peruviane, ph. G.Frinchillucci, 2002)


Si svolgerà a Firenze presso la nostra sede in Via Gino Capponi, 26 il prossimo incontro del CIGV toscano con un interessante conferenza su “Gli sciamani delle Ande”. Questa serata è stata organizzata in collaborazione con gli amici della Delegazione Abruzzo e sarà condotta dal Dr. Gianluca Frinchillucci, esperto e studioso di ricerche etnoantropologiche.

Nelle Ande del nord peruviane, nelle province di Ayabaca e Huancabamba, una serie di laghi chiamati Huaringas, situati a circa 4000 metri di quota, sono meta di continui pellegrinaggi da parte delle popolazioni locali e di sciamani locali. Tra il 1991 e il 1999, ha documentato e studiato l’area e alcuni riti sciamanici, spostando poi, negli anni successivi, le ricerche tra gli Ashaninkas del Gran Pajonal nell’Amazzonia peruviana.
Il lavoro di Frinchillucci nelle Ande è stato guidato e seguito dal prof. Mario Polia, antropologo e archeologo romano che dal 1971 studia i riti sciamanici delle Ande peruviane, diventando uno dei maggiori conoscitori a livello mondiale. Solo grazie alla mediazione del Prof. Polia è stato possibile interagire con molti sciamani distinguendone i fenomeni autentici da quelli più di sintesi. Polia oltre ad esser un grande conoscitore dello sciamanesimo è anche un archeologo.

Il reportage che presenterà ci avvicinerà alle Ande del Nord attraverso una serie di riti sciamanici, documentati nei pressi delle lagune incantate (le Huaringas). Oltre le aree di Huancabamba e Ayabaca presenterà una breve panoramica del resto del Perù, soffermandosi su un rito documentato nella Selva Central e un altro nei pressi del Lago Titicaca.

4/21/2008

SPEDIZIONE SAXUM

Nella nostra spedizione SAXUM è prevista una sezione di glaciospeleologia guidata da Ottorino Tosti. Domani a Bologna ci sarà una riunione dedicata alla spedizione e sarò in grado nei prossimi giorni di inserire altre notizie. Molti del nostro gruppo nascono come speleo e per noi è un sogno scendere negli abissi di ghiaccio groenlandesi. In gioventù abbiamo amato lo speleologo Norbert Castaret e fatto proprio il suo motto: "nox illuminatione mea".

In questa pagina riportiamo alcune frasi del dossier preparato dallo speleologo Tosti.

"IL PROGETTO GROENLANDIA è un programma di ricerca, esplorazione e documentazione delle cavità endoglaciali nella Groenlandia orientale.

Il Progetto nasce con lo scopo di promuovere, da parte italiana, un programma di ricerca ed esplorazione delle cavità nei ghiacciai groenlandesi, e si propone di mettere a disposizione il materiale acquisito durante le missioni (fotografie, filmati, oggetti di artigianato, leggende, musica locale, ecc.) quale supporto all’azione di quanti, singoli ed associazioni, si trovano impegnati in prima linea nel sostegno e nella tutela delle popolazioni native e dell’ambiente artico.
Le grotte nei ghiacciai sono ambienti di grande impatto visivo, in cui le luci e i suoni raggiungono sfumature e toni sconosciuti all’occhio e all’orecchio umano. Ciò permette di accedere ad un mondo completamente estraneo alla normale vita quotidiana, paragonabile solo ad una dimensione ‘non terrestre’, tanto quanto altrettanto ‘non terrestre’ è la dimensione marina profonda.Riteniamo che questi ambienti siano ottimi veicoli per stimolare l’opinione pubblica ad interessarsi verso questa porzione dimenticata di umanità.


GROTTE NEI GHIACCIAI?
Ovunque si trovano ghiacciai, si trovano mulini glaciali: in Patagonia, in Groenlandia, in Islanda, in Karakorum e in quasi tutti i ghiacciai temperati con ampie porzioni a pendenza non superiore al 5% e scarsamente fratturati. Tutte condizioni che, durante le ore calde della stagione estiva, attivandosi la fusione dello strato più superficiale del ghiaccio permettono la creazione di un complesso reticolo idrografico.
I torrenti così formati corrono per centinaia di metri sulla superficie ghiacciata, scavando canali tortuosi, detti bedières, profondi, verso la fine di stagioni particolarmente calde, anche alcuni metri, fino a scomparire poi improvvisamente dalla superficie precipitando con fragorose cascate in pozzi dalle pareti perfettamente lisce e verticali.
Sono i cosiddetti 'mulini glaciali', termine coniato verso la fine del 1700 dalle guide di Chamonix per associazione di questo fenomeno naturale con i torrenti che a valle, convogliati nelle case contadine ad azionare i mulini (i cosiddetti mulini a ritrecine), muovevano una rudimentale pala ad asse verticale direttamente collegata alla macina.

E’ morfologia comune a quasi tutte queste cavità aprirsi con un pozzo di 50/60 metri, e possedere una caratteristica forma stellare quando vi confluiscono radialmente più corsi d'acqua.
E’ anche abbastanza frequente che sul fondo di questo primo pozzo le acque si perdano in fessure impraticabili o completamente allagate.

A volte, invece, l’esploratore ha accesso ad una forra, di dimensioni spesso anche considerevoli, lungo la quale procede alternando altri pozzi a tratti orizzontali fino a che, generalmente verso i 100/150 metri di profondità, è costretto ad arrestarsi davanti a un lago-sifone, termine dell’esplorazione umana.
Sono sporadici, e comunque rivolti a particolari studi, i tentativi di affrontare questo ostacolo con tecniche subacquee.
Da qui in poi si dirama un reticolo di drenaggio sommerso che si sviluppa nel cuore del ghiacciaio, senza mai raggiungere il fondo roccioso se non nel caso di ghiacciai di modesto spessore.
Tutte le acque inghiottite, riunite in un unico torrente subglaciale, ricompariranno più a valle, alla fronte del ghiacciaio nel diretto contatto fra ghiaccio e roccia.

Nell’arco alpino i mulini più profondi si trovano in Svizzera, dove nel ghiacciaio del Gorner è stata raggiunta la profondità di –140 m. e di Aletsch, dove la profondità media si aggira sui –70/-80.
In Francia, ne la Mère de Glace si trova “Le Grand Moulin” che raggiunge la notevole profondità di –100 m.
In Italia i maggiori mulini si trovano nei ghiacciai del Miage e dei Forni. La glaciospeleologia, ossia la ricerca, l’esplorazione e il rilevamento dei mulini glaciali, connessi con lo studio della circolazione idrica subglaciale, è condotta in tutto il mondo quasi esclusivamente da speleologi, ed è materia di lavoro abbastanza recente, anche se quanto avviene nella massa glaciale per effetto del ruscellamento di superficie è stato affrontato dai glaciologi L. Agassiz e J. Forbes già alla fine della prima metà dell'800: con tecniche rudimentali e pericolosissime Agassiz scese il primo mulino nel 1850, e Joseph Vallot nel 1897 scese Le Grand Mulin fino alla profondità di –60.

Ma, non esistendo a quel tempo né le tecniche né i materiali per penetrare sistematicamente all'interno dei mulini, e per aver ben presto vista vanificata la speranza di riuscire a raggiungere tramite la loro discesa il letto roccioso su cui scorre il ghiacciaio, scopo primario delle ricerche, l’interesse per questo fenomeno andò poco a poco scemando, fino a che, intorno ai primi decenni del ‘900, scomparve definitivamente.

Dopo un periodo di oblio durato una cinquantina d’anni, verso la prima metà del 1980 lo studio dei mulini glaciali è stato riaffrontato, essendo stati forniti dalla Speleologia moderna materiali e tecniche adatte ad affrontare dall'interno lo studio dei flussi d'acqua profondi. (...)"

4/19/2008

Ottanta anni fa la spedizione del dirigibile ITALIA


Ottanta anni fa partiva la spedizione Dirigibile "Italia" alla volta del Polo Nord.

Vorrei ricordare l'impresa con una bella frase di Umberto Nobile rinvenuta dallo storico Carlo Barbieri:

L’attrazione per le regioni polari per chi vi è stato una volta è irresistibile. Quel senso di assoluta libertà dello spirito, quell’allontanamento da ogni cura di cose materiali che non siano quelle indispensabili alla sopravvivenza, quel perdere valore di idee, principi, sentimenti, così importanti ed essenziali nel mondo civile. (…) La legge umana che più non esiste e cede il posto a quella della natura. (…) Quella solitudine immensa dove ognuno si sente re di se stesso. Tutto questo una volta provato non lo si dimentica più ed esercita un fascino al quale è impossibile resistere

(Umberto Nobile, pubblicato in C. Barbieri, SOS dal Polo Nord, Biblion edizioni, 2008)

4/16/2008

5x1000

L'Associazione Perigeo sostiene le ricerche artiche del Progetto "Carta dei Popoli Artici" e le attività sociali a favore dei popoli artici.
AIUTA PERIGEO :


Anche quest'anno, grazie alla finanziaria, è possibile destinare il 5 x mille dell'IRPEF a Perigeo Onlus.Basta apporre la propria firma e scrivere il numero del codice fiscale di Perigeo nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi. Lo trovi sia nel modello 730 che nel modello UNICO e nel CUD.Fai attenzione a compilare il riquadro dedicato alle "organizzazioni non lucrative di utilità sociale".

Ricordati che il codice fiscale di Perigeo Onlus è: 92014950437.


È utilissimo. La quota sarà finalizzata ad interventi a sostegno di chi ne ha bisogno: il 5x1000 non è una tassa aggiuntiva, è un gesto che a te non costa nulla ma che per noi ha un grande valore perché ci consentirà di svolgere al meglio le nostre missioni.Anche chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi può comunque richiedere la scheda al datore di lavoro o dell’ente erogatore della pensione e consegnarla (compilata e in busta chiusa) a un ufficio postale, a uno sportello bancario, che le ricevono gratuitamente, o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti, etc.).

Sulla busta occorre scrivere DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF e indicare cognome, nome e codice fiscale del contribuente.


4/10/2008

Convegno Circolopolare


2° Convegno Polo Nord-Polo Sud e Turismo Consapevole

Comunicato Stampa n. 7 – 10 Aprile 2008


Venerdi 11 Aprile, ore 15.00 Apertura del Convegno.

Tavola Rotonda su Informazione e Turismo Consapevole:
informarsi per conoscere, apprendere e rispettare.

Partecipano:

Luca Astore, Hotelplan-Italia Turisanda.

Piero Carlesi, Touring Club Italiano

Johan Cavallini, Ente per il Turismo Svedese.

Manuel Cazzaniga, Seiviaggi-Arctic Team

Gianluca Frinchillucci, Istituto Geografico Polare "Silvio Zavatti".

Gabriella Massa, specialista area Canada e popoli Inuit.

Marco Tieghi, CAI Club Alpino Italiano, Sezione di Milano.