11/07/2006

Caccia alla foca


GLI INUIT CHIEDONO UN RIPENSAMENTO SULL'EMBARGO CONTRO LA CACCIA ALLA FOCA
Canadian Press (traduzione di Davide Sapienza).

ST. JOHN'S -- Un gruppo di rappresentanza degli Inuit di Canada, Russia, Alaska e Groenlandia ha messo sull'avviso i legislatori europei che una ripresa dell'embargo sui prodotti legati alla foca potrebbe devastare le comunità native. Alcuni membri del PArlamento Europeo dicono che la caccia alla foca in Canada è crudele e non sostenibile e che hanno fatto passare una dichiarazione non vincolante che chiede l'embargo dei prodotti legati alla foca. Adesso tocca alla Commissione Europea pronunciarsi e decidere se tramutare in legge questa richiesta.
Intanto il parlamento tedesco, all'unanimità, ha sponsorizzato un embargo sull'import dopo che il Consiglio Circumpolare Inuit, che rappresenta 150,000 Inuit dell'Artico, ha inviato una lettera chiedendo un ripensamento della posizione assunta dai legislatori.
"La legislazione proposta sarebbe una ferita per l'economia e la cultura Inuit, e soprattutto per la spiritualità Inuit, dalle conseguenze inimmaginabili", ha dichiarato Patricia Cochran, capo del consiglio, in una lettera del 18 ottobre 2006.
La lettera spiega che la decisione europea di esentare i prodotti Inuit dall'embargo proposto sui prodotti legati alla foca, non funzionerebbe. L'embargo del 1983 legato ai prodotti ottenuti dalle giovani foche monache bianche, provocò un vero disastro sulle comunità Inuit autosufficienti - ha aggiunto la Cochran nella lettera spedita al cancelliere tedesco Angela Merkel e al commissario per la salute e la tutela del consumatore della commissione europea Markos Kyprianou.
Prima di procedere ha invitato i legislatori a vedere di persona come funzionano le cose nell'Artico.
"Gli Inuit fondano ogni tipo di caccia sul principio dell'uso sostenibile, non su quello soggettivo della pubblica morale, cosa che alcuni governi europei invece sembrano applicare" ha concluso.

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