12/24/2007

L'ultimo viaggio.....

Il Comandante Giovanni Aymone Cat ha effettuato il suo ultimo viaggio tra i ghiacci eterni.

Medaglia d'oro al valor civile, Comandante del bastimento San Giuseppe Due che per due volte ha toccato i ghiacci dell'Antartide (1970-1971 e nel 1973-1974), esploratore polare ed esempio di vita per molti di noi che lo hanno conosciuto e amato.

Io e i miei amici inchiniamo le nostre bandiere abbrunate e rendiamo l'estremo deferente omaggio al leggendario marinaio d'Italia.

Un profilo del Comandante

Riporto un bell'articolo trovato sulla rete.
Capitani coraggiosi

di Marco Nicoletti

Domenica 1° settembre, alle ore 18.30, proveniente da Torre del Greco, attraccava nel porto di Anzio, con al timone il comandante Giovanni Ajmone Cat, il bastimento San Giuseppe Due, lo stesso motoveliero che trent'anni fa raggiunse due volte il Polo Sud per portare la bandiera italiana marittima dove non era mai stata e per dimostrare, con un po' di orgoglio "che gli italiani - parole del Comandante - sono gente dotata di fantasia e capacità organizzativa tali da realizzare, con pochi mezzi, imprese che ad altri costerebbero molto di più". Questa volta il legno non era reduce da nessuna gloriosa spedizione, ma tornava per essere destinato al museo di Via Nettunense, per essere collocato a riposo nella cavea di cemento armato appositamente realizzata accanto alla villa di Ajmone Cat. Una casa ove i reperti dell'Antartide, scientificamente ordinati, convivono con suggestive memorie d'Africa, trofei di viaggi e di cacce, documenti di storia militare e familiare… forse, vien da pensare, l'archetipo del Vittoriale è sempre vivo nell'italiano che si accinge al racconto della propria storia. Giovanni Ajmone Cat ha l'avventura nel sangue. E' figlio di Mario, primo Capo di stato maggiore della risorta Aeronautica militare, e di Carla Angela Durini, che negli anni del regime fascista compì, per conto del Governo, la prima attraversata dell'Africa equatoriale, dal Mar Rosso a Lobito in Angola, su mezzi meccanizzati che erano camion forniti dalla Om; un'impresa che ebbe una certa eco e venne immortalata dall'Istituto Luce in un lungo documentario ancora oggi visibile.Anche le avventure del San Giuseppe Due e del suo Comandante riempirono, a loro tempo, le pagine della cronaca italiana, sebbene fossero anni quanto mai ostili alle espressioni di vis patriottica. Era il 1968 quando Giovanni Ajmone Cat, agronomo con la passione del mare e un'esperienza fatta da mozzo sulle barche da pesca del litorale laziale, commissionò al cantiere Palomba di Torre del Greco la costruzione di un'imbarcazione con precise caratteristiche: una feluca di sedici metri, con due vele latine. Sebbene Antonio Palomba fosse un maestro d'ascia appartenente ad una famiglia di costruttori i cui scafi navigavano da almeno un secolo i nostri mari, l'impegno si rivelava assai notevole poiché il committente, inserendo nel suo capitolato alcuni inconsueti e robustissimi rinforzi nelle strutture, aveva fatto immediatamente intendere quale sarebbe stato il primo viaggio del motoveliero: una crociera in Antartide. Gli accordi vennero comunque mantenuti e così il 27 giugno 1969 il San Giuseppe Due nuovo di zecca salpava dal porto di Anzio per un'avventura fuori del tempo, riprendendo una tradizione interrottasi verso la fine dell'800, quando Giacomo Bove, tenente di Vascello della Regia Marina italiana, condusse la Goletta San Josè in una spedizione verso le terre antartiche a Sud dell'America Latina. Ajmone Cat volse la prua verso Gibilterra, poi raggiunse l'Atlantico e gli scali a Buenos Aires, Montevideo, Mar del Plata e, ancora più a Sud, le isole Falkland/Malvinas, lo stretto di Drake e finalmente approdò tra i ghiacci dell'Antartide, ove venne piantato per la prima volta il tricolore. Quindi il ritorno. Dopo questo primo assaggio di avventura - durato comunque due anni - le terre bianche erano oramai entrate nel cuore del Comandante, cosiché nel '73 il San Giuseppe Due, interamente revisionato, riprese il mare, ma questa volta la spedizione, di carattere esclusivamente scientifico, nasceva sotto l'egida della Lega navale italiana, con contributo di mezzi della Marina militare, un equipaggio di quattro sottufficiali di Marina e assistenza scientifica dell'Istituto Superiore navale di Napoli. Il 1° luglio 1973 si riparte dunque con uomini nuovi e nuove vele, confezionate secondo la tradizione da un altro mitico artigiano di Torre del Greco, Giovanni Ascione. Dopo le consuete tappe il legno giunse, navigando tra i ghiacci, alla base di Deception e da lì, per poter svolgere gli studi geologici e i rilievi idrografici stabiliti dal programma, si spinse fino alla base americana di Palmer, a quella inglese di Argentine Island e a quella argentina di Almirante Brown. Poi, dopo mesi di struggente solitudine per l'equipaggio, trascorsi schivando l'insidia degli iceberg con eliche danneggiate e alberi spezzati, di nuovo con la prua verso casa.

Mostra I Signori della Tundra

Alcune immagini di ieri della Mostra I Signori della Tundra e della Conferenza dedicata all'infanzia a cura della Perigeo Onlus.

Pannello con alcuni disegni dei nenets. Il testo è di Luciana Vagge Saccorotti.


Alcuni pannelli della mostra
La Conferenza della Dott.ssa Laura Bacalini responsabile delle relazioni
esterne della Perigeo Onlus.
L'Amministrazione di Fermo si è dimostrata veramente sensibile all'iniziativa. Hanno partecipato il Sindaco, Saturnino Di Ruscio, l'Assessore ai Servizi Sociali Maria Antonietta Felici, l'Assessore allo Sport, Romanella e la dirigente dei Servizi Sociali
Daniela Alessandrini.

12/19/2007

Mostra fotografica "I Signori della Tundra" a Fermo


COMUNICATO STAMPA
a cura di Fabio Scatasta

Fermo, 19 dicembre 2007

A Fermo“I signori della Tundra”

Mostra fotografica sulla spedizione di Gianluca Frinchillucci nella Penisola di Jamal.
Piazza del Popolo, Sala della Colonna, Caffè Letterario.
Apertura serale, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, sino a domenica 23 dicembre.


“Riflessioni sull’Infanzia nel Mondo”

Domenica 23 dicembre, ore 15.30, incontro dedicato al tema dell’infanzia con Gianluca Frinchillucci e l’Associazione Perigeo Onlus.

Un popolo apparentemente lontano ma così vicino all’Italia. Stiamo parlando dei Nenets, o Nency, della penisola di Jamal, tribù nomade siberiana con cui la città di Fermo è particolarmente legata. Dopo quello con gli Inuit della Groenlandia dell’Est, dai Musei Scientifici di Villa Vitali ha preso il via “Un Nenec per Amico”, progetto interculturale della “Carta dei Popoli Artici”, realizzato in collaborazione con l’associazione Perigeo Onlus e la studiosa Luciana Vagge Saccorotti della "Carta dei Popoli Artici". Tra i protagonisti dello scambio di disegni tra bambini italiani e siberiani, anche i piccoli alunni della scuola media statale “Fracassetti-Betti”. Momento ideale non poteva essere se non quello del Natale, per catapultarsi con il pensiero nei ghiacci polari della Siberia. Sono queste alcune sensazioni che si provano nell’ammirare “I Signori della Tundra”, la singolare mostra ospitata in questi giorni nella Sala della Colonna, in Piazza del Popolo. Compresa tra le iniziative del IV Anno Internazionale Polare e unica nel suo genere, l’esposizione fotografica è rivolta a far conoscere ai bambini e alla cittadinanza fermana una popolazione in via di estinzione, espressione di una cultura assai diversa e affascinante. La mostra è realizzata da Gianluca Frinchillucci, Direttore dell’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” per il Comune di Fermo, in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali. Il reportage documenta la spedizione etnografica condotta nel 2005 dallo studioso di popoli indigeni. Oltre alla salvaguardia di un patrimonio culturale indigeno e alla promozione dei diritti dell’infanzia, la mostra vuole condurre il visitatore alla riscoperta di un’esistenza umana ancora primordiale, segnata dalla continua sfida con le forze della natura.

“Con questo progetto – spiega l’esploratore Gianluca Frinchillucci - intendiamo promuovere l’incontro tra bambini dai valori, usi e tradizioni diversi, riducendo la diffidenza e sviluppando nei ragazzi la capacità di ascolto e confronto. La mostra – prosegue l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Fermo, Dott.ssa Mariantonietta Di Felice - contribuisce a creare uomini capaci di comprendere l’importanza e la bellezza insita in culture diverse dalla propria e di lottare per il diritto alla sopravvivenza delle popolazioni indigene”.

Al termine della mostra, domenica 23 dicembre alle ore 15.30, si terrà un incontro che affronterà il tema dell’infanzia in maniera semplice e partecipata.
Gianluca Frinchillucci, presenterà una proiezione di diapositive legate alla condizione dell’infanzia in alcune zone del pianeta, realizzate nel corso della sua esperienza di ricercatore e di volontario.

Il Dott. Frinchillucci, infatti, si occupa di ricerche etnografiche tra popolazioni indigene, nell’Artico (Groenlandia e Siberia), in Etiopia, nelle Ande e nell’Amazzonia peruviana, ma ha partecipato anche a missioni umanitarie, ad esempio, durante la guerra dell’ex jugoslava, come operatore di pace per il rispetto dei diritti umani tra gli U’wa della Colombia o con il GUS di Macerata in Sri Lanka pochi giorni dopo lo Tsunami.

Interverrà anche Mariateresa Danieli, giudice che si occupa di tematiche dell’infanzia.

L’Associazione Perigeo Onlus, presenterà le proprie attività e tratterà, in particolare, di un progetto dedicato alle popolazioni dell’Etiopia.
“Etiopia, Identità e Sviluppo” - questo il titolo del progetto – prevede un intervento sistematico a favore della popolazione etiope, non soltanto da un punto di vista umanitario ma soprattutto finalizzato alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale delle numerose etnie presenti in quell’immenso territorio d’Africa al quale ci lega in modo particolare la nostra più recente storia. Si affronteranno inoltre tematiche inerenti l’infanzia nell’etnia Oromo della città di Kofale.

12/13/2007

Mostra dedicata ai Nency a Fermo



Fermo, sede dell'Istituto Geografico Polare "Silvio Zavatti", ospita questi giorni una mia mostra fotografica dedicata ai Nency di Yamal. Una quarantina di pannelli fotografici allestiti dai miei amici Fabrizio Antonelli, Samuele Sagripanti e da Mauro Bacalini.
Una sezione della mostra è dedicata ai disegni che hanno realizzati i Nency nell'ambito del progettp "Carta dei Popoli Artici".
La mostra poi sarà spostata in altre città italiane. Già c'è una prenotazione in Liguria.

I testi sono della mia collaboratrice Luciana Vagge, mentre le foto sono state stampata dal laboratorio CMR di Massimo Zanconi (membro spedizione Svalbard).

12/12/2007

Mostre dedicate allo sciamanesimo





La mostra "I tamburi degli sciamani" in corso al Museo Etnografico dell'Università di Zurigo, rimarrà aperta fino al 3 agosto 2008. I tamburi raccolti nell'esposizione provengono da collezioni private e musei etnografici di tutto il mondo e in particolare da quelli della Siberia e di San Pietroburgo. Il museo presenta parallelamente l'esposizione fotografica "Un'etnografia in immagini" -aperta fino al 16 marzo 2008 -, dedicata al reportage fotografico che l'etnologo Michael Oppitz dell'Università di Zurigo, considerato il più grande esperto di sciamanesimo, ha realizzato nel nord del Nepal tra 1977 e 1984.



(AGI) - Firenze, 30 nov
. - Un viaggio affascinante nel mondo mitico dei popoli del Nord, fra l'Europa e l'Asia artica, attraverso gli occhi degli esploratori del passato, sulle tracce di antiche pratiche tradizionali. Si puo' fare, da oggi, visitando la mostra "Orsi e sciamani: sciamanesimo e culto dell'Orso tra le popolazioni artiche", promossa dal Museo di Storia Naturale dell'Universita' di Firenze. La mostra sviluppa i temi dello sciamanesimo tra i popoli del nord, insieme alla pratica del culto dell'uccisione rituale dell'orso, diffusa dall'Europa all'Asia artica fino agli Ainu di Hokkaido (Giappone). Tamburi, maschere, strumenti musicali e vestiti documentano la figura degli sciamani, depositari presso molte popolazioni di saperi magici, conoscitori della natura e dei suoi spiriti. Tra questi e' considerato sacro quello dell'orso, animale venerato e rispettato, anche se preda della caccia. I reperti e documenti esposti provengono dalla sezione di Antropologia ed Etnologia del Museo - frutto delle spedizioni ottocentesche di Paolo Mantegazza e Stephen Sommier - dalla collezione donata al Museo da Fosco Maraini e da una importante collezione privata del professor Juha Pentikainen, docente di Religioni Comparate all'Universita' di Helsinki, ateneo che ha collaborato alla realizzazione della mostra, insieme a quello lappone di Rovaniemi. "Nelle nostre collezioni antropologiche abbiamo reperti unici di cui non dispongono neanche i paesi di origine - spiega il presidente del Museo di Storia Naturale Giovanni Pratesi -. E' nata percio' una collaborazione con i colleghi finlandesi, che ci hanno a loro volta fornito materiali per questa esposizione".
Alla presentazione della Mostra hanno partecipato il rettore dell'Universita' della Lapponia Mauri Yla-Kotola, Juha Pentikainen, docente di Religioni Comparate all'Universita' di Helsinki, Mieko Namiki Maraini, il Presidente del Museo Giovanni Pratesi e le conservatrici della sezione di Antropologia del Museo di Storia Naturale dell'ateneo fiorentino Maria Gloria Roselli e Monica Zavattaro. (AGI)

Convegno sullo sciamanesimo su Rai 3 Marche

Il Prof. Romano Mastromattei, Gianluca Frinchillucci, la Prof.ssa Corradi Musi e Dominique Sammson Normand de Chambourg.

La sala del Convegno.


Molte testate hanno parlato del convegno e anche la Rai3 ha mandato in onda un servizio.





12/03/2007

Comunicato Stampa




COMUNICATO STAMPA: A Fermo un convegno di studi internazionali dedicato allo sciamanesimo artico e subartico nell’ambito dell’Anno Polare Internazionale.

Fermo, 5 dicembre 2007.

Il 1° marzo 2007 è iniziato ufficialmente il quarto Anno Polare Internazionale (IPY) che si concluderà nel marzo del 2008. L’Anno Polare è un evento straordinario che coinvolge migliaia di studiosi di oltre 60 nazioni. L’Italia ha una settantina di progetti dedicati per lo più all’Antartide che attendono di essere finanziati dal Governo. Uno dei pochi artici è la “Carta dei Popoli Artici”, nato a Fermo nel 2002. Il progetto si occupa delle popolazioni che vivono nell’Artico e subartico, circa 4.000.000 di persone che stanno sperimentando sulla loro pelle la gravità e la velocità dei cambiamenti climatici.
La “Carta dei Popoli Artici” nasce in collaborazione con l’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, il Comune di Fermo ed il CNR Polarnet e interagisce con numerosi enti in tutto il pianeta.
Uno dei suoi progetti è dedicato alle ultime tracce di sciamanesimo nella Groenlandia Orientale e per questo motivo, l’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” di Fermo, ha organizzato per sabato 8 dicembre un convegno di studi internazionali coinvolgendo sia studiosi italiani che stranieri.
Le popolazioni artiche stanno perdendo velocemente la loro identità e si stanno sempre più omologando a modelli occidentali e lo sciamanesimo, la loro più antica forma di religione, ormai è quasi del tutto scomparso. Al convegno di Fermo interverranno cinque studiosi che presenteranno le loro ricerche in Siberia, Groenlandia e Lapponia.
La Prof.ssa Carla Corradi Musi dell’Università di Bologna (Italia) parlerà del "mito" degli amuleti nella vita quotidiana delle popolazioni siberiane e ugrofinniche. Il Prof. Luigi de Anna, dell’Università di Turku (Finlandia), tratterà lo Sciamanesimo visto dai viaggiatori in Lapponia e in Finlandia. Il Dott. Gianluca Frinchillucci, direttore dell’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, presenterà una relazione dedicata al “Profumo dell’anima”, una delle ultime tracce di sciamanesimo degli inuit del distretto di Ammassalik. Il Prof. Romano Mastromattei dell’Università di Roma 2 “Tor Vergata”, parlerà dello sciamanismo eurasiatico, mettendo a confronto varie reltà geografiche. Il Dott. Dominique Samson Normand de Chambourg del Centre de Recherches Russes et Euro-Asiatiques (Inalco), presenterà un’ interessante ricerca sul campo svolta in Siberia tra i giochi dell’orso tra i Khanti, gli allevatori nomadi di renne. Gli atti saranno pubblicati sulla rivista di studi internazionali “Il Polo”.
L’iniziativa è organizzata da Gianluca Frinchillucci, direttore dell’Istituto fermano con la collaborazione dell’Associazione Amici del Museo Polare, presieduta Renato Zavatti, figlio del fondatore dell’Istituto Geografico Polare.
L’incontro si terrà sabato 8 dicembre 2007 alle ore 15.00 presso la B.U.C. Machinery, spazio multimediale della Biblioteca Comunale di Fermo.