10/25/2008
Etiopia, nuova missione
10/21/2008
Rivista Millionaire
Robert Peroni, alpinista ed esploratore, da 20 anni vive in Groenlandia per salvare gli Inuit, da alcol e droga.
10/11/2008
Groenlandia: l'ultima avventura
Groenlandia: l'ultima avventura
di Ottorino Tosti 11 OTTOBRE 2008
Il racconto della spedizione Saxum 2008, fatto nelle scorse settimane da Ottorino Tosti per mentelocale.it, finisce qui. Saxum 2008 è stata l'unica spedizione italiana in Groenlandia nell'ambito delle iniziative dell'Anno Internazionale Polare 2007-2008. Ha ricevuto la Medaglia d'Argento della Presidenza della Repubblica. Tra i promotori il Progetto Carta dei Popoli Artici e l'associazione Ex-Plora Nunaat International.
Ma Ottorino non ci lascia. Restate nei dintorni perché presto tornerà a parlarci di leggende, cultura, sciamanesimo. E chissà, magari della prossima spedizione.
Freddo, vento, neve. Da oltre un’ora sto camminando sulla pietraia che mi porterà per una volta ancora sull’altopiano.Sono meno di duecento metri di dislivello, ma in queste condizioni, con il nevischio fitto che picchia in faccia, devo muovermi con cautela. A poco serve la maschera che mi copre il viso, coperta di neve e incrostata di ghiaccio. Gli scarponi slittano sulle pietre ghiacciate, e ad ogni passo devo fare attenzione a non scivolare. In questi momenti, un incidente, seppur banale, può diventare un pericolo mortale per sé, e un dramma per i compagni.Sto salendo, solo, per raggiungere il limite del ghiacciaio dove è mio compito effettuare alcuni prelievi di fango e di ghiaccio. Non sono certo queste le condizioni atmosferiche migliori per muoversi, specialmente isolato dagli altri, ma è l'ultima giornata di campo, e non si può rimandare a domani.
Da quassù, nei momenti di sereno dei giorni scorsi scorgevo tutto il Sermilik, e gli iceberg che si muovevano pigramente avanti e indietro per il fiordo spinti dai venti. Ma oggi non si scorge nulla. Si intravvede a malapena, di tratto in tratto, nella nebbia fitta e nel nevischio, la cerchia di montagne che chiude lo sguardo verso oriente.Mi siedo, poggiando la schiena contro un masso per ripararmi dal vento freddo che soffia da nord. La temperatura è bassissima, forse -10°, o anche -15°. Il vento la moltiplica, e devo muover continuamente le dita delle mani, anche se protette dai guanti, per tenerle calde. Penso continuamente e con apprensione al momento in cui dovrò togliermi i guanti per prelevare i campioni di terra e di ghiaccio.
Soffro anche di angoscia al pensiero che domani dovrò abbandonare questo posto.Con lo sguardo frugo nella nebbia, a cercare per l'ultima volta i fantasmi pietrificati che dalle cime dei monti per questi otto giorni mi hanno accompagnato alla ricerca delle tracce di ere geologiche passate.Ogni montagna ha la sua forma, su ogni montagna una figura di uomo, di animale, di mostro dalle fattezze infernali giace immota, inchiodata lì da milioni di anni. Forse che qui sono stati imprigionati da un forza suprema tutti coloro che hanno cercato di sfidare i ghiacci e le rocce del Sermilik, pietrificati nel loro ultimo istante di vita, condannati a stare qui per l'eternità in attesa del giorno del Giudizio?
Una folata di vento più forte delle altre solleva un turbine di neve che mi avvolge e mi fa perdere di vista il terreno e il cielo. È un istante. Mi ripiego su me stesso per riparami. Un bagliore, un lampo bianco, seguito da un turbine che correndo risucchia e trascina verso il Sermilik neve, sassi, detrito e sabbia mi avvolge.Sbattuto dal vento, mi pare di perdere per un istante la coscienza. In questo momento fra la veglia e la morte, accecato dalla neve sempre più fitta e pungente, intravvedo una vaga sagoma bianca che mi danza intorno, una lama affilata, nera, mi accarezza senza farmi male, sta qualche istante, poi scorre via e scompare nella nebbia.Da che parte?Sono rimasto solo nel deserto bianco.Chiamo alla radio. Solo il vento mi risponde. Che è successo?
.... non so cosa sia accaduto in quel momento. Non lo so, ma fra qualche giorno, quando all'aereoporto di Kulusuk entrerò nella sala d'attesa, vedrò che la bianca e ispida pelliccia di Nanuk, l'orso, non è più inchiodata al muro per far meravigliare di sé i turisti. Mi racconterà, quel giorno un Inuit, fra lo spaventato e il meravigliato, che alcuni giorni prima era scoppiata una tempesta improvvisa sul mare, che aveva sollevate onde alte cinque, sette, dieci metri. Il vento era venuto dal nord, soffiando dal fiordo di Sermilik. Un turbine, spaventoso come un tornado, era salito su delle profondità del mare ed era corso per la strada di terra. Si era aggirato fra le case del villaggio e aveva devastato tetti, persiane, tutto ciò che poteva lo aveva divelto via con rabbia.Pareva cercasse qualcosa. Mi ha raccontato che sotto quel vento rabbioso l'intera costruzione dell'aereoporto aveva tremato, colpi violenti si erano sentiti contro la porta, i serramenti erano stati piegati, e una finestra divelta da un forza sovrumana. Ha raccontato che un vortice bianco aveva attraversato la sala, aveva strappato via la pelle di Nanuk, l'orso, che giaceva inchiodata al muro, e l'aveva portata via con sé.Ha raccontato che l'aveva vista volare verso il Sermilik avvolta nella tempesta, danzare sollevata in aria, e poi riempirsi come se avesse acquistato un corpo.
Ora so che cosa è accaduto lassù, sull'altopiano del Sermilik. Ora sono certo che Nanuk, l'orso bianco, è comparso improvvisamente davanti a me. Mi ha fatto visita lassù, sull'altopiano in mezzo alla tempesta, uno dei mille fantasmi che si agitano inquieti qui fra le montagne e i ghiacci del Sermilik, e mi ha soffiato nel cuore, con il soffio sciamanico con cui si dona la vita, lo spirito di questa terra.Il bimototore dell'Icelandair vola lentamente ora via dalle coste della Groenlandia. Guardo il mare coperto di iceberg alla deriva, il pack che sta serrando completamente la costa e non lascia più spazio alle barche. La costa scura che si allontana sempre più e sfuma nella nebbia.
Dove siete ora, amici miei cari, in questa notte insonne di ottobre?Tu, Gianluca, che non ci eravamo ancora conosciuti ma eravamo già amici, quel giorno di febbraio di due anni fa, quando ti ho telefonato per la prima volta dicendoti che ero interessato a organizzare un programma di ricerca glaciospeleologica in Groenlandia. E tu, Giorgio, ricordi come non riuscivamo ad addormentarci se prima non brindavamo alla giornata trascorsa con un sorso di Idrolitina? Sarà contento il fantasma del Cav. Gazzoni di saperlo. Lo dico anche se non ci ha dato nessun sponsor. Ma se lo merita, con quella meraviglia di bevanda da ghiacciaio che ha inventato, non è vero?Franco, tu che mi dicevi a Tinitequilaaq 'andiamo a fare un po' di fotografie'. E io che ti rispondevo 'ma le abbiamo già fatte', e tu di rimando 'non importa, facciamone altre, magari le prendiamo da un altra angolazione'. E tu, Libero, che parlavi con tanta nostalgia della casa lontana, e ti commuovevi quando mi raccontavi dei tuoi due bimbi piccoli, e soprattutto dell'ultimo che aveva pochi mesi.Tu, Davide, che sei sempre stato l'immagine del solido rifugio che accoglie in mezzo alla bufera.E tu, Luca, sempre il primo ad alzarti al mattino e l'ultimo ad addormentarti alla sera, nella tua tranquilla e disponibile amicizia sei stato in realtà forse il più forte di tutti.
Dove siete, ora, amici miei cari, in questa inquieta notte di ottobre? Non sentite le acque del Sermilik sciabordare agitate contro le rocce?Sono le tre del mattino. È tardi. Svegliatevi. Lo sapete che la Groenlandia non è lontana. Sono solo sei ore di viaggio.
Se buttate in fretta in un sacco i vestiti, le corde, le piccozze e i ramponi, e partite subite, per domani a mezzogiorno ci vediamo all'aereoporto di Malpensa. Mangiamo qualcosa e andiamo a fare il check-in. Si parte a mezzanotte. Si prende il bimotore a Reykjavik in Islanda alle 7 del mattino. Si arriva alle 10 a Kulusuk. A mezzogiorno si è già Tasiilaq, e con una barca veloce alle quattro del pomeriggio di domani siamo a Tinitequilaaq....
Leggi anche: - Vi raccontiamo la Groenlandia- Il sole a mezzanotte- I ghiacciai senza nome- Viaggio alla fine del mondo- Alla scoperta degli abissi- Nella base di Ikatek- Il villaggio dei cani Alfa- Incontro con i bimbi Inuit- Il momento dell'addio
Nella foto: Il gruppo della Spedizione Saxum 2008
10/10/2008
Progetto Amici dal Mondo - IPY
I lettori del blog già conoscono il progetto Amici dal Mondo che coinvolge bambini inuit, surma, oromo, nency e italiani.
Luca Natali ha creato un video che raccoglie in sintesi qusti anni di esperienza. Al video ha collaborato anche Valentina Francia. Il video è stato realizzato nell'ambito dei progetti "Carta dei Popoli Artici"- Anno Polare Internazionale (IPY).
Abbiamo iniziato nel 2003, quando una scuola di Fermo e i bambini di un villaggio di Ammassalik (Groenlandia) si sono scambiati disegni, nascendo così il progetto Un Inuit per amico. Poi abbiamo continuato e si sono uniti bambini nency della siberia (Un nenec per amico), grazie a Luciana vagge Saccorotti.
In seguito Hanno aderito anche due scuole dell'Etiopia: Kofele (un oromo per amico) e Tulgit nel territorio Surma.
Ora il progetto si sta allargando ad altre etnie indigene in molte zone del Pianeta.
In questo momento ci sono due mostre che raccontano il progetto: a Torino (Museo di Scienze naturali) e a Kofale, in Etiopia, presso il locale Museo Etnografico Oromo. Circolo Polare di Torino e CAI nazionale, si stanno impegnando per far conoscere il progetto in tutt'Italia attraverso la Mostra "I Signori della Tundra".
10/09/2008
Anno Polare
Comitato Piacentino Pro Anno Polare Internazionale
C/o Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Ufficio 322 bis - Via Emilia Parmense, 84 – 29100 Piacenza
il collegamento in videoconferenza in diretta
con la Base italo - francese Concordia in Antartide
Sabato 11 Ottobre 2008
ore 11.15
Auditorium Sant'Ilario
Via Garibaldi, Piacenza
Per saperne di più, visitate il blog
http://amandacastellopachamama.blogspot.com/
10/06/2008
Guido Monzino
Guido Monzino ci ha lasciati l’11 ottobre 1988, dopo una vita avventurosa e densa di traguardi, tra i quali il raggiungimento del Polo Nord nel 1971 e la vetta dell’Everest nel 1973. Egli ha donato al FAI - Fondo Ambiente Italiano la sua dimora di Balbianello e la collazione di tutti i cimeli e i documenti provenienti dalle sue 21 spedizioni in tutto il mondo.
I Materiali e tutta la documentazione dei viaggi sono a disposizione del pubblico presso villa Balbianello.
Circolo Polare ha pubblicato un profilo dell’esploratore e nel Febbraio 2007 lo ha ricordato con una apposita mostra esposta al primo Convegno Polo Nord-Polo Sud presso i chiostri dell’Umanitaria; mostra curata da Mario Brigando, Rinaldo Carrel e dal FAI.
Per maggiori informazioni:
http://www.circolopolare.com/ita/guido-monzino-dettaglio_i.html
10/05/2008
programma corso
Da qualche anno, periodicamante, organizzo corsi di formazione per i miei amici che intendono partecipare alle missioni umanitarie. Quest'anno, con la preziosa collaborazione di Laura e Valentina della Perigeo, abbiamo ideato un corso base per volontari avvalendoci dell'esperienza aquisita dai nostri militari nelle missioni di pace all'estero. Così è nato .......
Organizzato dall’Associazione Perigeo in In collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato
Emergenze umanitarie: modulo teorico su come affrontarle
Personale della Croce Rossa Militare del VII° Centro di Mobilitazione di Ancona
15/10/2008 (h.21.00-23.00)
Popoli indigeni e altri popoli, come comunicare? L'importanza della preparazione teorica per l'approccio a popoli con usi, costumi e tradizioni diverse - I° modulo
Gianluca Frinchillucci, Etnografo, ricercatore sul campo.
18/10/2008 (h. 15.00-19.00)
Emergenze umanitarie: modulo teorico/pratico
Personale della Croce Rossa Militare del VII° Centro di Mobilitazione di Ancona
22/10/2008 (h.21.00-23.00)
Documentazione e reportage: tecniche base di documentazione
Massimo Zanconi, fotoreporter
22/11/2008 (h. 15.00-19.00)
Volontariato in zone ad alto rischio, esperienze e consigli pratici
Ing. Ettore Luceri (Ufficiale Riserva Selezionata)
26/11/2008 (h. 21.00-23.00)
Tecniche di comunicazione e di sopravvivenza nelle missioni all'estero: orientamento, uso del GPS, linguaggio radio…
Personale qualificato di settore
29/11/2008 (h.15.00-17.00)
Tecniche di comunicazione e di sopravvivenza nelle missioni all'estero: uso degli interpreti
Gen. Staccioli Augusto, Comandante Generale della Scuola di lingue estere dell’Esercito.
(h.17.00-19.00)
Popoli indigeni e altri popoli, come comunicare? L'importanza della preparazione teorica per l'approccio a popoli con usi, costumi e tradizioni diverse - II° modulo
Gianluca Frinchillucci, Etnografo, ricercatore sul campo.
03/12/2008 (h. 21.00-23.00)
Documentazione e reportage: tecniche base di documentazione
Massimo Zanconi fotoreporter
06/12/2008 (h.15.00-19.00)
Nozioni di Pronto Soccorso
Personale della Croce Verde di Civitanova Marche
13/12/2008 (h.15.00-19.00)
Preparazione logistica di una missione operativa all'estero: dalla pianificazione alla realizzazione
Personale qualificato di settore
21/12/2008 (Intera giornata)
Prova tecnica in ambiente esterno
Col. Incursore Paracadutista Lenti Carlo
Dott.ssa Laura Bacalini, tel. 328.4753745
Dott.ssa Valentina Francia, tel. 347.6868922
Informazioni tecniche:
Ad esclusione della prova tecnica finale, le singole lezioni possono essere frequentate dagli interessati, anche non iscritti. La prova pratica finale in ambiente esterno richiede un abbigliamento sportivo, consono all’esercitazione.
La scadenza per l’iscrizione al corso è fissata per il 10 ottobre 2008. Per informazioni ed iscrizioni, contattare la segreteria organizzativa o scrivere all’indirizzo info@perigeo.org. (www.perigeo.org)
Il corso è realizzato con la collaborazione del Maresciallo Renzo Di Bert, Presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia di Ancona, e del Comune di Sant’Angelo in Pontano.
10/03/2008
10/02/2008
Michele Pontrandolfo
By montagna.tv
SANTIAGO DEL CILE, Cile -- Finisce dopo meno di un mese la sfida "ghiacciata" di Michele Pontrandolfo, partito a fine agosto per la gelida traversata dello Hielo Continental. L'esploratore è stato recuperato nei giorni scorsi sul ghiacciaio Jorge Montt dopo essere precipitato in un lago ghiacciato e una caduta nella quale si è procurato una frattura ad una gamba e due brutte ferite alle mani.
Era deciso a compiere la prima traversata solitaria dello Hielo Patagonico Sur, il terzo ghiacciaio più grande del mondo. Ma la sua avventura, intralciata dal maltempo, è finita bruscamente pochi giorni fa sul ghiacciaio Jorge Montt, in Cile, dove l'esploratore è rimasto vittima di due incidenti consecutivi.
Il primo è avvenuto il 17 settembre, quando Pontrandolfo è precipitato con gli sci in un lago ghiacciato la cui crosta si è spezzata sotto il peso del suo passaggio. L'espoloratore è sprofondato nell'acqua gelida fino al collo e, a quanto pare, è riuscito a salvarsi in extremis usando le racchette da sci e poi aggrappandosi ad una roccia sulla riva del lago.
Uscito dal lago, ha subito abbandonato gli indumenti bagnati e ha raggiunto la sua tenda, piantata poco distante, dove ha passato la notte nel tentativo di riscaldarsi. Nella caduta, oltre al freddo, Pontrandolfo ha però subito alcune ferite e danneggiato i dei materiali che portava con sè.
Il giorno dopo, nel mezzo di una bufera, una brutta caduta di schiena ha peggiorato le condizioni dell'esploratore, che si è procurato una forte distorsione ad un piede e due profonde ferite alle mani. Si è automedicato e ha tentato di ripartire per la traversata, ma i dolori erano troppo forti e ha dovuto, suo malgrado, rinunciare alla sfida e chiamare aiuto.
La chiamata di soccorso è arrivata da un amico dell'esploratore, che ha inviato sul ghiacciaio le squadre di recupero. Pontrandolfo è stato così evacuato e il suo tentativo di traversata è stato ufficialmente interrotto.
Sin dall'inizio il meteo è stato avverso alla spedizione. Pioggia e neve hanno seguito l'esploratore italiano dandogli poca tregua e inzuppando i 150 chili di materiale caricato sulla sua slitta. Pontrandolfo, 37 anni, è originario di Pordenone e ha partecipato a diverse spedizioni polari in Groenlandia, Islanda, alle Isole Svlabard e al Polo Nord.
10/01/2008
La terra degli uomini rossi
RASSEGNA FILM D’AUTORE
Giovedì 27 novembre 2008. Inizio spettacolo ore 21,00.
Introdurrà l’argomento del film il Direttore dei Musei Scientifici di Fermo, ricercatore sul campo in Amazzonia Gianluca Frinchillucci.
La terra degli uomini rossi – Birdwatchers drammatico (Italia 2008, 120’) di Marco Bechis con Claudio Santamaria, Chiara Caselli
I fazendeiro sono i ricchi possidenti di immense coltivazioni che si estendono sul Mato Grosso. La loro ricchezza si basa sullo sfruttamento degli indio, la tribù dei Kaiowà. Antica tribù del Sudamerica, le cui terre già dalla fine dell'800 sono state disboscate e usurpate da allevatori e coltivatori di tè. Costretti a vivere ammassati in riserve anguste poste dal governo ai margini delle città hanno visto aumentare il numero dei suicidi tra i giovani.